Gazprom vuole blocco delle forniture ai Paesi ostili: l’Ue si prepara a razionamento e recessione

Stando a quanto rivelato da Kommerzant, Gazprom sta valutando la possibilità di un blocco totale delle forniture ai Paesi ostili a Mosca. Ecco le conseguenze e la gravità di uno scenario simile.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Blocco forniture di gas: quali sarebbero le conseguenze? Stando a quanto rivelato da alcune fonti al quotidiano russo Kommerzant, la multinazionale russa Gazprom, controllata dal Governo di Mosca e attiva soprattutto nell’estrazione di gas naturale, sta valutando la possibilità di un blocco totale delle forniture ai paesi ostili (Italia compresa).

Il colosso energetico ha già ricevuto disposizioni in merito ai contratti con i paesi “nemici” di Mosca: andranno modificati ed adeguati al pagamento in rubli, dato che il Governo russo ha deciso che che le forniture non potranno più essere pagate in dollari o in euro, in modo da rivalutare la propria moneta.

Blocco forniture, Mosca: “Pagamento in rubli non scatterà nell’immediato”. Sale il prezzo del gas

Blocco forniture. “Pagamento e consegna del gas avvengono in due momenti differenti”, ha sottolineato Mosca, come a dire che se i Paesi della lista nera decidessero di pagare in dollari o in euro il gas non verrebbe proprio erogato. Il Governo russo ha comunque sottolineato che il pagamento in rubli non scatterà nell’immediato, ovvero dal 1°aprile, ma che gli altri Paesi potrebbero avere più tempo per correre ai ripari.

Questa neanche troppo velata minaccia ha fatto registrare in Europa una notevole impennata del prezzo del gas: quello scambiato al TTF di Amsterdam nel fine settimana ha superato di nuovo i 120 euro al megawattora, basti pensare che appena due anni fa il prezzo era inferiore di 15 euro.

I piani d’emergenza di Germania e Austria, Volodin: “Pagare in rubli non dovrebbe essere un problema”

Blocco forniture, Mosca: "Pagamento in rubli non scatterà nell'immediato". Sale il prezzo del gas

Blocco forniture: la Germania, che assieme all’Italia è uno dei Paesi ostili più dipendenti dalle forniture di gas di Mosca (per il 55%), ha già pensato a un piano di emergenza sull’energia che potrebbe portare al razionamento. La scelta di Berlino è stata imitata oggi anche dall’Austria, il cui piano d’emergenza nelle ultime fasi prevede, come quello tedesco, il ricorso al razionamento e, in ultimo, alla redistribuzione del gas solo alle strutture ritenute prioritarie (come ospedali, case private).

La notizia non certo positiva, poi, è che Mosca vorrebbe ampliare l’utilizzo del pagamento in rubli anche a molte altre materie prime, proprio col fine di rivalutare la propria moneta. Anche perché, sottolinea il Governo russo, pagare in rubli non dovrebbe essere affatto un problema per i Paesi Ue.

Il presidente della Duma Vyacheslav Volodin, come riportato dalla Tass, ha detto: “I Paesi europei hanno tutte le opportunità di mercato per pagare in rubli. Non c’è nessuna tragedia. La situazione è molto più terribile quando ci sono i soldi ma non le merci. Inoltre, sarà opportuno, laddove andrà a beneficio del nostro Paese, ampliare l’elenco dei beni esportati in rubli: fertilizzanti, grano, petrolio, carbone, metalli e legname. I Paesi europei smettano di cercare giustificazioni per non pagare in rubli”.

L’Ue si prepara all’emergenza, c’è l’ombra di una recessione tecnica

I piani di emergenza attivati dai Paesi europei, secondo Reuters, sono “il segnale più chiaro che l’Ue si sta preparando all’eventualità che Mosca tagli le forniture dopo che il Presidente Vladimir Putin ha chiesto che Europa e Usa paghino in rubli le esportazioni di materia prima”. Lo scenario che si prospetta per i Paesi Ue che pagheranno le forniture in euro non ascoltando le richieste di Mosca (e che quindi rischieranno sul serio la mancata erogazione) è disastroso.

Stando all’analisi degli esperti di Citi, il permanente blocco forniture di gas da parte di Mosca porterebbe a una “recessione tecnica”, che avviene quando il Pil trimestrale è inferiore a quello del trimestre precedente per due volte di fila. Le stime di crescita del Pil per i Paesi dell’Eurozona calerebbero dal +2,3% al +0,7% e “l’Italia e la Germania sarebbero le più colpite”.

Leggi anche: Default in Russia, perché sarebbe peggio del 1998? Oggi si rischia la crisi globale

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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