Francesca Romana D’Elia, modella 19enne e studentessa all’Accademia di Belle Arti, aveva perso la vita lo scorso 2 dicembre precipitando nella tromba delle scale di un palazzo a Roma, in zona Monteverde. La giovane, residente a Campagnano, era stata accompagnata lì dalla mamma per un servizio fotografico.
Oggi, a distanza di più di un mese, gli inquirenti hanno fatto finalmente luce sulla vicenda: la ragazza avrebbe perso la vita a seguito di un mix di tragiche fatalità. Come riportato da Il Corriere della Sera, Francesca avrebbe poggiato il piede sul cemento di un muretto in un terrazzo condominiale, reso scivoloso dalla grandine. Così avrebbe perso l’equilibrio, cadendo sul lucernario, che poi si è frantumanto in mille pezzi per il peso del suo corpo.
Morte Francesca Romana D’Elia: le prime ipotesi, l’accusa di omicidio colposo
All’inizio era stata avanzata l’ipotesi che Francesca Romana D’Elia stesse fuggendo da qualcuno perché molestata, dubbio emerso a causa della velocità con cui si era allontanata dal terrazzo. L’autopsia ha però escluso tale scenario: la velocità di Francesca, secondo gli inquirenti, è stata dovuta all’improvvisa e violenta grandinata che si è abbattuta quel giorno su Roma.
Il pm Alessia Miele, nel frattempo, ha aperto un’inchiesta con l’accusa di omicidio colposo, per il momento senza indagati. L’unico testimone oculare della tragedia è il fotografo Matteo G., 28 anni, che non è riuscito a intervenire per salvare la ragazza. Il pm ha sequestrato la sua fotocamera digitale per accertare se siano presenti foto che possano aiutare a comprendere la dinamica di quegli istanti fatali.
Morte Francesca Romana d’Elia: tutti i nodi da sciogliere
Adesso l’attenzione è tutta sul lucernario: si dovrà capire se fosse previsto l’utilizzo di materiali specifici per evitare che cadesse in mille pezzi sotto un grande peso e se il tetto di vetro sia stato sottoposto a tutti gli interventi di manutenzione del caso.
E ancora, dovrà essere verificato che i regolamenti di condominio non impongano di circondare il lucernario di protezioni che potessero impedire a qualcuno di finirci sopra. Ultimo nodo da sciogliere: forse il condominio avrebbe dovuto negare l’utilizzo del terrazzo?
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