Chi è Fedha, la prima giornalista creata con l’intelligenza artificiale a condurre un TG

La presentatrice di notizie virtuale è stata realizzata in Kuwait, utilizzando l’AI. Cosa sarà in grado di fare in futuro? Scopriamolo insieme.

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.

Il suo nome è Fedha e ha fatto il suo debutto sull’account Twitter ufficiale dell’emittente Kuwait News. Si presenta così, con una giacca nera, con una maglietta bianca, con i capelli biondi raccolti e, sebbene sembri una donna in carne e ossa, non è reale:

Sono Fedha, la prima presentatrice che lavora con l’intelligenza artificiale a Kuwait News. Che tipo di notizie preferisci? Ascolto le tue opinioni.

Fedha e le sue incredibili capacità

Fedha sa leggere il bollettino con le notizie giornaliere e il vice caporedattore dell’emittente, Abdullah Boftain, ha dichiarato all’agenzia di stampa AFP, Agence France-Press, che questo esperimento riuscito permette di evidenziare le enormi potenzialità dell’AI, dall’inglese Artificial Intelligence, anche nell’ambito del giornalismo e della divulgazione delle news nel creare contenuti nuovi e innovativi.

Le sue fattezze, però, ricordano più i tratti occidentali che quelli orientali. A tal riguardo, il Kuwait è abitato per il 60% da stranieri, e, tra questi, il 35% è originario di paesi asiatici, il 23% proviene da altri paesi arabi, l’1%, invece, da altri paesi africani e soltanto lo 0,7% deriva da Paesi occidentali, quindi, la fisionomia della conduttrice è stata scelta proprio per poter rappresentare la multiculturalità presente nel Paese.

Inoltre, Boftain ha rivelato che Fedha, in futuro, potrebbe acquisire un accento tipico del Paese per leggere i notiziari online sull’account Twitter di Kuwait News e condurre anche programmi più complessi.

Fedha: la spiegazione del nome

Ma perché la nuova presentatrice virtuale si chiama così? Il vice direttore ha rivelato:

Fedha è un vecchio nome kuwaitiano popolare che si riferisce all’argento, il metallo. Immaginiamo sempre che i robot siano metallici, motivo per cui abbiamo scelto questo nome.

Fedha e il suo “precedecessore”

Fedha non è l’unico modello creato con l’AI e già in passato sono stati fatti esperimenti del genere. Già nel 2018 Xinhua News Agency aveva presentato un lettore di notizie virtuale che era vestito elegante e presentava una voce dall’aspetto robotico.

L’agenzia di stampa cinese aveva mostrato un presentatore televisivo ― di cui è stata realizzata anche una versione in lingua cinese ― che mimava le espressioni facciali di un umano e che informava il pubblico sulle notizie del giorno. Ma si è scoperto, solo successivamente, che si trattava di un video girato con un algoritmo di simulazione e Zhang Zhao, l’anchorman robotico, non sarebbe stato in grado di condurre un TG vero e proprio.

Intelligenza artificiale: quali sono i rischi?

La Goldman Sachs, una delle banche d’investimento più grande del mondo con sede legale a New York, il mese scorso, in un rapporto ha decretato che l’intelligenza artificiale sarebbe in grado di sostituire esattamente l’equivalente di 300 milioni di posti di lavoro. E hanno precisato anche che la tecnologia sarebbe idonea a occupare più di un quarto delle attività lavorative sia negli Stati Uniti sia in Europa.

Per di più, il video di presentazione di Fedha, dalla durata di 13 secondi, ha generato moltissimi commenti sui social. E non si sono fatte attendere le reazioni dei giornalisti, i quali si sono mostrati molto timorosi e poco favorevoli verso la nuova conduttrice.

Per molti l’uso dell’intelligenza artificiale rappresenterebbe una minaccia non poco indifferente all’occupazione e si rischierebbe anche un inquinamento della qualità dell’informazione. Ciò si verificherebbe perché, se venissero generati errori all’interno dell’intelligenza artificiale, il rischio della diffusione di fake news o di notizie poco veritiere sarebbe molto alto.  

Oltre agli aspetti negativi, però, un risvolto positivo sta nel fatto che l’AI potrebbe generare nuovi posti di lavoro diversi da quelli già esistenti e sarebbe anche capace di aiutare gli umani, fornendo un prezioso aiuto per incrementare la produttività.

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Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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