Domani No Pass bloccheranno l’Italia: Paese in tilt. Governo valuta riduzione prezzo dei tamponi

Domani entrerà in vigore il Green Pass obbligatorio per 23 milioni di persone, ma 3,8 milioni di lavoratori non sono vaccinati. Si teme il tilt, mentre continua e si espande la protesta dei portuali. Domani il Cdm valuterà tampni meno cari e pagati dalle aziende.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Domani 15 ottobre entrerà in vigore il Green Pass obbligatorio per 23 milioni di persone. O meglio, il Pass diverrà la conditio sine qua non per accedere al posto di lavoro. Sembra tutto pronto: l’altroieri il Governo ha approvato un dpcm per descrivere le modalità con cui verrà controllata la certificazione verde dei dipendenti.

Ma i problemi, al momento, sono almeno tre: i 3.8 milioni di lavoratori non vaccinati, che portano al secondo nodo, ovvero l’ingente richiesta di tamponi (che non ci sono) per accedere al Green Pass e, in ultimo, non per importanza, le proteste e i blocchi minacciati da chi di certificazione verde proprio non ne vuole sapere.

Green Pass obbligatorio: si teme il tilt. Quali i settori più a rischio

Green Pass obbligatorio. Da domani si rischia di andare in tilt: sono troppi i lavoratori che non possiedono la certificazione verde. Ma il Premier Mario Draghi non è disposto a concedere nulla: Palazzo Chigi seguirà la linea della fermezza, verranno concessi solo minimi correttivi, ma ci penserà il contenimento del virus a mettere KO No Vax e No Pass. Tuttavia, il pericolo “blocco” rimane: sono numerosi i comparti di lavoratori che da domani potrebbero incepparsi. Come riportato da La Repubblica, i settori più a rischio sono:

  • Autotrasporti: circa 130mila persone che si occupano di trasporti potrebbero fermarsi con l’introduzione dell’obbligo di Green Pass. I numeri riportati da Ivano Russo di Confetra sono eloquenti: “La nostra confederazione raccoglie 400mila autisti e stimiamo che il 30% non abbia il Green Pass, si rischia il blocco, la paralisi del sistema logistico nazionale, oltre il problema di camionisti dell’Est vaccinati con Sputnik o altri medicinali non approvati in Europa”. Per quest’ultimo problema il Governo ha pensato a un compromesso: i vaccinati con sieri non approvati che guidano tir dovranno rimanere a bordo del mezzo, attendere lo scarico merci e poi ripartire. Ma il rischio scaffali vuoti, assenza di carburante e blocco industriale rimane.
  • Agricoltura: dei 400mila lavoratori agricoli attivi in Italia secondo la Coldiretti, almeno 1 su 4 non è vaccinato o non si è immunizzato con un siero approvato in Europa. Chi non ha il vaccino non ha alcuna intenzione di caricarsi del costo dei tampone, pari circa a 200 euro al mese. La vendemmia e la raccolta invernale potrebbero fermarsi.
  • Trasporto locale: in Italia sono circa 100mila le persone che guidano autobus, metro, vaporetti e simili. Il tasso di vaccinazione in questo settore è piuttosto alto: solo il 10% non è immunizzato, stando a una stima di Filt Cgil. Una percentuale bassa, ma comunque in grado di creare disagi.
  • Forze dell’ordine: il 20% dei poliziotti non è vaccinato, la percentuale sale al 30% per i reparti mobili che si occupano di ordine pubblico. Stando al sindacato dei Carabinieri, invece, “circa il 5% di 110mila Carabinieri non è vaccinato, può sembrare un dato esiguo, ma la sicurezza del Paese e dei cittadini è a rischio”.
  • Lavori domestici: colf e badanti non vaccinati o immunizzati con Sputnik e simili sono 600mila, anche se molti datori di lavoro sarebbero pronti a chiudere un occhio su chi non ha il Green Pass, secondo Andrea Zini di Assindatcolf. 200mila persone potrebbero comunque perdere il lavoro da domani.
  • Pubblica amministrazione: domani due novità verranno introdotte nel settore pubblico. La prima è il rientro in presenza dei lavoratori: il tempo dello smart working è finito. La seconda è appunto l’obbligo di Green Pass: dei 3,2 milioni di lavoratori del settore, una percentuale tra il 7% e il 10% non avrebbe il vaccino.

