Giulia Schiff, la soldatessa italiana espulsa dall’Aeronautica che ora combatte a Kiev

Giulia Schiff è una soldatessa italiana espulsa dall’Aeronautica Militare. Dopo aver denunciato episodi di nonnismo all'Accademia di Pozzuoli, ora combatte a Kiev per i fratelli ucraini. Cosa sappiamo della sua vita.

Rosarianna Romano
Rosarianna Romano
Rosarianna Romano, classe 1997. Formazione umanistica e interessi eclettici, sedotta dall'arte e dalla storia contemporanea, ama leggere i libri e la realtà. Nata in Puglia e bolognese d'adozione.
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Si chiama Giulia Schiff, ha 23 anni ed è originaria di Mira, in provincia di Venezia. Ex pilota dell’Aeronautica Militare, ora si trova in Ucraina come volontaria nelle Forze Speciali della Legione Internazionale, create dal presidente Zelensky per supportare l’esercito contro l’invasione russa. È l’unica donna del gruppo.   

Combattendo per aiutare i fratelli e le sorelle di Kiev, Giulia ha dichiarato a Rai News 24 di sentirsi «dalla parte giusta della storia»:

Ci sono anche altri italiani, siamo tutti qua con lo stesso e unico motivo di aiutare il prossimo e prevenire che l’avanzata russa dilaghi al di fuori dell’Ucraina. Siamo inquadrati nella legione internazionale. Io mi sento dalla parte giusta della storia.

Giulia Schiff e l’odissea con la giustizia

Giulia Schiff nel 2021 ha denunciato episodi di nonnismo che avrebbe subito, al 70esimo Stormo di Latina, da parte di 8 agenti durante il cosiddetto “battesimo del volo”.

Secondo la denuncia presentata dalla 23enne, quello che sarebbe dovuto essere una sorta di rito di iniziazione a conclusione del suo primo volo, si sarebbe trasformato in un’aggressione fisica da parte dei colleghi. La giovane sostiene che, a seguito della sua denuncia penale, l’Aeronautica Militare la avrebbe espulsa dalle Forze Armate italiane per «inattitudine militare e professionale».

A seguito di questa decisione, Giulia ha fatto ricorso. Tuttavia, la sua richiesta è stata respinta dal Consiglio di Stato, confermando l’espulsione.

Giulia Schiff

La lotta di Giulia Schiff

L’aviatrice ha creato una pagina Facebook dove racconta l’evoluzione della sua storia. Qui leggiamo:

Ho creato questa nuova pagina per aggiornare tutti sulla mia vicenda e per condividere i miei pensieri in merito. Ora che non sono più militare ho riacquisito la libertà di parola che mi era preclusa. Tengo molto al fatto che la vicenda non passi in sordina, non sarebbe giusto non solo per me, ma per tante altre persone che vivono o hanno vissuto esperienze simili. Mi hanno detto anche che sono come una canoa contro una portaerei. Non mi interessa. Io sono per la verità e per la giustizia.

Pochi giorni fa si è tenuta l’udienza al Tribunale di Latina. La prossima cadrà il 20 maggio. In questa data, il giudice monocratico Laura Morselli deciderà sulla richiesta di citazione del Ministero della Difesa quale responsabile civile.

A novembre Giulia era arrivata puntuale al suo appuntamento davanti alla corte. Mai, forse, avrebbe pensato di trovarsi, a distanza di sei mesi, davanti ad altre scene e tra la vita e la morte.

Leggi anche: Putin: “Risposta fulminea a interventi esterni con mezzi mai utilizzati prima”

Giulia Schiff e la scelta di partire per l’Ucraina

Il giorno dopo l’inizio dell’invasione russa in Ucraina, il 25 febbraio 2022, Giulia Jasmine Schiff scriveva così sui social:

Non ci sono giustificazioni per non reagire. Bisogna soccorrere un Paese che non si può difendere da solo invaso da una delle potenze del mondo tra l’altro con motivazioni ridicole… a maggior ragione che è nostro vicino di casa. Quante parole inutili, ma quali sanzioni? Perché potremo veramente aiutare e invece stiamo a guardare?

Ma Giulia non si è limitata a scrivere un post indignato sulla sua pagina Facebook. La giovane pilota è partita davvero, zaino in spalla e tanta determinazione, per l’Ucraina.

Suo padre Dino, ex pilota dell’Aeronautica, ha detto:

Giulia mi ha detto che andava in Ucraina una ventina di giorni fa, quando mancava poco alla partenza dell’autobus. Cosa stia facendo esattamente non lo so, sono comunque orgoglioso di lei. Ma era meglio se stava a casa.

Senza aver reso partecipi i genitori della sua decisione, Giulia Schiff è volontaria a Kiev, per offrire il suo aiuto a una popolazione colpita dalla guerra. La seguiamo da lontano nel suo atto di coraggio.

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