Green pass obbligatorio in bar e ristoranti, valido solo dopo 2 dosi, Sileri: “Seguire subito l’esempio francese”

Il nodo dell'obbligo di Green Pass non verrà sciolto nelle prossime ore, nonostante il dibattito si stia facendo sempre più acceso. Le valutazioni decisive verranno fatte nei prossimi giorni: ecco le posizioni delle forze politiche.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Come noto, il Presidente francese Emmanuel Macron ha deciso di rendere il Green Pass obbligatorio per andare in luoghi che accolgono più di 50 persone, per accedere a treni, aerei, bar, ristoranti, centri commerciali e per assistere a eventi molto partecipati. Dopo l’annuncio di tale novità, circa un milione di francesi è corso a immunizzarsi. E non è certamente un caso.

In Italia, le vaccinazioni sono in costante decrescita: due giorni fa le prime dosi sono state soltanto 54.000, il giorno prima appena 52.851, su un totale di circa 402.531 vaccini distribuiti in 24 ore. E il monito del ministro della Salute Roberto Speranza è chiaro: “La vera arma per chiudere questa stagione è la campagna di vaccinazione, dobbiamo insistere sulla vaccinazione”.

Ed è proprio in questo senso che vanno interpretate le parole del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, quando dice che anche nel nostro Paese bisognerebbe applicare il Green Pass “sul serio”. E che anzi, bisognerebbe fare subito quello che ha fatto la Francia anche in Italia: “non chieda a me perché non siamo ancora partiti, io a Speranza l’ho detto tante volte”, ha commentato il sottosegretario al Messaggero.

E poi ha aggiunto: “Pensiamo alle discoteche: se concedessimo ai locali di riaprire per i clienti con il Green Pass avremmo la corsa di chi ha tra i 18 e i 40 anni a vaccinarsi: è un mezzo per non tornare indietro quando i contagi saranno più elevati”. Convincere gli scettici del vaccino col Green Pass: questa è la svolta che si stava cercando.

Green pass obbligatorio, scontro delle forze politiche, Meloni: “Follia anticostituzionale”

Green pass obbligatorio, scontro delle forze politiche, Meloni: "Follia anticostituzionale"

La linea di Sileri è stata sposata da alcune Regioni e forze politiche, oltre che dal Commissario per l’Emergenza Francesco Paolo Figliuolo, che ha più volte ribadito come il Green Pass possa rappresentare la spinta determinante ad immunizzarsi per chi è indeciso, lasciando però la possibilità di accedere alla certificazione verde anche attraverso il tampone, nel rispetto degli equilibri costituzionali. Vicini a questa linea l’assessore alla Salute del Lazio Alessio d’Amato, diversi parlamentari del Pd e alcuni governatori, tra cui quello della Liguria Giovanni Toti.

A rifiutare completamente quest’idea è la leader dell’opposizione Giorgia Meloni, che invece ha parlato di “follia anticostituzionale”, definendo l’obbligo del Green Pass un’ “idea raggelante”. Dello stesso avviso il leader del Carroccio Matteo Salvini, che ha commentato con un lapidario ed eloquente “non scherziamo” poi, interrogato sulla posizione del Premier Mario Draghi in merito al Green Pass, ha aggiunto: “Ne abbiamo parlato ma non metto in bocca opinioni al Presidente. Diciamo che le scelte estreme non piacciono né a me né a Draghi: noi non siamo per gli estremismi. Il modello francese non è un modello, è fuori discussione. Ovviamente bisogna continuare con il rispetto delle regole per situazioni di grande assembramento”.

Green pass obbligatorio, Costa: “No obbligo per bar e ristoranti, sarebbe un vincolo economico”

Vicino alle posizioni di Salvini e Meloni anche il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, che sull’obbligatorietà del Green Pass ha detto:

Un conto è se parliamo di discoteche e stadi, ma per ristoranti e bar è eccessivo anche perché si introdurrebbe un elemento economico: pensiamo alla famiglia che va a mangiare una pizza e li costringiamo a pagarsi il tampone. Su questo sarei cauto.

