Festival della Bellezza, 2 donne su 24 ospiti e un’opera rubata

Mentre a Hollywood si parla di inclusività, al Festival della Bellezza di Verona viene presentato un parterre di soli uomini.

Clarice Subiaco
Clarice Subiacohttps://medium.com/@ClariceSubiaco
Classe 1986, passato di studi umanistici e presente nel mondo dei dati. In mezzo, esperienze di lavoro come Digital PR, Content Strategist e Project Manager per startup e agenzie internazionali. Ama raccontare l'innovazione che ha un forte impatto sociale.
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Festival degli scivoloni sarebbe, forse, un nome più adatto per la kermesse di filosofia iniziata il 28 agosto e che si concluderà il prossimo 19 settembre. Il Festival della Bellezza, organizzato con il patrocinio della Regione Veneto, vede protagonisti nomi illustri del panorama intellettuale italiano, che tra il Teatro romano e l’Arena Agorà portano in scena letture, racconti, riflessioni e musica sui temi dell’amore, dell’eros e della bellezza. Parliamo di un parterre di ben 24 ospiti che oltre ad essere accomunati dall’amore per la filosofia, condividono un’altra caratteristica: sono praticamente tutti uomini

La locandina della seconda parte del Festival della Bellezza che si terrà dall’11 al 19 settembre

Tra i relatori del calibro di Alessandro Baricco, Vittorio Sgarbi, Pupi Avati, Stefano Bollani, Umberto Galimberti, Massimo Cacciari, c’è spazio per due sole donne: l’attrice Jasmine Trinca, che ha aperto l’evento con un suo intervento dedicato alla recitazione, e la pianista Gloria Campaner, che accompagnerà Alessandro Baricco in uno dei suoi interventi. Insomma, un Festival della Bellezza in cui sembra che le donne non siano ospiti graditi.

#tuttimaschi, scoppia la polemica in rete

Come era facile prevedere, ben presto si è accesa la polemica sui social. Diverse giornaliste, scrittrici e attiviste hanno ripreso l’hashtag #tuttimaschi per esprimere il loro dissenso.

Apparentemente non c’è una donna che abbia titoli per parlare di bellezza e eros. Per lo meno al Festival della Bellezza a Verona.

Scrive su Twitter Lia Quartapelle, europarlamentare Pd e ricercatrice Ispi. 

Rincara la dose Mila Spicola, ex dirigente Pd e autrice de La scuola si è rotta, che ne approfitta anche per lanciare un’allusione alla vicenda degli insulti alla vicepresidente della Regione Emilia Romagna Elly Schlein da parte del professore di Storia dell’Università del Molise, Marco Gervasoni:

Che poi, di Eros e Bellezza e di ogni, chi ne può parlare se non #tuttimaschi? L’immagine di una donna ma il logos di soli maschi.Allucinante. Mica nasce dal nulla Gervasoni. E i nomi che leggo sono di grido. Però si prestano.

L’Associazione di giornaliste GIULIA ha anche scritto una lettera in cui si legge:

Siamo sconcertate e imbarazzate per questa vostra scelta, che denuncia mancanza di sensibilità, di curiosità e di voglia di innovazione. Le donne esperte in tutti i campi del sapere sono moltissime e ormai anche molto note ( se volete possiamo aggiungere di cercare sul sito “100esperte.it”…).
Parlerete di Eros e bellezza. Di amore. Al maschile? È questo secondo voi il mondo che ci circonda e che ci aspetta?

Il supporto arriva anche dal mondo del giornalismo maschile:

A Verona per parlare di eros e bellezza hanno pensato bene di invitare #tuttimaschi evidentemente è roba solo per uomini. Però la femmina l’hanno usata per il logo. Bambina. Così occupa meno spazio. La misoginia non nasce per caso: ha radici profonde, dure da sradicare.

Scrive su Twitter il giornalista Giulio Cavalli.

Il mistero dell’immagine rubata

Oltre alla scarsa presenza femminile, c’è un’altra polemica che si sta abbattendo sul festival veronese. L’artista Maggie Taylor, autrice dell’immagine usata sponsorizzare l’evento, accusa gli organizzatori di violazione del copyright. Queste le parole che scrive su Facebook:

Un fan mi ha appena avvisata che un festival di Verona, Italia, sta usando in maniera illegale alcune mie immagini per locandine e siti web. Tra l’altro è un controsenso: un festival sull’eros e la bellezza usa la mia opera “ragazza con vestito di api”, che rappresenta una bambina. La maggior parte dei relatori sono uomini. (…).  Che violazione spudorata e disgustosa del copyright! Si chiama Festival della Bellezza e stanno usando la mia opera su Facebook e Instagram, sul loro sito e altri prodotti!

