Dalla Garbatella a Palazzo Chigi, Giorgia Meloni: “Su di me peso di essere prima donna premier”

Giorgia Meloni sente il peso che la sua nuova carica comporta. La sua elezione ha fatto la storia della Repubblica italiana. Vediamo come è riuscita nella grande impresa.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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L’elezione di Giorgia Meloni come Presidente del Consiglio, indipendentemente dall’orientamento politico di ognuno, sta segnando una svolta e un cambiamento epocale. Non si può non considerare il fatto che sia la prima donna premier in Italia.

E ancora non si può sorvolare sulla sua storia familiare e sul contesto in cui è cresciuta. Senza ricorso ad agevolazioni o aiuti di sorta ne di appartenenza a nessuna lobby si è fatta strada, mantenendo una propria idea di fare politica, che seppur vecchio stampo, ha convinto gli italiani che l’hanno votata.

La determinazione, la costanza e la caparbietà nel raggiungere i suoi obiettivi, ora, ripercorrendo la sua storia a ritroso, si leggono chiaramente.

Giorgia Meloni: self made woman

Giorgia Meloni cresce in una zona periferica di Roma, la Garbatella, all’interno di una famiglia composta dalla madre e dalla sorella. Il padre invece, di cui la stampa ha recentemente parlato, avrebbe abbandonato la moglie quando le figlie erano piccole. Giorgia quindi sarebbe cresciuta senza il supporto e il sostegno paterno.

La scuola frequentata, un istituto tecnico professionale dall’indirizzo linguistico, non è il liceo Tasso, il Mamiani o il Virgilio, ma ciò non la intimorisce e fin da giovanissima milita in Alleanza nazionale, come responsabile del movimento studentesco. Nei primi anni 2000 viene nominata dirigente nazionale e poi presidente di Azione Giovani, fino all’elezione come deputata nel 2006 e ministro della Gioventù del IV governo Berlusconi, dal 2008 al 2011.

Anche qui non si sente di essere arrivata e prosegue il suo percorso politico che la porterà a fondare un proprio partito, insieme a La Russa e Crosetto. Sarà proprio con Fratelli d’Italia che raggiungerà l’ultima e decisiva vittoria elettorale.

Il presidente del Consiglio Meloni, e la scelta di farsi chiamare al maschile

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Recentemente è sorta la polemica riguardo alla scelta di Giorgia Meloni di farsi chiamare il presidente anziché la presidente. Professori, politici e giornalisti hanno criticato la sua decisione, ma in realtà farsi chiamare al maschile non è un errore, e diversi linguisti su questa tematica sono di questo parere anzi molti lo preferiscono, anche dal punto di vista della lingua.

Un altro aspetto che ha scatenato la polemiche è l’essere stata accusata di comportarsi come un uomo e di volere le donne un passo dietro agli uomini. Riprendendo la questione, durante il suo discorso alla Camera dice, rivolgendosi alla Serracchiani, a voler sottolineare come la sua elezione esprima esattamente il contrario:

Le sembra che stia un passo dietro agli uomini?

Meloni, underdog e fasce deboli

La strategia politica di Giorgia Meloni è anche quella di parlare alle fasce più deboli, attraverso uno stile autentico e pragmatico che non bada molto alla forma. La categoria a cui si rivolge in definitiva è la stessa in cui si identifica, o almeno di cui sente le radici. Nel discorso di ieri alla Camera ha voluto lei stessa ricordare ai deputati presenti la sua storia:

Provengo da un’area culturale che è stata confinata ai margini, e non sono certo arrivata fin qui fra le braccia di un contesto familiare e di amicizie influenti.

Per poi definirsi, utilizzando un termine inglese, come l’underdog, spiegandone il significato: “Lo sfavorito, per semplificare, che per affermarsi deve stravolgere tutti i pronostici”. Ed è così che Giorgia Meloni si vede, e forse gli elettori questo aspetto lo hanno percepito, e in alcuni casi possono essersi anche identificati, seppur inconsapevolmente.

Ora invece la premier, consapevole del ruolo di pioniera, essendo il primo presidente del Consiglio donna, sa che ogni suo passo potrebbe avvantaggiare tante altre donne. Proprio come le donne citate nel suo discorso, le quali le avrebbero spianato la strada, ora tocca a lei fare la sua parte.

Leggi anche: Meloni alla Camera: “Farò ciò che devo a costo di non essere rieletta”

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Michela Sacchetti
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