I settori che hanno recepito meglio l’introduzione del Green Pass obbligatorio sono la grande distribuzione (con appena l’8% di non vaccinati) e i locali pubblici come bar e ristoranti (è al 10% il numero di non immunizzati, non preoccupante per i gestori ma comunque problematico).

Green Pass obbligatorio: i portuali di Trieste minacciano il blocco, la protesta si estende alle autostrade

Green Pass obbligatorio: i portuali di Trieste minacciano il blocco, la protesta si estende alle autostrade

Green Pass obbligatorio. I malumori al Porto di Trieste, lo snodo marittimo più importante d’Italia, vanno avanti da ieri: lo sciopero a oltranza contro il Green Pass non si spegnerà. Il 40% dei portuali non è vaccinatoha fatto sapere Stefano Puzzer, portavoce dei portuali. Domani si assisterà a un vero e proprio blocco del porto, con i malumori che si sono estesi anche alle autostrade. “Se gli autotrasportatori esteri potranno venire in Italia senza Green Pass e quest’ultimo verrà invece imposto alle imprese italiane, valuteremo di invitare le imprese a fermare i camion. Ci auguriamo di no, ma ne stiamo discutendo” ha fatto sapere il presidente di Conftrasporto e Confcommercio Paolo Uggè.

Gli autotrasportatori hanno in mente una soluzione: continuare con il protocollo sulla sicurezza usato nella prima fase della pandemia”. Uggè ha spiegato: “Se all’inizio della pandemia, quando i morti erano 946 al giorno e il rapporto contagiati/tamponati oltre il 40%, noi per non fermare l’Italia abbiamo fatto il protocollo con il Ministero con il risultato che l’Italia non si è fermata, perché non andare avanti con quel protocollo oggi che i morti sono un decimo e il rapporto contagiati/tamponati allo 0,8%?”. Il Ministero dell’Interno, però, non ha ancora dato risposte in merito.

Green Pass obbligatorio, la circolare del Viminale per i tamponi dei portuali non piace a Palazzo Chigi

Green Pass obbligatorio: i portuali di Trieste non ci stanno. “Questa non è una battaglia per difendere lavoro e libertà dei portuali di Trieste. Noi lottiamo per tutti i lavoratori italiani, ai quali col pretesto del Green Pass si sta dando l’ultimo calcio nel culo. Da domani bloccheremo il porto fino a quando il Governo non cancellerà l’obbligo di certificato verde anti-Covid. Gli altri scali merci del Paese si stanno unendo a noi e non ci fermeremo” queste le parole del gruista Stefano Puzzer, portavoce del Clpt, vaccinato con due dosi. “Quella contro il ricatto del Green Pass è una rivolta per salvare i più deboli calpestati dal potere, oggi economico” ha concluso.

Il Viminale, di fronte a tale minaccia, sembrava aver fatto qualche passo indietro: la circolare diffusa ieri dal Ministero dell’Interno parlava di tamponi pagati dalle aziende per i portuali. Ma Draghi ne era completamente all’oscuro: il Premier si era limitato a suggerire una soluzione pragmatica, ma non pensava certo a scendere a patti con chi protestava. Tanto che oggi, quella circolare, potrebbe pure essere ritirata.

Green Pass obbligatorio, Draghi incontra i sindacati, la richiesta: tamponi meno cari pagati dalle aziende. Si deciderà in Cdm

Green Pass obbligatorio. Stamattina a Palazzo Chigi, il Presidente del Consiglio Draghi ha incontrato i sindacati. Tra gli argomenti trattati spicca quello della certificazione verde: la richiesta era quella di un abbassamento dei prezzi dei tamponi e un credito d’imposta che permettesse alle aziende di sostenerne il costo. Il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra si è detto soddisfatto di quanto concordato e ha affermato:

Sul green pass abbiamo chiesto al governo di valutare l’opportunità di ridurre ulteriormente i costi dei tamponi e di sostenere impresa e lavoro sul tema della salute e sicurezza. Il presidente del Consiglio ci ha assicurato che nelle prossime ore il governo deciderà anche eventuali iniziative in questo senso.

A margine dell’incontro col Premier, Pierpaolo Bombardieri della Uil ha affermato sulla riduzione dei prezzi dei tamponi: “Ne discuteranno domani in Cdm, ci ha spiegato il Presidente del Consiglio, e lì decideranno il da farsi”. Si attendono ulteriori sviluppi.

Leggi anche: Movimento no green pass: si temono altri episodi violenti per le manifestazioni di venerdì e sabato

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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