Jesolo non è più solo turismo balneare, tutto negli ultimi anni è cambiato drasticamente: Jesolo è un’altra, il mare si ascolta e si vive più lentamente.
La città veneta offre largo spazio alla cultura e l’abbiamo visto al Festival Aqua – La filosofia del mare, in programma dal 5 al 18 giugno, organizzato dal Comune di Jesolo e Consorzio di Imprese turistiche JesoloVenice, con la direzione artistica di Marilisa Capuano per Associazione Futuro delle Idee e l’organizzazione di Gabriele Vian per Suonica.
L’Adriatico nelle ultime settimane, ospita personalità di spicco della musica, della letteratura e dell’arte del panorama nazionale. L’innovativo JMuseo, che ospita mostre di arte contemporanea e moderna, è pensato per coinvolgere soprattutto un pubblico giovane, ma anche bambini e ragazzi con dei laboratori creativi. Oggi si può ammirare un Picasso che pochi conoscono, con una mostra dal forte taglio sociologico.
A Jesolo si possono trascorrere giornate molto intense, non solo partecipando agli eventi del Festival, in cui poter intrattenersi con ospiti come la scrittrice e presentatrice Serena Dandini e il Maestro Enrico Pieranunzi, ma anche vivere la città a 360 gradi, in tutte le sue sfaccettature.
È possibile immergersi nella natura del luogo con un approccio local e non turistico, bensì all’insegna di un’esplorazione autentica del territorio, in ottica sostenibile.
Jesolo promuove a tutto tondo la mobilità green e realizza perfettamente il connubio mare-natura-divertimento, alla scoperta di isole nascoste raggiungibili in barca e da visitare su due ruote.
Jesolo città virtuosa per le iniziative e attività bike-friendly
La laguna di Venezia, già Patrimonio Unesco, può essere visitata in un modo inedito: è possibile fare escursioni sulla Via del Respiro, percorrendo la pista ciclopedonale a sbalzo nel Comune di Cavallino-Treporti.
Che si decida di farlo con la propria bici o noleggiando un’e-bike, sia i residenti sia i turisti rimarranno incantati dai panorami mozzafiato, vegetazione e fauna locale, che accompagnano la pedalata.
Non solo mare, Jesolo è stato eletto “Comune ciclabile” per il sesto anno consecutivo. Come riporta il sito del Comune, la FIAB, Federazione Italiana Ambienta e Bicicletta, ha confermato anche nel 2024 la Bandiera della ciclabilità, riconoscimento che indica il grado di virtuosità nell’utilizzo di bici all’interno del territorio, basandosi su alcuni criteri tra cui:
- il cicloturismo
- le ciclabili urbane
- il tasso di motorizzazione
- la governance
- la moderazione tra velocità e traffico
Diverse iniziative bike-friendly valorizzano l’entroterra e Jesolo si erge a modello per gli altri comuni nell’adozione di politiche a favore della mobilità in bici, come racconta il sindaco della città, Christofer De Zotti:
A settembre ripartiranno i lavori per diversi tratti di piste ciclabili che collegheranno in modo migliore frazioni, centro storico e lido.
Altri tracciati sono in programma per i prossimi anni.
Sappiamo di avere ulteriori margini di crescita, e stiamo lavorando intensamente anche su questo fronte.
L’isola di Sant’Erasmo e la tradizione secolare dei carciofi violetti

Jesolo è una città che mette d’accordo tutti, anche i turisti e i local amanti sia del mare sia dello sport. E non c’è niente di meglio che fare una pedalata sulla ciclopedonale e scoprire lati inediti della laguna e i suoi segreti tradizionali, culturali ed enogastronomici.
Dopo aver raggiunto il Comune di Cavallino-Treporti in bici, si può proseguire la scoperta della laguna in barca, portando con sé anche la bici. E una tappa da non perdere è l’Isola di Sant’Erasmo, un’Arcadia lagunare in cui il tempo sembra essersi fermato, definita “l’orto di Venezia”, un luogo autentico in cui si respira l’atmosfera rurale ― e non solo quella peschereccia ―.
