Il 6 giugno è il giorno dell’udienza all’Alta Corte di Londra, dove Harry avrebbe dovuto presenziare il giorno precedente. La fase finale della causa intentata dal principe e da altre celebrità nei confronti del Mirror ha inizio oggi. Una causa che sottoporrà Harry ad alcune rischiose domande da parte della difesa circa la sua vita a corte. Dopo tutto ciò che è successo negli ultimi anni, potrebbe scatenarsi un putiferio che andrebbe persino oltre la causa stessa.
Un bivio importante nella storia della corona britannica
Per la prima volta dal 1890, un membro della famiglia reale verrà interrogato in tribunale. L’ultima volta fu Edoardo VII a salire sul banco dei testimoni per uno scandalo di gioco d’azzardo e sesso. Colpevole o no, la monarchia ne uscì con le ossa rotte provocando malcontento nella popolazione. Oggi la situazione è un po’ diversa: la monarchia inglese non esercita più quel tipo di potere sulle masse, ma di certo rimane un fenomeno mediatico universalmente riconosciuto.
Inoltre, verrà infranto il motto della famiglia reale che ha contraddistinto la figura di Elisabetta: “Never complain, never explain”, (mai lamentarsi, mai spiegare). Un motto che Harry ha più di una volta lasciato da parte, ma mai in un contesto giudiziario. Infatti, sia nel libro “Spare” che nell’intervista ad Oprah Winfrey, Harry ha raccontato la sua vita nella famiglia reale decidendo di cosa o di chi parlare. Sarà pronto a rispondere a domande ben più approfondite e ficcanti poste dagli avvocati del Mirror?
Quali rischi per la corona?
Di certo non sarà una passeggiata per il principe. Gli avvocati del Mirror, di caratura internazionale, sono pronti a farlo a pezzi e a screditare sia lui che la famiglia reale (che non gode ultimamente di forti consensi). Avvocati che si fregiano del titolo di “Consiglieri del Re” giacché la giustizia inglese è amministrata nel nome del re, e che ora dovranno vagliare la posizione di Harry. Le domande molto probabilmente verteranno sul suo abuso di droghe, sui rapporti con i membri della famiglia, sugli scandali targati Sussex. Trapeleranno verità scomode che Harry ha omesso sia nel libro che nell’intervista ad Oprah Winfrey.
Un rapporto d’odio e ancorato al passato quello tra Harry e il mondo dei media britannico. Il principe ha sempre imputato alla stampa la morte della madre Diana e, da quando è sposato, la persecuzione della moglie Meghan Markle. Il “lavoro della sua vita” quello di demolire la stampa britannica, così da lui definito. Una crociata che vede come nemici i principali tabloid come il Mirror, il Sun e il Daily Mail. A loro imputa anche la violazione della privacy tramite intercettazioni; dall’altra parte della barricata, invece, sostengono di aver utilizzato fonti tradizionali, tra cui confidenze della famiglia reale stessa.
Harry, le prime parole in tribunale
Da ciò che trapela dall’aula, Harry è partito all’attacco colpendo i tabloid britannici con dichiarazioni molto forti:
La mia speranza è porre fine alla follia della stampa. Fin da bambino la stampa mi ha dato la caccia, ora basta.
Quasi sull’orlo di una presunta disperazione, Harry ha poi continuato a descrivere questa mania della stampa nell’intrufolarsi negli affari di famiglia senza contemplare alcun tipo di discrezione e buonsenso:
Quando informazioni private che condivido solo con una o due persone finiscono sulla prima pagina di un giornale, la tua cerchia di amici inizia a ridursi sempre più.
Parole comprensibili dalle quali emerge un Harry apparentemente stanco del circo mediatico che ruota attorno alla sua famiglia.
di Lorenzo Tassi
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