É morto Franco Battiato: maestro, cantautore e genio della musica italiana

Il grande cantautore, Franco Battiato, è morto questa mattina nella sua abitazione in Sicilia. Lascia un vuoto enorme nella musica d'autore italiana e non solo tra i suoi fan.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Franco Battiato è morto questa mattina, nella sua residenza di Milo, comune della provincia di Catania. Pare fosse malato da tempo. Dopo l’incidente domestico del novembre 2017, che gli procurò la frattura di femore e bacino, non era più apparso in pubblico, ma solo sui social.

La sua carriera musicale inizia da lontano, più di 50 anni fa e il successo arriva per caso, come risultato di una scommessa fatta dopo la provocazione di alcuni giornalisti, i quali credevano non fosse capace di scrivere pezzi popolari.

La sua arte, capace di toccare punte di avanguardia e di suscitare grande popolarità, non può essere incasellata in nessun genere specifico. Franco Battiato è riuscito a spaziare dalla musica pop a quella colta, sperimentando l’elettronica, la musica etnica e l’opera lirica.

Appare riduttivo anche pensare di volerlo descrivere con poche parole o frasi, perché la sua grandezza supera di certo quello che possiamo dire al suo riguardo.

Franco Battiato, un artista sperimentale e d’avanguardia

Franco Battiato_giovane

Franco Battiato nasce a Jonia, in provincia di Catania, il 23 marzo 1945. Negli anni settanta lascia la natia Sicilia per recarsi a Milano. Ed è qui che ha le sue prime esperienze in ambito musicale, anche se con scarsi risultati. Si esibisce in un cabaret, il Club 64, frequentato da Enzo Jannacci, Bruno Lauzi, Renato Pozzetto e dove ha la fortuna di conoscere il grande Giorgio Gaber. É quest’ultimo che lo propone alla casa discografica Ricordi prima e alla Jolly poi, e grazie al quale fa la sua prima apparizione televisiva esibendosi con un allora sconosciuto Francesco Guccini.

A partire dagli anni settanta inizia il periodo della sperimentazione musicale, che gli conferirà una certa identità musicale tutta propria. Produce gli album sperimentali Fetus e Pollutio in un mix tra musica elettronica, rock e musica d’autore contemporanea. Quando poi sul finire di questi anni si riavvicina alla musica pop italiana, che fino ad allora era caratterizzata da un timbro melodico e ad una determinata poetica, la stravolge incorporando generi noti sulla scena internazionale, come il punk rock e la new wave. Il successo è spontaneo e garantito, come con L’era del cinghiale bianco, che contiene idee esoteriche di provenienza islamica.

Da qui le porte del successo gli si aprono. In Centro di gravità permanente, che ottiene una forte risonanza tra il pubblico, inserisce i suoi studi di meditazione trascendentale, sulla scia di un pensiero mistico orientale di cui il filosofo armeno Georges Ivanovič Gurdjieff si era fatto portavoce. La grande abilità di Franco Battiato è stata quella di rendere accessibili a tutti, attraverso le sue canzoni, concetti ed idee che altrimenti sarebbero nascoste ad un pubblico meno colto.

Seguono altri singoli di successo come Cuccurucucù, Voglio vederti danzare, E ti vengo a cercare, dove ormai la figura di Battiato si è consolidata nel panorama dei grandi artisti e cantautori italiani.

Ad una fase più mistica appartiene L’ombra della luce, del 1991, cantata in un celebre concerto a Bagdad dopo la fine della Guerra del Golfo, allo scopo di sensibilizzare sulla questione mediorientale. Di quegli anni è anche La cura, una sorta di canzone d’amore che racchiude in se una metafora filosofica e rappresenta la canzone più nota dell’artista.

Franco Battiato, la malattia misteriosa

Gli ultimi anni di vita di Battiato sono stati segnati dal silenzio e dalla sua assenza dalle scene. La verità riguardo al fatto che avesse o meno una malattia rimane avvolta in un alone di mistero. Certamente ha preferito non mostrarsi in pubblico e questo lascia presupporre che non volesse mostrare i segni di un “presunta” malattia.

Il fratello di Franco Battiato, Michele, ha commentato così al Corriere della Sera la scomparsa del fratello, fornendo alcuni particolari sugli ultimi mesi di vita dell’artista:

Era contento della festicciola (per il suo compleanno il 23 marzo) e riuscì ad assaggiare la torta.

Ma cominciava da giorni a perdere le facoltà. Si è arrivati a un deperimento organico per cui, pian piano, si è, come posso dire? Si è quasi asciugato.

Non si è accorto del trapasso. Circondato da me, mia moglie, mio genero, i nipoti, i collaboratori e due medici che non ci hanno mai lasciato.

Anche questa fase della sua vita l’ha affrontata con la riservatezza e l’enigmaticità che lo caratterizzavano. Così lo ricorderemo non per quello che era prima di morire ma per quello che è stato. E forse è giusto così.

Leggi anche: Chi era Milva, regina rossa della canzone d’autore italiana

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