Da secoli, l’Isola di Sant’Erasmo, fornisce frutta e verdura alla città, grazie ai suoi terreni coltivati e vitigni, per altro, raggiungibili e visitabili in bici. Natura e sapori genuini, Sant’Erasmo è famosa per la coltivazione del carciofo violetto, prodotto d’eccellenza e tipico isolano, apprezzato per il suo sapore leggermente amarognolo, versatile e utilizzato in varie ricette.
La coltivazione segue un preciso rituale: la stagione dei carciofi inizia di norma a fine aprile, con la raccolta delle cosiddette ‘castraure’, i frutti apicali della pianta. Questi ultimi vengono tagliati per primi e tale operazione permette la crescita rapida e sani degli altri germogli, detti botoli.
Inoltre, ogni anno, di norma durante la seconda domenica di maggio, ha luogo la festa del carciofo violetto, in cui è possibile degustare piatti tipici a base di questo ortaggio e acquistare prodotti a km 0.
La tradizione bizantina all’Isola di Torcello
Un’altra località poco conosciuta, facilmente raggiungibile sia in barca sia con il vaporetto, è la bizantina Isola di Torcello, luogo ricco di storia e natura, situato nella laguna settentrionale di Venezia e famoso per:
- la Basilica di Santa Maria Assunta, che ospita antichissimi mosaici bizantini, tra cui uno dei più antichi rappresentanti il Giudizio Universale
- la Chiesa di Santa Fosca, a pianta centrale, apprezzata dagli amanti dell’architettura bizantina
- il Museo di Torcello, che racconta la storia dell’isola, dai primi scambi commerciali alle invasioni barbariche
- il famoso Ponte del Diavolo, senza parapetti, edificato probabilmente attorno al XV secolo, la cui origine è dibattuta; secondo alcuni Diavoli si riferisce al cognome di una famiglia locale, mentre altri la fanno risalire a un’antica leggenda, in cui si narra di un patto con il diavolo
- il Trono di Attila, in pietra, che secondo la leggenda è stato utilizzato proprio dal re degli Unni in persona
Silenzio e meditazione sull’Isola di San Francesco del Deserto
Un altro dei luoghi imperdibili nella laguna è l’Isola di San Francesco del Deserto, situata tra Burano e Sant’Erasmo, nota per il suo convento francescano e così chiamata in onore del santo che proprio qui si è fermato con una galea per ritirarsi in preghiera.
Nel XV secolo l’Isola venne abbandonata a causa di epidemie e pestilenze ― proprio da qui deriva l’aggiunta ‘del Deserto’ nella denominazione ― anche se poi tornò ad essere ripopolata. Successivamente, venne occupata nel periodo napoleonico dai soldati che depredarono il monastero e trasformarono l’area in una polveriera.
Nel 1856 l’imperatore d’Austria, Francesco I, donò l’isola al Patriarca di Venezia che permise la ricostituzione del monastero, e ad oggi ospita un convento abitato da cinque frati francescani.
L’Isola di San Francesco del Deserto, luogo incontaminato in cui natura, spiritualità e silenzio si fondono, è visitabile gratuitamente previa prenotazione e raggiungibile solo con taxi o barche private.
Jesolo, alla scoperta delle isole tra escursioni in barca e mobilità green
Promuovere itinerari sostenibili come le escursioni sui percorsi ciclopedonali e quelle in barca sulle isole meno note della laguna come Sant’Erasmo, Torcello e San Francesco del Deserto è uno degli obiettivi della città di Jesolo, invitando sia i residenti sia i turisti a vivere appieno luoghi poco noti.
Il Comune, grazie a una strategica organizzazione di iniziative orientate alla mobilità su due ruote e al festival culturale Aqua – La filosofia del mare, sta coinvolgendo un turismo più lento, lontano dalle folle accalcate, e volto alla scoperta, anzi, riscoperta, del territorio lagunare. Cultura e natura sono in fusione in una città che non è più solo balneare, ma è vivibile tutto l’anno.
Un’esperienza autentica che mette al centro la persona, il paesaggio, la storia, la cultura, e la gastronomia: Jesolo non è solo una città di mare, ma un luogo in cui antiche tradizioni si fondono al presente sempre più sostenibile e all’insegna della cultura.
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