Trapani, giornalisti spiati dalla magistratura nell’inchiesta ONG, Cartabia: “Accertamenti urgenti”

Il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, invia i propri ispettori per far luce sull'indagine della procura di Trapani sulle Ong. Vari i giornalisti intercettati ingiustamente.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Trapani, giornalisti intercettati senza essere inseriti nel registro indagati della procura. Questa è la questione che da una settimana circa tiene banco su tutti i media italiani.

La notizia portata alla luce dal quotidiano Domani, tramite la penna di Andrea Palladino, ha fatto emergere una serie di vicende inquietanti durante le indagini svolte tra il 2016 e il 2017 dalla procura di Trapani.

Alcuni giornalisti, che raccontavano le rotte dei migranti nel mediterraneo, venivano intercettati senza essere inseriti nel registro indagati della procura. Tra di loro Francesca Mannocchi, Nello Scavo, Antonio Massari e Nancy Porsia, quest’ultima intercettata per ben sei mesi.

Per fare chiarezza su quanto avvenuto, il Ministero della giustizia, su diposizione immediata della guardasigilli Marta Cartabia, ha aperto un fascicolo e ha inviato inoltre i propri ispettori in Sicilia.

Trapani, giornalisti intercettati: il Ministero di giustizia apre un fascicolo

Giornalisti intercettati: il Ministero di Grazie e Giustizia apre un fascicolo

Via Arenula ha inoltrato una richiesta all’ispettorato generale per svolgere immediatamente i necessari accertamenti, formulando le proprie valutazioni sul caso e anche un modus operandi per far fronte alla questione.

Nel mirino dei magistrati trapanesi che indagavano sul ruolo delle tre ONG, Jugend Rettet, Save The Children e Medici Senza Frontiere, non sono finite solo le organizzazioni che si occupavano del soccorso in mare dei migranti, ma anche diversi giornalisti italiani. Questi sono stati intercettati dalla procura di Trapani nel periodo in cui raccontavano e documentavano proprio le rotte dei migranti e le condizioni nelle quali questi venivano chiusi e detenuti nei campi libici.

Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che la ministra Marta Cartabia vuole vederci chiaro:

Bisogna svolgere con urgenza i necessari accertamenti preliminari.

Nelle ultime ore è stato formalmente aperto un fascicolo sull’inchiesta della procura di Trapani sulle ONG, nell’ambito della quale sono stati appunto intercettati diversi giornalisti nelle comunicazioni con le fonti, ma anche in conversazioni private.

Giornalisti intercettati, parla Nello Scavo: “Fui interrogato più volte sulle mie fonti, adesso scopro che sapevano già tutto”

Giornalisti intercettati, parla Nello Scavo: "Fui interrogato più volte sulle mie fonti, adesso scopro che sapevano già tutto"

Nello Scavo, giornalista, è stato intercettato mentre parlava con una sua fonte sulle modalità per ricevere un video che dimostra le violenze subite dai migranti in Libia. C’è un vero problema di democrazia, dice Scavo: 

Non è una cosa che mi sorprende, piuttosto mi stupisce la quantità di giornalisti coinvolti in questa pesca a strascico. 

Nessuno di noi reporter intercettati ha commesso niente di illecito, abbiamo fatto bene il nostro lavoro parlando con le fonti.

Non mi sorprende, tuttavia non è una cosa che posso accettare.

Scavo ha dichiarato che nel 2018, il periodo successivo a quello delle intercettazioni che lo hanno visto inconsapevolmente coinvolto insieme agli altri colleghi, è stato convocato da alcune procure, anche internazionali: 

Mi chiesero di rivelare la fonte delle mie informazioni. Ho sempre opposto il segreto professionale.

Adesso ho la conferma che in realtà qualcuno sapeva esattamente quali fossero le mie fonti. 

Sei mesi di intercettazioni per Nancy Porsia

Sei mesi di intercettazioni per Nancy Porsia

Nancy Porsia, tra i giornalisti intercettati, probabilmente è stata colei che più di tutte ha subito intercettazioni delle sue conversazioni, durate ben sei mesi, e delle quale pare ci siano ben 22 pagine di trascrizione. Quello della freelance è probabilmente il caso più eclatante. Ha dichiarato:

Per sei lunghi mesi hanno avuto accesso al mio lavoro tra Libia, Mediterraneo, Etiopia, Eritrea.

Ci sono le trascrizioni con la mia avvocata Alessandra Ballerini, con altri avvocati con cui si discuteva di informazioni sensibili su procedimenti processuali.

Ci sono le mie fonti, fonti collezionate in anni di lavoro sul campo, i colleghi con cui parlo, la mia vita privata…

Mi chiedo, è un caso che abbiano posto sotto controllo una freelance?

Troppo spesso noi battitori liberi siamo messi in un angolo. Ancora più spesso ci restiamo.

Ma delle volte tocca non solo fare inchieste, anche difenderle…

Nancy Porsia è esperta in particolare di Libia. È stata intercettata a lungo anche durante le telefonate con il proprio avvocato, Alessandra Ballerini, nelle quali si diceva preoccupata per le minacce ricevute dalle milizie libiche guidate dal trafficante Bija che, insieme ad Avvenire, la Porsia ha contribuito a smascherare, dimostrando con immagini anche la sua presenza a un incontro al Ministero dell’interno quando a guidarlo era Marco Minniti.

Il suo lavoro occupa ben 22 pagine. Include anche materiale fotografico, rapporti personali e nomi di fonti sul campo, oltre ai suoi contatti con altri giornalisti italiani e internazionali.

Sono stati tracciati anche i suoi movimenti e vari dati personali. Un’intercettazione che, come scrive il quotidiano Domani, è stata richiesta e autorizzata con la funzione di positioning, ovvero con il tracciamento degli spostamenti dell’utente. Tutti dati assolutamente irrilevanti per le indagini in corso, visto anche che Porsia non risultava indagata.

Leggi anche: Primo attacco aereo di Biden in Siria, cosa c’è dietro

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