Lo abbiamo introdotto per matrimoni, eventi all’aperto, allo stadio, dove ci sono grandi numeri, ma pensare di renderlo obbligatorio per la ristorazione è prematuro.

Poi c’è il parere delle categorie, divise tra chi ritiene che l’obbligo del Green Pass sia un provvedimento sacrosanto (Federalberghi) e chi, invece, teme che tale misura possa portare ad ulteriori pesanti penalizzazioni per i ristoratori (Fipe-Confcommercio).

Green Pass obbligatorio: tutti i nodi da sciogliere nei prossimi giorni

Green Pass obbligatorio: tutti i nodi da sciogliere nei prossimi giorni

Il nodo del Green Pass non verrà sciolto nelle prossime ore, nonostante il dibattito si stia facendo sempre più acceso. Le valutazioni decisive verranno fatte nei prossimi giorni, quando si dovrà deliberare anche in merito ad altre misure in scadenza, tra cui quella dello stato di emergenza, che termina a luglio ma che potrebbe essere prorogato, oltre che all’analisi di nuovi parametri per determinaare le fasce di rischio delle Regioni.

Non si esclude un incontro col Cts a breve, ma è molto difficile pensare ad una decisione ufficiale prima del monitoraggio di venerdì, che potrebbe riservare sorprese: “tra 4 o 5 giorni, se osserveremo picchi nelle città in cui ci sono stati comportamenti a rischio, capiremo se con i festeggiamenti per gli Europei abbiamo rischiato troppo” ha spiegato Sergio Abrignani, membro del Cts. E le decisioni, chiaramente, verranno prese di conseguenza.

Senza dimenticare che sul tema del Green Pass rimangono in verità diversi nodi da sciogliere: quello della costituzionalità, appunto, ma pure problemi relativi alla privacy, che dovranno essere esaminati dal Garante. Altra questione cruciale è quella di decidere se allinearsi o meno con le direttive europee: in Italia il Green Pass si riceve due settimane dopo la prima dose (ed è valido), mentre in Ue si accede al Green Pass solo a ciclo vaccinale concluso (con seconda dose).

Green pass obbligatorio: il botta e risposta tra Fontana e Carretta

Green pass obbligatorio: il botta e risposta tra Fontana e Carretta

Contro l’obbligo di Green Pass si è espresso anche il governatore lombardo Attilio Fontana (Lega Nord), che ha dichiarato: “In questo momento non ce n’è bisogno, la campagna vaccinale sta andando molto bene. I numeri sono buoni e non siamo assolutamente nelle condizioni di proporre delle misure restrittive, anzi. In questo momento, oltre a non essere possibile in Italia per privacy, in Lombardia non ce n’è bisogno, anche perché le adesioni alla nostra campagna sono sopra la media nazionale”. Immediata la risposta del consigliere lombardo Niccolò Carretta (Azione), che ha così commentato le parole del Presidente di Regione:

É più facile parlare della Lombardia, una tra le Regioni con il tasso di somministrazioni più alto d’Italia, ma credo che le parole del Presidente Fontana siano miopi riguardo i prossimi risvolti della pandemia. Ora la Francia ha fatto il primo passo e auspico che il Governo faccia quello che chiediamo da alcune settimane.

Le persone che hanno accettato questo patto collettivo non non possono subire ulteriori chiusure e limitazioni a causa di chi, pur potendo, ha scelto di non vaccinarsi appellandosi alla libertà di scelta. Purtroppo, in questi casi, si confonde la libertà con l’egoismo, ed è tempo che il Governo delinei una strategia per chiarire questo concetto, per evitare scontri sociali molto probabili.

Leggi anche: Casi in netto aumento in 10 Regioni, torna l’ipotesi zone gialle: “Non siamo usciti dallo stato di emergenza”

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