La Giornata mondiale della salute mentale la dedichiamo a Shanti De Corte

Oggi, Giornata mondiale della salute mentale, ci si interroga su come non ci siano state cure e terapie per Shanti De Corte, una ragazza di 23 anni che soffriva di depressione, tali da impedirle il suicidio assistito.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Oggi 10 ottobre ricorre la Giornata mondiale della salute mentale. Parlare di salute mentale è ancora un tabù, anche in relazione all’episodio di suicidio assistito che ha interessato Shanti De Corte, una ragazza 23enne, la quale dopo essere sopravvissuta agli attentati di Bruxelles, rivendicati dall’Isis, non si sarebbe più psichicamente ripresa.

La decisione di ricorrere all’eutanasia è divenuta oggetto di dibattito, sia per la sua giovane età sia perché in molti si interrogano come le cure esistenti non siano state necessarie ad alleviare il dolore che da sei anni l’attanagliava.

Shanty sopravvive all’attentato di Bruxelles, poi la scelta dell’eutanasia

Shanti De Corte era una ragazza fiamminga che pur essendo sopravvissuta fisicamente alla strage di Bruxelles, ne è uscita devastata per lo shock subito e per aver visto morire alcuni compagni.

Era il 22 marzo del 2016 quando lei insieme a una novantina di compagni di scuola del collegio di Santa Rita di Kontich stavano per imbarcarsi per Roma, per celebrare la fine del ciclo di studi. L’appuntamento nella stazione aerea di Bruxelles quella mattina era per le 7.58, quando la prima delle due bombe è esplosa a pochi metri dalla giovane.

Da allora la sua condizione psicologica si è aggravata fino a soffrire di una grave depressione, curata con una pesante terapia farmacologica e intervallata da ricoveri in reparti psichiatrici. Le cure però non sarebbero bastate e la sofferenza l’avrebbe portarla a prendere la decisione del suicidio assistito, unica strada da lei percorribile per alleviare i suoi incubi e demoni interiori. Ha lasciato scritto sul suo profilo Facebook prima del 7 maggio, giorno in cui ha detto addio alla vita:

Ho riso e pianto fino all’ultimo giorno. Ora me ne vado in pace. Sappiate che già mi mancate.

Giornata mondiale della salute mentale: la scelta contestata di Shanty

La scelta di Shanty è stata contestata da un noto neurologo belga, Paul Deltenre, il quale si è detto convinto che nel caso di Shanty non è vero siano state intraprese tutte le strade percorribili. Da qui si è avviata un’indagine da parte dei magistrati di Anversa, i quali hanno stabilito che per ora il caso è chiuso, essendo stata pienamente rispettata la legge.

In Belgio l’eutanasia è riconosciuta in caso di sofferenze fisiche o psichiche non curabili

La richiesta di Shanti De Corte era stata comunque già accolta dalla Commissione federale che aveva vagliato il caso con parere favorevole.

Nel dibattito sul fine vita è intervenuto anche di recente Papa Francesco. Rispondendo ai giornalisti durante il volo di ritorno dal Kazakistan ha ribadito la posizione della Chiesa:

Uccidere non è umano. Punto. Se tu uccidi con motivazioni alla fine ucciderai sempre di più. Uccidere lasciamolo alle bestie.

Tra i due estremi però, quello del no e del sì categorico, vi è anche una linea sottile che in questo caso potrebbe essere stata toccata. Per quanto la depressione sia una malattia brutta e interiormente devastante si fa fatica a credere che nel 2022 non ci siano cure e terapie che riescano quanto meno a tenerla a bada e oggi, nella Giornata mondiale della salute mentale vogliamo ribadirlo a chiare lettere: la depressione si può e si deve curare.

Leggi anche: Marco Bellavia dimostra che la depressione in Italia è ancora un tabù

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