La famiglia Agnelli, a 20 anni dalla morte di Gianni: com’era e cos’è cambiato

Gianni Agnelli è morto a 81 anni, il 24 gennaio 2003. Può essere considerato uno degli ultimi capitani dell'industria italiana e simbolo di eleganza in tutto il mondo.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Gianni Agnelli è scomparso 20 anni fa. Il suo lasciato, da cui dipenderà anche il futuro della Fiat, sono i suoi successori e nel caso specifico John Elkann, nipote che per scelta dell’Avvocato è stato chiamato a ricoprire il ruolo di guida della famiglia, a capo della holding Exor e presidente del gruppo Gedi. Queste le parole di Gianni, come riportato da Repubblica, parlando del futuro, quando lui non ci sarebbe più stato:

Quando me ne sarò andato, la crescita e il consolidamento di tutto ciò che è stato costruito alla fine dipenderà dalla qualità delle persone, e dal fatto che ci credano o no.

Perché sono loro che dovranno affrontare le prossime avversità. E sono loro il patrimonio della Fiat: i suoi uomini.

Da parte sua, John Elkann deve tanto al nonno Gianni: “Mi ha insegnato la responsabilità, il valore dell’Europa e la fiducia nell’uomo”, ha commentato il nipote.

Agnelli: com’è cambiato il ruolo della Fiat in Italia dopo la sua morte

gianni agnelli_torino

La dipartita di Gianni Agnelli è coincisa con un momento storico di cambiamento, dell’identità e del ruolo di Torino, in cui andava esaurendosi il modello produttivo e sociale incarnato dalla Fiat. Per quasi cento anni, infatti, dalla fine degli anni ’80 del ‘900 la città è stata centrale per l’industria italiana e l’economia del Paese.

Certamente l’Avvocato, chiamato così perché aveva conseguito la laurea in giurisprudenza pur non avendo mai esercitato la professione, ha beneficiato sia negli anni favolosi della “Dolce vita”, sia quando il successo ha iniziato a inclinarsi. Negli anni ’90 infatti Agnelli ha dovuto fare i conti con l’avvento di altri competitor del settore automobilistico, nel frattempo diventati giganti del settore a livello globale, che hanno portato all’accordo della Fiat con la General Motors, per risollevare le sorti dell’azienda.

Oggi il ruolo di Torino e della Fiat hanno assunto dei contorni diversi. L’azienda, dopo la morte di Agnelli, è cambiata e si è verificato ciò che Gianni ha evitato fino alla fine, pur sapendo che sarebbe accaduto in futuro. Prima con il gruppo FCA e ora con Stellantis la Fiat ha cambiato volto per sempre, sganciandosi da Torino e alleandosi con i partner internazionali per non rimanere esclusa dalla nuova era dell’industria automobilistica.

Gianni Agnelli: i suoi successori ne eguaglieranno la fama?

gianni agnelli-lapo

Vi sono infiniti aneddoti e sfumature per ricordare Gianni Agnelli, il quale ha vissuto nel periodo d’oro dell’industria italiana, con il boom economico e lo sviluppo dell’azienda di famiglia. Le ville a Montecarlo e in Costa Azzurra, gli appartamenti a New York, le automobili, sia che fossero le sue Fiat o fuoriserie che si faceva commissionare su misura, rientravano nel mondo, tra lusso ostentato ed eleganza, in cui viveva.

Dopo di lui solo Lapo Elkann ha proseguito nella costruzione di un vero e proprio personaggio, anche se nel suo caso “sui generis, e spesso sono state le vicende spiacevoli ad accentuarne la fama. Il lusso, se rimane nell’ambito di una vita all’insegna del gusto, dell’eleganza e della raffinatezza, assume una valenza, come nel caso di Gianni, ma se questo eccede andando oltre i limiti assume tutto un altro significato.

Nessuno pare oggi eguagliare la fama di Gianni Agnelli, anche lo stesso John, che rispetto al nonno appare come una figura più discreta e meno carismatica.

Leggi anche: Chi è Gianluca Ferrero, nuovo presidente della Juve e uomo di fiducia della famiglia Agnelli

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