Elisa: “Lascio la mia barca a vela e torno a fare il medico nel reparto d’urgenza”

Catiuscia Ceccarelli
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Catiuscia Ceccarelli, giornalista e imprenditrice, si occupa di personaggi, interviste, attualità e lifestyle. Segni particolari? Mamma di Matilde
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Raccontare storie positive, ai tempi del Covid 19, è un balsamo per l’anima. Quando poi l’esempio buono ha come protagonista una donna, è sempre una piacevole coincidenza. Elisa Fustini, medico di Rimini, ha dato prova di forza di volontà, grinta e intraprendenza. Lo scorso anno aveva mollato tutto per amore, la sua casa, la sua città e il suo lavoro di Responsabile del Reparto di Medicina d’Urgenza all’Ospedale di Pesaro Marche Nord.

Dal camice bianco alla cerata

Smesso il camice bianco di medico, la dottoressa Fustini insieme a Renè, il suo compagno Renato Tartarini, sono salpati a bordo di una barca a vela per vivere il mare.

Non si smette mai di essere medico

Per l’emergenza sanitaria da coronavirus, la Dottoressa Elisa ha lasciato la libertà che il mare sa regalare, per rientrare subito a Pesaro in reparto. Un supporto, il suo, importante e immediato da professionista già formata e pienamente a conoscenza della struttura. Non poteva fare altrimenti, ci confida Elisa Fustini. Cosa l’ha spinta a tornare a Pesaro in questo momento?

Be’, non ci dormivo la notte. Anche quando ero in Australia, impegnata nelle unità di soccorso della Formula 1, vedevo, sentivo, leggevo di quello che stava accadendo, ascoltavo i racconti dei miei colleghi e percepivo la pesantezza della situazione. Non potevo far finta di nulla. Sono tornata immediatamente, tra l’altro, in un reparto che conoscevo molto bene, dal personale a tutto ciò che riguarda la burocrazia. Lo dirigevo, pertanto anche i miei colleghi non hanno speso tempo a farmi inserire o ad affiancarmi. Sono rientrata subito operativa appena ho rimesso piedi lì dentro.

Quando sei arrivata in reparto, forte solo dei racconti dei colleghi, che impatto hai avuto?

Devo dire che il giorno prima di rientrare ero un po’ preoccupata. Quando non vede realmente cosa accade, uno si fa un’opinione personale basata su un racconto. Una volta dentro, l’impatto è stato molto forte. Ho trovato un ospedale completamente cambiato. Anche il mio reparto è stato riorganizzato, non era più nella sua vecchia sede per garantire una struttura esclusivamente Covid. Sembrava davvero di essere su un campo di battaglia, tutto molto carico di emozioni di ogni tipo. Tanti pazienti, tanta fatica a lavorare.

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Una situazione difficile e un incredibile aumento di personale

Che situazione hai trovato in reparto?

C’è stato un notevole aumento di personale in ogni reparto perché il carico assistenziale è elevatissimo. Una situazione molto difficile, devo ammetterlo. Però ho ritrovato il mio lavoro di sempre, con una logistica completamente stravolta. Devo dire che all’inizio ero spaventata, ma quando sono entrata e ho iniziato a lavorare, tutto è passato. Non pensi più a niente, lavori e basta. Sono tante ore di immersione totale dove non c’è modo di staccare un attimo e distrarsi.

Il coronavirus cambia il rapporto con pazienti e familiari

coronavirus medico
Elisa Fustini in reparto Covid

Cosa ti ha colpito di più di questa nuova esperienza da medico?

La cosa che mi ha colpito di più perché forse per noi medici è la vera novità, è stata la nuova modalità di contatto con i famigliari. La solitudine dei pazienti con le famiglie lontane, questa è la cosa più difficile a cui noi non eravamo abituati. Dal punto di vista medico e umano, i famigliari dei nostri pazienti li abbiamo avuti sempre complici, presenti, a parlare con noi, a stare accanto ai loro cari degenti. Invece, questa distanza crea una grande angoscia nelle famiglie che rimangono fuori dal tutto, che sono a casa in attesa di una nostra telefonata, con aspettative, con terrore.

La scienza sta facendo davvero l’impossibile combattere questo maledetto Covid 19. Una volta finita l’emergenza cosa cambierà per voi che operate nel sistema sanitario?

Sicuramente, per tutto il sistema sanitario questo sarà un ricordo indelebile e, come accade per ogni disgrazia, credo che l’intelligenza ci faccia approfittare di uno slancio di miglioramento. Questo vale per tutto e per tutti, per il mondo del lavoro ma anche per le nostre vite personali.

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