Grecia: governo fa sbarcare 400 profughi afgani

La nave ha permesso di far sbarcare e mettere in salvo quasi 400 persone nel porto egeo di Kos, le autorità greche lo hanno definito "un caso insolito e speciale"

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Grecia, accolti sulle coste 400 profughi afgani. Dopo aver vagato in alto mare per quattro giorni mentre la Grecia e la Turchia hanno mercanteggiato sul destino dei profughi afgani ormai in balia del loro destino e delle onde su una nave mercantile carica, autorizzata ad attraccare su un’isola dell’Egeo, i passeggeri sono tutti richiedenti asilo.

Grecia: dopo 4 giorni di alto mare sbarcano 400 profughi afgani

Grecia: dopo 4 giorni di alto mare sbarcano 400 profughi afgani

In quello che il ministero greco della migrazione ha definito “un caso insolito e speciale”, la nave battente bandiera turca è stata rimorchiata domenica nel porto di Kos. 

Circa 375 passeggeri, tutti profughi afgani che fuggivano dal regime talebano. Questo avvenuto, è stato registrato in Grecia come il più grande afflusso di richiedenti asilo da anni. I profughi afgani sono stati portati in un centro di accoglienza sull’isola. Altri sei sono stati arrestati per essere interrogati, ancora ignote le cause dell’arresto, e una donna è stata ricoverata in ospedale sull’isola di Karpathos.

Funzionari della guardia costiera greca hanno affermato che quelli a bordo erano per lo più giovani maschi afgani. Molti sono stati segnalati per essere affamati e disidratati dopo un calvario iniziato giovedì quando il mercantile, inizialmente diretto in Italia, ha avuto problemi al motore e ha inviato un segnale di soccorso al largo dell’isola di Creta, poco dopo essere salpato dalla Turchia.

Giorni di negoziati tra Atene e Ankara sono seguiti dopo che il governo greco ha lanciato un appello tramite la Commissione europea affinché la Turchia riprendesse la nave, in linea con un accordo del 2016 raggiunto con l’UE volto a fermare i flussi di migranti.

Quando le autorità turche hanno chiarito che non avrebbero accettato la nave, i funzionari della guardia costiera greca hanno lanciato quella che hanno definito una delle più grandi operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo orientale.

Il ministro del paese per la migrazione e la politica di asilo, Notis Mitarachi, ha descritto l’incidente come “un altro viaggio pericoloso e illegale dalla costa turca, facilitato da bande criminali”. Ieri il ministro ha dichiarato:

Abbiamo notificato all’UE che la Turchia si è rifiutata di riprendere la loro nave. La Grecia ha salvato centinaia di migliaia di persone negli ultimi sette anni. È tempo che l’UE agisca e fornisca una solidarietà efficace e garantisca il rispetto della dichiarazione UE/Turchia del 2016.

A differenza della Turchia e di altri che hanno ignorato il problema, la Grecia si è fatta avanti, fornendo supporto umanitario immediato alle persone bisognose come facciamo sempre. Ma la Grecia non può risolvere da sola la crisi migratoria.

Da quando i talebani hanno preso il controllo dell’Afghanistan ad agosto, tra gli stati dell’UE sono aumentati i timori di una replica della crisi dei rifugiati del 2015 quando quasi 1 milione di siriani arrivarono in Europa attraverso Lesbo e altre isole dell’Egeo in prima linea.

La Turchia ha ripetutamente accusato la Grecia di aver rimandato con la forza nelle acque turche barche stipate di richiedenti asilo perseguendo una politica di respingimento e ha invitato i media internazionali a testimoniare tali incidenti. Atene ha accusato le autorità turche di aver deliberatamente intensificato la tensione incoraggiando i trafficanti a organizzare i viaggi illeciti.

L’ONG Aegean Boat Report ha affermato che le autorità greche sono state informate attraverso i resoconti dei media locali che la nave da carico era in pericolo, ma che si sono trattenute a confermare l’incidente, suscitando il timore che fosse in corso un altro respingimentoNessuno di quelli a bordo voleva tornare in Turchia perché non lo considerava un paese sicuro, ha affermato l’organizzazione.

Leggi anche: Turchia: Erdogan vuole cacciare 10 ambasciatori occidentali

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Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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