Gaza, perché è stato riaperto il valico di Erez e il porto di Ashdod e cosa succede ora?

A seguito di una telefonata tra Biden e Netanyahu, Israele ha preso due decisioni importanti su Gaza: cosa cambierà e quali sono gli obiettivi?

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Dopo l’inizio degli attacchi, sferrati a partire dallo scorso 7 ottobre, il gabinetto di sicurezza israeliano ha dichiarato la riapertura del valico di Erez tra Israele e il nord della Striscia di Gaza.

Ad annunciarlo è uno dei funzionari israeliani della CNN e tale decisione è avvenuta a seguito di una telefonata tra il presidente USA Biden e Netanyahu dopo che sette operatori umanitari sono morti a causa di un bombardamento, giunta, quindi, per favorire più aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.

Non solo il valico di Erez, il Governo di Israele ha accordato l’uso del porto di Ashdod, a 40 km a sud di Tel Aviv per garantire l’ingresso di molte più risorse. Il portavoce del segretario generale dell’Onu, Stéphane Dujarric, ha così commentato tali provvedimenti, come riporta ancora la CNN: “Chiediamo da molto tempo ulteriori attraversamenti verso Gaza e più aiuti umanitari per entrare. Questa è una notizia positiva, ma, ovviamente, dovremo vedere come verrà attuata, abbiamo bisogno di un cessate il fuoco umanitario e di un massiccio afflusso di aiuti”.

Il commento degli USA dopo la decisione di Israele su Gaza

La portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale statunitense, Adrienne Watson, come riporta “ANSA”, ha affermato che “la politica degli Stati Uniti rispetto a Gaza sarà determinata dalla valutazione dell’azione immediata di Israele su queste e altre misure, comprese quelle per proteggere i civili innocenti e la sicurezza degli operatori umanitari”.

Gli Stati Uniti, infatti, si mostrano pienamente d’accordo con la decisione di Netanyahu a seguito della telefonata con il presidente Biden, soprattutto in merito all’“l’impegno ad aprire il porto di Ashdod per la consegna diretta di assistenza a Gaza, ad aprire il valico di Erez per una nuova rotta di assistenza per raggiungere il nord di Gaza e ad aumentare significativamente le consegne dalla Giordania direttamente a Gaza. Inoltre, gli USA chiedono che tali impegni siano “attuati pienamente e rapidamente”.

Vi sarà, inoltre, una maggiore collaborazione tra il Governo di Israele, quello di Egitto e Giordania con le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie, poiché tali passi, come la riapertura del valico di Erez e il porto di Ashdod si traducano in un aumento significativo dell’assistenza umanitaria, a tal punto che possa raggiungere i civili in disperato bisogno in tutta Gaza nei prossimi giorni e nelle prossime settimane”.

La risposta del primo ministro israeliano Netanyahu

In una nota, l’ufficio del primo ministro ministro israeliano, Benjamin Netanyahu ha rivelato che sarà Israele consentirà la consegna temporanea di aiuti umanitari attraverso Ashdod e il checkpoint di Erez, al confine con la Striscia di Gaza settentrionale“.

Inoltre, questo aumento di aiuti costituirà la base per poter evitare una crisi umanitaria, anche a seguito degli operatori uccisi nei giorni scorsi a Gaza, e, aggiunge ancora l’ufficio del primo ministro ciò è necessario per garantire la continuazione dei combattimenti e per raggiungere gli obiettivi della guerra“. Ulteriori mosse verranno annunciate nelle prossime ore.

Leggi anche: L’Onu chiede il cessate il fuoco a Gaza: “Tutti gli ostaggi dovranno essere rilasciati”

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Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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