Giuseppe Loy “Una certa Italia”: ritratto di un paese che abbiamo dimenticato

Fotografo e poeta che ha cambiato il modo di concepire la fotografia popolare dagli anni '60 fino all'inizio degli anni '80. La sua mostra sarà esposta alle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma dall' 8 dicembre fino al 27 febbraio 2022.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Palazzo Barberini accoglie le opere di Giuseppe Loy. A quarant’anni dalla scomparsa prematura dell’artista, le Gallerie Nazionali di Arte Antica ospitano la prima retrospettiva dedicata interamente a Giuseppe Loy, a cura di Chiara Agradi e Angelo Loy (figlio dell’artista).

La mostra, dal titolo “Una Certa Italia” riunisce più di 130 stampe originali, molte delle quali inedite, provenienti dall’Archivio Fotografico Giuseppe Loy.

Giuseppe Loy: lo sguardo popolare su vent’anni di Italia

Giuseppe Loy: lo sguardo popolare su vent'anni di Italia

Loy comincia il suo percorso di artista fotografico verso la fine degli anni ’50, precisamente nel 1959, ma lo fa senza alcun tipo di impegno critico, ma solo per pura e semplice passione, il motore delle sue opere.

Il suo sguardo riflessivo si sofferma su “Una Certa Italia”, che fotografa con libertà e ironia. Le fotografie dei primi anni Sessanta testimoniano di un’Italia contadina che si affaccia al progresso.

Nel 1962, Giuseppe Loy accompagna il fratello Nanni Loy sul set del celebre film “Le Quattro giornate di Napoli”, esperienza che lo orienta verso alcuni dei suoi soggetti ricorrenti in quegli anni.

Si allontana così dal set per concentrare la sua attenzione su quello che ha intorno, la persistenza delle rovine della guerra, o attimi di vita quotidiana, alla ricerca costante di un’Italia libera da stereotipi e spettacolarizzazioni.

Il mare di Giuseppe Loy

Uno dei temi più ricorrenti nei ritratti di Loy è il mare. Un tema che affonda nelle radici dell’artista, essendo lui di origini sarde, e che diventerà teatro delle sue riflessioni e dei suoi scatti.

Dalle fotografie della serie Il mare degli italiani, richiamo alle origini sarde dell’autore, o dagli scatti delle periferie di Roma, ma anche dagli stessi scatti fatti sul litorale laziale da Ostia fino a Terracina, si osserva la ricerca costante di un equilibrio tra la presenza umana e il paesaggio.

Luoghi messi a dura prova dal caotico sviluppo e progresso urbanistico e dall’irreversibile fenomeno di costruzione edile che ha preso come obiettivo tutti litorali e di cui l’uomo è testimone o parte integrante.

Chi è Giuseppe Loy

Giuseppe Loy nasce a Cagliari nel 1928. Nel 1938 si stabilisce con la famiglia a Roma, dove si laurea in Giurisprudenza. Nel 1954 sposa la scrittrice Rosetta Provera, nota come Rosetta Loy.

Anche grazie all’appoggio del fratello e regista Nanni Loy, in quegli anni lavora nel cinema come segretario di edizione e direttore di produzione. Suo è il soggetto di “Gente Felice” di Mino Loy e sue saranno le poesie recitate dalla protagonista di Amore o qualcosa del genere di Dino Bartolo Partesano.

Nel 1957 diventa dirigente dell’impresa di costruzioni fondata dal suocero. Parallelamente si dedica per passione alla poesia e alla fotografia. Nel 1968 si iscrive al Partito Comunista e inizia un’attività politica che lo accompagnerà tutta la vita, dedicandosi inoltre alla formazione di diversi Centri Culturali, soprattutto al Sud. Giuseppe Loy muore di infarto a Roma il 5 ottobre 1981,lasciando più di settantamila scatti, un libro di poesie e quattro figli: Anna, Benedetta, Margherita e Angelo.

Leggi anche: Depot, il più grande deposito d’arte al mondo sta per aprire

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