Addio a Gino Landi: chi era lo storico coreografo e quale contributo ha dato al varietà

Gino Landi è stato un grande regista e coreografo. Con lui scompare un pezzo di storia del varietà italiano.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Gino Landi è morto oggi a 89 anni nella sua casa di Roma. A dare la conferma della sua scomparsa all’Adnkronos è stata la sua collaboratrice, Cristina Arrò, spiegando che il coreografo e regista aveva problemi di salute da tempo.

Landi ha lavorato nel mondo del cinema, teatro e tv, divenendo uno dei registi teatrali e televisivi più affermati nel panorama nazionale e internazionale.

Gino Landi: figlio d’arte dalla carriera brillante

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Gino Landi, pseudonimo di Luigi Gregori, è nato nel 1933 a Milano. Era figlio di due artisti di varietà che si esibivano al Teatro Dal Verme. Debutta in teatro come ballerino ma si accorge di non trovarsi a suo agio davanti al pubblico e sceglie di dedicarsi alla composizione coreografica per il teatro leggero. Una sera del 1956 un suo lavoro “Bulli e pupe” è notato da Erminio Macario, che lo sceglie come coreografo per il suo prossimo spettacolo, “Non sparate alla cicogna” con la Mondaini.

Landi ha collaborato con i più grandi come Federico Fellini, Ennio Flaiano e Nino Roto. A lui si devono importanti regie di edizioni storiche del Festival di Sanremo, del Festivalbar e numerosi spettacoli teatrali, come il Rugantino o Vacanze Romane, in collaborazione con il duo Garinei e Giovannini.

Ha curato la regia e coreografia di opere liriche come La Rondinè di Puccini, ‘Les contes d’Hoffmann’ di Offenbach e ‘Il mondo della Luna’ di Paisiello, e di operette al Festival dell’Operetta che organizzava il Teatro Verdi di Trieste.

Gino Landi, il suo ruolo nella storia del varietà

Gino Landi ha fatto la storia del varietà. I suoi balletti hanno impreziosito i programmi Rai in bianco e nero dell’epoca attraendo il pubblico grazie alle esibizioni delle gemelle Alice ed Ellen Kessler, di Raffaella Carrà e a quelle di Lorella Cuccarini, in Fantastico del 1986.

Il talento del regista è stato quello di saper mescolare musica e danza, canto e ballo, privilegiandone l’aspetto collettivo, in modo tale che i due autori, quasi compartecipi, si allaccino al pubblico in un clima di festa.

La Cuccarini, intervistata dal Corriere della Sera, ha dichiarato quanto fosse esigente Landi. Allo stesso tempo anche lavorare con lui era molto sfidante. Il regista richiedeva una continua sfida su se stessi per superare i propri limiti, possibile anche perché in passato, conclude la soubrette, si avevano a disposizione mesi per preparare il varietà.

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