Dal fisco alla giustizia, l’esecutivo Draghi si presenta ai partiti: “Conta la sostanza”

Iniziano a delinearsi le Riforme che definiranno il nuovo esecutivo, Mario Draghi si prepara a intervenire su Fisco, Pubblica amministrazione e Giustizia civile.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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Europeista, atlantista e ambientalista, l’esecutivo Draghi sa verso quale direzione muoversi, gli obiettivi sono ben precisi. “Conta la sostanza”, fa sapere il premier.

Alle sei delegazioni che si ritrovano faccia a faccia con il nuovo Premier, l’ex Presidente della BCE presenta un dettagliato piano suddiviso in otto capitoli.

Con il secondo giro di consultazioni inizia a delinearsi il programma del Presidente incaricato, un programma che trova il trampolino di lancio su quelli che sono i cardini dell’amministrazione statale: la gestione del Fisco, la Pubblica amministrazione e la Giustizia civile.

Più investimenti necessari alla ripresa e meno concessioni di contributi a fondo perduto, così parte, si spera, la rinascita.

L’esecutivo Draghi per l’europeismo, l’atlantismo e l’ambiente

L'esecutivo Draghi per l'europeismo, l'atlantismo e l'ambiente.

Gangli vitali dell’esecutivo Draghi sono l’europeismo, l’atlantismo e l’ambiente.

Per quanto riguarda il primo punto, il Premier punta al bilancio europeo applicando il principio politico del Recovery plan, quello di condivisione e mutualità nella raccolta dei fondi, proprio sul bilancio. Servono più soldi. L’obiettivo è quello di investire attraverso gli eurobond sanando in questo modo il gap di crescita fra i Paesi. Gli eurobond permanenti sono una prospettiva aperta.

Secondo punto: l’atlantismo. Il Governo Draghi sta con Joe Biden.

Terzo punto: l’ambiente, fattore chiave di sviluppo e crescita. Il Presidente incaricato porta in tavola le numerose problematiche delle regioni legate proprio al problema dell’inquinamento, una questione che richiede almeno il 37% delle risorse del Recovery plan.

Leggi anche: Scuola, il piano Draghi: in classe anche d’estate per recuperare il tempo perso

L’esecutivo Draghi: priorità al piano vaccinale

Solo raggiungendo una quota consistente di popolazione vaccinata, si potrà effettivamente pensare a come ripartire: “La macchina dei vaccini va implementata, deve partire davvero”, commenta l’ex Presidente della BCE. Serve un piano vaccinale efficiente ed efficace per poter tornare a parlare in logica espansiva, elaborando un programma per riavviare l’economia.

Il modello da seguire è quello britannico. Di fronte alle difficoltà a intervenire negli approvvigionamenti, quindi sulle dosi fornite dall’Unione Europea, accelerare la campagna vaccinale significa dare un forte impulso alla produzione e alla logistica, due aspetti al momento molto critici.

Bisogna insistere e lavorare sui tempi delle prenotazioni, il timing delle iniezioni e l’organizzazione parcellizzata tra le Regioni. Altro fulcro: niente toni allarmistici, servono fiducia e positività per poter almeno intravedere la luce in questo buio.

L’esecutivo Draghi in lotta con la disoccupazione

L'esecutivo Draghi in lotta con la disoccupazione.

Alla crisi sanitaria si lega inevitabilmente quella economica, nonché quella sociale. La ripresa sarà non sarà facile ne tanto meno veloce, ma l’esecutivo Draghi è pronto.

Tra gli ostacoli, uno dei più insormontabili: gestire l’alto tasso di disoccupazione che si sta creando e che continuerà a crescere. Il Governo è chiamato a tutelare le persone che perdono il lavoro, soprattutto i lavoratori di quelle aziende più colpite dalla crisi, dalle restrizioni e dalle chiusure.

Il Premier non si sbilancia ancora sul blocco dei licenziamenti che avrà scadenza a fine marzo, ma sappiamo che il tema sarà argomento di discussione mercoledì, quando l’incaricato Presidente del Consiglio incontrerà i sindacati e le associazioni delle imprese.

Stop ai contributi a fondo perduto, Draghi pensa a incentivi e aiuti per le imprese in modo da poter garantire una ripresa strutturale. Il turismo, soprattutto, guadagna un occhio di riguardo.

Non si può soltanto tamponare l’emergenza, c’è bisogno di elaborare meccanismi e strategie per una vera e propria rinascita. Una ripresa che non può aver luogo se non cercando di creare nuovi posti di lavoro e misure a sostegno degli istituti di credito che stanno soffrendo e inevitabilmente soffriranno gli impedimenti finanziari del tessuto imprenditoriale.

Leggi anche: Governo Draghi, riusciremo a dar vita alla Terza Repubblica?

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