L’hotel ai genitori del ragazzo disabile: “I clienti si lamentavano delle urla, volevano tranquillità”

Vista la polemica ormai mediatica che l'episodio ha sollevato, è arrivata pure la replica della struttura alberghiera finita nel mirino.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Era stato detto loro di spostarsi in una saletta isolata perché il figlio disabile disturbava la clientela dell’albergo, l’hotel Colbricon Beauty & Relax, 4 stelle nella località di San Martino di Castrozza.

Questa la denuncia a La Repubblica di Cecilia Bonaccorsi e Remo Pimpinelli, genitori di Tommaso, disabile cognitivo affetto dalla sindrome di Norrie, patologia genetica rara caratterizzata da anomalie dello sviluppo della retina associate a cecità congenita. E vista la polemica ormai mediatica che l’episodio ha sollevato, è arrivata pure la replica della struttura alberghiera finita nel mirino.

Allontanati a causa del figlio disabile, l’hotel: “Urla nella sala da pranzo, i clienti volevano tranquillità”

L’hotel di San Martino di Castrozza ha replicato ai genitori del figlio disabile con una nota firmata dalla titolare della struttura, Isabella Doff, in cui si legge:

A oggi, l’Hotel Colbricon si dice estremamente rammaricato per quanto accaduto, ma ci tiene a puntualizzare che nulla è stato compiuto in malafede o con intento discriminatorio.

Dal momento che, come struttura che opera nel settore alberghiero da oltre 40 anni, l’hotel Colbricon ha la priorità di garantire il benessere di tutti i suoi ospiti, alcuni clienti si sono rivolti ai gestori per chiedere una maggiore tranquillità, a causa delle urla nella sala da pranzo.

Per tale motivo la proprietaria ha proposto a Cecilia e Remo di spostarsi in una saletta intima, raccolta, in cui spicca come elemento decorativo un mosaico di vetro. Non, come è stato scritto, un vetro oscurato o una stanza in cui isolare Tommaso; al contrario, un luogo nel quale a Tommaso venissero garantite la massima discrezione e la possibilità di esprimersi liberamente.

La proprietaria dell’hotel si scusa per il gesto fraintendibile. Non era suo intento offendere la sensibilità di nessuno, motivo per il quale ha subito tentato di aprire un dialogo con le persone coinvolte, per ora senza risultati.

Sono moltissime le telefonate e le e-mail, anche da parte di testate giornalistiche, che l’hotel ha ricevuto in questi giorni. L’intero staff dell’Hotel Colbricon rinnovano le proprie scuse alla famiglia di Tommaso e i propri ringraziamenti agli ospiti, ai colleghi e agli amici che li hanno sostenuti in queste ore difficili, in cui sono stati travolti da un’autentica tempesta mediatica e critiche spesso infondate in quanto provenienti da persone estranee ai fatti.

Cecilia Bonaccorsi: “Invitati ad allontarci a causa di mio figlio disabile”

Cecilia Bonaccorsi aveva raccontato di come lei e il marito abbiano portato in vacanza il figlio disabile praticamente in tutto il mondo, senza mai aver avuto particolari problemi.

E siccome Tommaso ama molto la montagna, anche quest’anno avevano deciso di partire per San Martino di Castrozza, tappa fissa da 19 anni. Ma stavolta nel loro albergo di fiducia non c’era più posto, così la scelta era finita sull’hotel Colbricon.

Già dall’ingresso in junior suite in mezza pensione, però, erano cominciati i primi problemi: “Lunedì sera Tommaso si è seduto sul divanetto accanto a me, aveva il bavaglino al collo, ogni tanto lo aiutavo imboccandolo. Nulla di strano, per noi”. Ma per qualcun altro sì.

Tanto che, la mattina dopo, l’albergatrice avrebbe preso Cecilia in disparte, raccontandole di come una famiglia, la sera precedente, si fosse lamentata per la presenza del figlio disabile a cena all’interno della struttura. Da qui, la richiesta dell’albergatrice ai genitori di Tommaso di spostarsi in una saletta semi-nascosta, con i vetri oscurati da un mosaico, in modo che nessuno potesse vederli.

I genitori di Tommaso: “Abbiamo avvertito di nostro figlio disabile. Le scuse? Non le accettiamo”

Vista la discriminazione subita dal figlio disabile, Cecilia Bonaccorsi e il marito avevano deciso di lasciare l’hotel dopo appena tre giorni. La coppia aveva voluto però rendere nota la vicenda, per denunciare pubblicamente il comportamento del personale dell’hotel: “Ci metto la faccia perché nessuno subisca più un’umiliazione così”, aveva detto la donna.

Che poi aveva aggiunto: “Mi sono rivolta a questa struttura a 4 stelle. E come faccio sempre, ho mandato loro una mail specificando che mio figlio è un non vedente affetto da grave disabilità. Lo faccio proprio perché non amo le sorprese”.

A seguito dello spiacevole episodio, la struttura alberghiera avrebbe inviato a Cecilia una mail di scuse: “Non lo accetto, mi dispiace – ha detto – Non hanno fatto niente per trattenerci, troppo facile cercare di sistemare tutto con una e-mail. Io non cerco denaro, non mi interessano i risarcimenti. A me preme la battaglia culturale. E mi si stringe il cuore se penso che, magari, qualche altra famiglia avrebbe potuto accettare quella proposta. Così, in silenzio, per non dare fastidio”.

Leggi anche: Chi sono le vittime di Cutro: volti e storie di chi non ce l’ha fatta

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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