Identità digitale: tutti ne parlano, ma sai davvero cos’è?

Clarice Subiaco
Clarice Subiacohttps://medium.com/@ClariceSubiaco
Classe 1986, passato di studi umanistici e presente nel mondo dei dati. In mezzo, esperienze di lavoro come Digital PR, Content Strategist e Project Manager per startup e agenzie internazionali. Ama raccontare l'innovazione che ha un forte impatto sociale.
spot_img

Quante volte ci capita di dimenticare le nostre credenziali quando dobbiamo accedere alla posta elettronica, al nostro account bancario o ai social network? Non sarebbe bello avere a disposizione una password unica per tutti i nostri servizi personali online? Presto tutto questo sarà possibile grazie al progetto Identità Digitale Reloaded inserito tra i 20 punti della Strategia per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese da qui al 2025 del Ministero dell’Innovazione e Digitalizzazione. Come scrive il ministro Paola Pisano sul suo account LinkedIn, ogni volta che salviamo le nostre password negli appunti, sullo smartphone o sul computer, facciamo un’operazione non sicura e mettiamo a rischio la nostra privacy. Non solo, quando utilizziamo un servizio online facendo il login con Facebook o Google, permettiamo a delle aziende private multinazionali di accedere ai nostri dati personali. L’identità digitale permetterà ai cittadini di avere accesso a tutti i servizi della Pubblica Amministrazione con un unico login, in modo facile e sicuro.

In cosa consiste l’identità digitale?

Nel concreto, l’identità digitale non è altro che un profilo virtuale all’interno del quale sono racchiuse alcune informazioni personali e che ci permette di essere riconoscibili e quindi di accedere ai servizi dello Stato online utilizzando un unico username e password. Al profilo potranno essere associati degli attributi, ovvero delle informazioni aggiuntive, di due tipi: qualificati e non qualificati. Gli attributi qualificati sono informazioni relative allo stato o alla qualità della persona, ad esempio patente valida, iscritto ad un ordine professionale e titolo di studio. Gli attributi non qualificati invece sono delle informazioni opzionali come recapito telefonico, indirizzo email, curriculum o gruppo sanguigno. Questi potranno essere forniti dal cittadino stesso o da servizi di terze parti ai quali il cittadino ha prestato il proprio consenso. Leggi anche: Documenti di identità: dal 2020 su smartphone

Un’app per gestire tutti i dati dal proprio smartphone

Acquistare un libro, pagare una contravvenzione, ordinare una pizza o iscrivere i propri figli all’asilo sono tutte operazioni oggi effettuabili online, ma non con lo stesso grado di accessibilità. Se alcune di queste attività sono molto semplici e alla portata di tutti, altre sono estremamente macchinose e complesse. Per permettere a tutti i cittadini di avere eguale accesso ai servizi online, il ministro Pisano introdurrà IO, l’applicazione che permetterà di accedere a tutti i servizi pubblici direttamente dal proprio smartphone dopo essersi identificati con la propria identità digitale. Inoltre, IO consentirà anche di accedere ai servizi relativi alla propria impresa grazie all’integrazione con impresa.italia.it, la piattaforma per gli imprenditori gestita da Infocamere. In futuro, l’app potrebbe consentire l’accesso non solo a servizi pubblici, ma anche a quelli privati come home banking, prenotazione vacanze, e agli store di comune utilizzo. Il progetto è inserito all’interno di un piano di sviluppo tecnologico del Paese da qui al 2025 che prevede, tra le altre cose, la razionalizzazione dei già esistenti servizi Spid e Carta d’identità digitale. Tale processo consentirà di garantire la disponibilità di un’identità digitale alla quasi totalità della popolazione in un periodo di 24-36 mesi. Un lasso di tempo ragionevole, che ci permetterà finalmente di poter compilare la dichiarazione dei redditi, richiedere un permesso per il parcheggio sulle strisce blu, verificare la posizione contributiva, fare un bonifico online o guardare la pagella dei figli, cancellando tutte le complessità della burocrazia analogica.

Un passaggio fondamentale: proteggere la privacy

Nelle scorse settimane sui social è sorta una polemica secondo cui l’identità digitale violerebbe la privacy del cittadino, una sorta di Grande Fratello, insomma, nelle mani dello Stato. Dubbi che sono stati smentiti dalla stessa Pisano durante un’intervista al Consumer Electronics Show di Las Vegas:

Chiediamo che carta di identità elettronica e Spid convergano in un’unica identità digitale per dare accesso ai servizi della Pa, ma che potrà essere utilizzata anche per servizi privati. Già oggi lo Stato ha tutti i dati di noi cittadini, ma non per questo li traccia. Anzi, investiremo sempre più in sicurezza online.

Maggiori investimenti in sicurezza, dunque, e un sistema di accesso unico e semplificato ai servizi dello Stato online valido non solo in Italia, ma in tutta Europa. Questo il sogno del ministro Pisano e di tutti quei cittadini che sperano in un’Italia finalmente moderna e digitalizzata. Ci auguriamo che possa diventare realtà. Leggi anche: I deepfake ci rubano l’identità, ecco come difenderci di Clarice Subiaco

spot_img

Correlati

AI generativa e meh-diocrity: come cambia la nostra creatività nell’era della digitalizzazione

Cosa c'entrano l'AI generativa, il concetto di meh-diocrity e la creatività? E in quale...

Super Intelligenza Artificiale: è countdown! Mancano solo 3 anni al supercervellone robotico

Super Intelligenza Artificiale (SIA), tra tre anni, o al massimo 8, la tecnologia sarà...

Alternativa plastic free per assorbenti e pannolini: ecco la spugna riciclabile

Spugna riciclabile per assorbenti e pannolini: migliorare la qualità di accessori così indispensabili nella...
Clarice Subiaco
Clarice Subiacohttps://medium.com/@ClariceSubiaco
Classe 1986, passato di studi umanistici e presente nel mondo dei dati. In mezzo, esperienze di lavoro come Digital PR, Content Strategist e Project Manager per startup e agenzie internazionali. Ama raccontare l'innovazione che ha un forte impatto sociale.
spot_img