Gemelli separati alla nascita, Mario e Carlo si ritrovano per caso sul bus della scuola

Gemelli separati alla nascita si ritrovano a 13 anni: "Quel giorno siamo scoppiati a piangere, felici e feriti, non sapevamo di essere stati adottati".

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Separati alla nascita il 9 gennaio 1963 al Policlinico di Bari, Carlo e Mario hanno scoperto di essere gemelli quando avevano solo 13 anni. Adottati da due famiglie diverse, a raccontare la loro storia è “Telebari”: sono cresciuti a pochi chilometri di distanza, nella provincia barese, senza sapere l’uno dell’esistenza dell’altro. Fino a quando si sono conosciuti per puro caso sull’autobus che li avrebbe portati a scuola.

Ha dichiarato così Mario: Nel 1976 prendevo il bus a Terlizzi, mentre Carlo saliva alla fermata di Mariotto. Ci vedevamo spesso e così siamo diventanti amici, ci siamo affiatati… forse era il richiamo del sangue”.

Come hanno scoperto di essere gemelli Carlo e Mario?

Dopo una litigata, Mario ha deciso di invitare Carlo a casa sua per riappacificarsi: “Quando mio padre ha visto Carlo quel giorno, ha capito subito e lo ha riconosciuto. Gli ha chiesto se venisse da Mariotto e se fosse nato il 9 gennaio del 1963, proprio come me”.

Qualche tempo dopo è avvenuta l’incredibile scoperta: “Quando la madre adottiva di Carlo è morta, la mia famiglia lo ha invitato a pranzo. Proprio in quest’occasione ci è stata detta la verità. Nessuno dei due sapeva di essere stato adottato e men che meno di avere un fratello gemello a pochissimi passi da casa”. Ha continuato ancora Mario. “I miei genitori ci hanno detto, ‘Siete gemelli, figli della stessa donna. Vi hanno separato nella culla'”.

Come hanno reagito Mario e Carlo dopo aver scoperto di essere gemelli?

La loro reazione dei gemelli, tanto entusiasta quanto sbigottita, non si è fatta attendere. Ha continuato Mario:Quel giorno siamo scoppiati a piangere, felici e feriti. Credevo di essere figlio unico e scoprire di avere un fratello gemello è stata una cosa meravigliosa, ma allo stesso tempo mi è caduto il mondo addosso. Abbiamo capito che eravamo cresciuti nella menzogna, e che da quel momento in poi avremmo dovuto fare i conti con un vuoto inspiegabile che avvertivamo da sempre“.

Mario e Carlo sono riusciti a rintracciare la loro madre biologica?

Da qualche anno, Mario cerca a tutti costi di conoscere l’identità della loro mamma, anche grazie all’aiuto della sua compagna:Io e la mia compagna Francesca ci siamo recati spesso nell’orfanotrofio di Bari per chiedere informazioni riguardo alla donna che mi ha messo al mondo, ma ci hanno detto che non voleva venisse rivelata la sua identità e che l’archivio era andato distrutto in un incendio”.

Mario ha, inoltre, chiesto aiuto a sua madre adottiva: “Per un periodo, con un avvocato, anche mia mamma adottiva ha cercato di conoscere l’identità della donna che mi ha messo al mondo. Dalle ricerche è emerso che fosse una nobile e ha cancellato le tracce della nostra nascita. Nonostante tutto vorrei abbracciarla e conoscerla, forse perché la mia infanzia non è stata bella… Sento ancora questo bisogno”.

Carlo invece, come ha sottolineato ancora Mario, non vuole mettersi sulle sue tracce: “Mio fratello non vuole sapere nulla di tutto questo. Ha paura di restare deluso e di scoprire che non vuole conoscerci, di riaprire ancora questa ferita”.

Leggi anche: Gemelline siamesi separate a Roma, la mamma: “Avete fatto risuscitare le mie figlie”

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