Fake news, Google cancella più di 2.500 canali YouTube legati alla Cina

Nel bollettino trimestrale sulle operazioni di controllo di Google per combattere la disinformazione, l’azienda ha segnalato canali che hanno pubblicato per lo più “contenuti spam, non politici”, anche se una piccola parte riguardavano anche la politica.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Google fa sapere di aver cancellato oltre 2.500 canali YouTube legati alla Cina, a seguito di un’indagine sull’influenza esercitata dal governo cinese nel diffondere fake news tramite la piattaforma. Google ha fornito pochi altri dettagli, e, nel consueto bollettino trimestrale, scrive che i canali sono stati rimossi tra aprile e giugno e per lo più hanno riguardato “contenuti spam, non politici”. Anche se una piccola parte ha riguardato anche la politica. L’azienda ha aggiunto solo che i contenuti dei video erano simili a quelli segnalati dall’indagine sulla disinformazione online condotta da Graphika e Twitter.

I social media contro le fake news

Considerate le tensioni tra USA e Cina su tecnologia e social media, il rapporto di Google arriva in un momento delicato. Gli Stati Uniti si stanno preparando a nuove elezioni e l’impegno per scongiurare un nuovo Russiagate, l’inchiesta che nel 2016 ha scoperto centinaia di migliaia di fake news e messaggi ingannevoli diffusi sui social media dal governo russo ai danni dell’allora candidata Hilary Clinton, è decisamente alto. Le maggiori aziende di media, come Google, Facebook e recentemente anche Twitter, hanno adottato politiche contro la disinformazione e hanno passato gli ultimi anni cercando di evitare il ripetersi del 2016, pubblicando regolari aggiornamenti su come stanno combattendo la propaganda online.

Leggi anche: I deepfake ci rubano l’identità, ecco come difenderci

Al di là delle fake news

Lo scorso mercoledì la Casa Bianca ha annunciato di voler intensificare i controlli per eliminare dalle reti digitali statunitensi app cinesi “non affidabili”, definendo il social TikTok e l’app di messaggistica WeChat, entrambi di proprietà cinese, “minacce significative”. In particolare, il segretario di stato americano, Mike Pompeo, ha annunciato una campagna statunitense chiamata “Clean Network” che si concentrerà su misure di sicurezza per impedire a società di telecomunicazioni e app cinesi di accedere a dati sensibili di cittadini e aziende americane.

Il ministro degli esteri cinese Wang Yi, dal canto suo, ha accusato il Segretario di stato di soffrire la rivalità tecnologica di Pechino, definendo le azioni contro TikTok “bullismo da manuale”. Ha detto:

Chiunque può vedere chiaramente che l’intenzione degli Stati Uniti è quella di proteggere la propria posizione di monopolio nella tecnologia e di privare altri paesi del loro diritto allo sviluppo.

Leggi anche: Microsoft verso Tik Tok, una rivoluzione social?

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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