La direzione del Festival si giustifica così sui social:

Siamo dispiaciuti di dover modificare l’immagine del Festival a causa di un’incomprensione sull’utilizzo di quella che ci ha accompagnati per lungo tempo, con l’autorizzazione avuta dal rappresentante italiano dell’Artista.

Gli organizzatori: “le donne non se la sono sentita di partecipare”

Tornando al tema principale della scarsa rappresentanza femminile, gli organizzatori hanno diffuso in questi giorni una nota in cui si legge:

L’organizzazione del Festival della Bellezza è molto dispiaciuta per le polemiche in una stagione che ha richiesto un particolare impegno per tenere viva la cultura e ritrovare la condivisione tra le persone. L’attuale programma non riflette quello originario che avrebbe previsto eventi ideati per il Festival da artiste come Charlotte Rampling, Ute Lemper, Jane Birkin e Patti Smith, che sono state impossibilitate a partecipare per le problematiche relative al Covid. Molte altre figure femminili sono state invitate, ma non se la sono sentita di intervenire in un periodo difficile in un contesto particolare come l’Arena di Verona. Chi conosce il Festival sa qual è lo spirito che lo anima e le riflessioni che vengono proposte. Da Catherine Deneuve a Lella Costa, da Patti Smith a Laura Morante, da Fanny Ardant a Melania Mazzucco, le donne sono sempre state protagoniste, invitate per il loro pensiero e il loro talento, elementi distintivi nel mondo della cultura e dell’arte in cui è indifferente l’appartenenza a un genere.

Colpa del virus. O forse no

Sembrerebbe, dunque, trattarsi solo di una sfortunata serie di eventi, influenzata anche dai nefasti effetti del Coronavirus. In realtà, l’usanza del manel (panel di soli uomini) è abbastanza radicata all’interno del Festival della Bellezza, che anche negli anni passati aveva presentato quasi solo ospiti maschile, come nel 2015 in cui l’unica donna era – ancora una volta – Jasmine Trinca.

Nel 2019, interrogato sempre sullo stesso tema, il direttore artistico Alcide Marchioro rispondeva così: 

Questa è una difficoltà che non abbiamo con le artiste, mentre è più complesso con le figure di donne intellettuali. Trovare le persone adatte a sostenere un palcoscenico davanti a quasi duemila persone non è facile: il pubblico deve sentirsi coinvolto e il protagonista deve essere a suo agio. Poi c’è anche la questione della notorietà e della dimestichezza con questo tipo di performance. Forse non abbiamo individuato ancora le possibili protagoniste o ci siamo persi qualcosa.

Insomma, pare che le donne intellettuali italiane non siano abbastanza note, oppure non adatte a calcare il palcoscenico.

Morgan: “colpa della rivalità tra donne

Ad aggiungere il suo punto di vista – non richiesto – anche il cantante Morgan, che su Instagram scrive:

Si, è scandaloso che al Festival della Bellezza ci sia solo una donna, anche e soprattutto perché la bellezza e l’arte sono zone femminili dello spirito anche di un uomo. Nell’opera d’arte si manifesta la parte femminile in quanto gentilezza, fertilità e creazione, dolcezza, complessità, impegno.
L’arte è femmina, e l’uomo che la fa ha anche una Musa. La musa è la sacralità e l’essenza stessa dell’arte della Musica.
L’uomo ama circondarsi di femmine, l’uomo adora le femmine, le venera, vorrebbe sempre essere abbracciato da loro ed ascoltare i loro discorsi, vorrebbe sempre baciarle e respirare la loro pelle. Quindi tutte le volte che noterete sbilanciamento, perché ci sono troppe poche femmine e la prevalenza è maschile – e dico questo alle femmine che di ciò si lamentano giustamente – prendetevela con le femmine che hanno voluto questo perché fosse stato per i maschi sarebbe stato esattamente il contrario.
Smettetela di colpevolizzare gli uomini quando vi sentite in minoranza e cominciate invece a guardare bene come si comportano le vostre amiche nell’invidia e nella rivalità.
Morgan

La colpa, dunque, non sarebbe in un sistema culturale che privilegia gli uomini, ma nelle donne stesse, anzi “femmine”, e della loro rivalità.

Oltreoceano, invece, qualcosa si sta muovendo. L’Academy di Hollywood ha appena annunciato che dal 2024 i film candidati agli Oscar dovranno avere tra i requisiti l’equa rappresentanza di origine, genere, orientamento sessuale e persone con disabilità. 

Quand’è che il mondo della cultura diventerà più inclusivo anche in Italia?

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