Guariti dal Covid: quanto ci si può ricontagiare con la stessa variante

I soggetti guariti dal Covid possono ammalarsi di nuovo. Da diversi studi emerge che se vengono ricontagiati è probabile non lo siano della stessa variante.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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I guariti dal Covid, in particolare dalla variante Omicron, possono essere ricontagiati? Questa è una domanda che molti si pongono.

La prima considerazione da fare è che non si può conoscere, una volta preso il Covid, da quale variante si è stati contagiati. Non basta il tampone positivo per saperlo ma solo un’analisi genomica può dirci se abbiamo contratto Omicron, Delta, Beta o Gamma.

L’opinione maggiormente condivisa tra gli esperti e che una persona contagiata con Omicron può essere contagiata con un’altra variante, come ad esempio la Delta, che è ancora in circolazione.

Guariti dal Covid: si può essere contagiati da Omicron una seconda volta

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I guariti dal Covid possono ricontagiarsi. Dai dati provenienti dal Regno Unito chi è vaccinato con tre dosi ha maggiori probabilità di prendere la variante Omicron, superiore di 4-5 volte anche rispetto a chi non si è vaccinato mentre le persone con due dosi hanno una probabilità di 2-3 volte superiore di contagiarsi con Omicron rispetto alle altre varianti.

Le persone non vaccinate invece hanno in generale più probabilità di contagiarsi, indipendentemente dalla variante.

Riassumendo con molta probabilità oggi chi è vaccinato e prende il Covid ha contratto la variante Omicron, pur non sviluppando la malattia nella sua forma grave.

Guariti dal Covid: l’opinione del professor Mario Clerici

Riguardo ad una possibile seconda infezione con Omicron Mario Clerici, docente di Immunologia all’Università Statale di Milano, si è così espresso al Corriere della Sera:

Direi di no perché la risposta immunitaria , con l’arrivo e con linfociti T, è potente e specifica per il virus con cui si viene a contatto, quindi ritengo molto improbabile una nuova infezione da Omicron, se si effettivamente è stati contagiati da Omicron.

Si potrà invece contrarre un’infezione da un’altra variante, magari Delta o qualche nuovo ceppo mutato che potrà emergere piuttosto nei prossimi mesi, scenario probabile finché il virus continuerà a circolare.

La storia dell’immunologia ci dice che è quasi impossibile contagiarsi con la stessa variante, per questo non esistono studi specifici sul tema. Sars-CoV-2 non è come il morbillo che non muta. Chi si ammala di morbillo e si vaccina non andrà più incontro alla malattia.

Clerici ha ipotizzato cosa potrebbe accadere, anche a distanza di tempo:

Con il Covid, come in generale con i virus respiratori, le cose sono diverse perché non c’è immunità sterilizzante.

Tuttavia, anche con il passare del tempo, pur con un calo di anticorpi specifici su Omicron, resteranno in circolo i linfociti T che ci proteggeranno dalla malattia: qualcuno potrà forse contagiarsi di nuovo con Omicron a distanza di tempo ma, grazie al lavoro delle cellule T, senza accorgersene e senza alcun cenno di malattia.

Della stessa opinione è il virologo Fabrizio Pregliasco, il quale ha sottolineato come dopo aver preso il Covid rimanga una buona risposta immunitaria anche con il passare del tempo, sempre tenendo conto del fatto che si tratta di un virus che muta.

Leggi anche: Vaccino ogni 4 mesi, Crisanti: “Non è salutare per il sistema immunitario”

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Michela Sacchetti
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