Decreto Sostegni, perché imprese e partite Iva protestano contro Draghi

Sono 32 i miliardi di aiuti previsti dal Dl Sostegni destinati a imprese, partite Iva e professionisti danneggiati dal Covid, ma le categorie protestano:"Le risorse non bastano".

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Il nuovo Dl Sostegni approvato dal Consiglio dei Ministri stanzierà aiuti all’economia per 32 miliardi di euro a partire dal prossimo 8 Aprile.

Contiene aiuti per le imprese e le partite Iva in difficoltà economica e proroga la cassa integrazione, risorse per l’acquisto di vaccini e farmaci, ma anche interventi in favore degli enti territoriali.

La fetta più grossa della torta sono gli 11 miliardi di euro di indennizzi a fondo perduto per aziende, partite Iva e professionisti danneggiati dall’emergenza Covid, ma proprio loro protestano contro le nuove misure previste dal Dl Sostegni. Vediamo allora cosa succede.

Dl sostegni: cosa prevedono le misure per imprese e partite Iva

Dl sostegni: cosa prevede. Draghi: "non si poteva fare di più

Dl sostegni sarà il nuovo decreto da 32 miliardi con 5 linee di intervento, tra cui, la più significativa, quella da 11 miliardi diretti alle imprese che hanno subito perdite superiori al 30% di fatturato nel 2020 rispetto al 2019.

Il presidente del consiglio Mario Draghi, dopo la firma del decreto a Palazzo Chigi, ha dichiarato:

È una risposta significativa molto consistente alle povertà, al bisogno che hanno le imprese e ai lavoratori, è una risposta parziale ma il massimo che abbiamo potuto fare.

All’interno di questo stanziamento Il nostro obiettivo è dare più soldi possibile a più gente possibile e nel più breve tempo possibile.

I potenziali destinatari della misura dovrebbero essere tre milioni di persone. Nel complesso l’indennizzo medio che andrà ai circa tre milioni di beneficiari sarà di circa 3.700 euro, come ha spiegato il ministro dell’economia Daniele Franco. Gli indennizzi verranno sempre emessi dall’Agenzia delle Entrate.

Per accedervi bisognerà presentare una autocertificazione attraverso una apposita piattaforma messa a punto dalla Sogei, ovvero un sistema unificato per la gestione delle autorizzazioni ai servizi on-line. Per presentare le domande ci saranno 60 giorni di tempo.

I contributi a fondo perduto del nuovo Dl Sostegni arriveranno alle imprese e ai titolari di partita Iva con fatturato fino a 10 milioni e con perdite del 30% nell’ammontare medio mensile del 2020 rispetto all’anno precedente. Le imprese potranno scegliere tra bonifico e credito d’imposta.

Gli aiuti saranno di minimo 1000 euro per le persone fisiche (2000 per le persone giuridiche, cioè gruppi organizzati e composti da un insieme di persone fisiche e beni, per conseguire obiettivi determinati e di interesse collettivo) fino a un massimo 150mila euro.

Sono inoltre previste 5 fasce di ricavi, con percentuali dei sostegni a seconda delle imprese, dal 60% per le più piccole al 20% per le più grandi.

Dl Sostegni: le proteste dei professionisti e delle partite Iva

Dl Sostegni: le proteste dei professionisti e delle partite Iva

Secondo il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ci sono ancora “forti limiti” nel Dl Sostegni. Gli fa eco Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti:

Le attività del turismo sono ferme ormai da un anno, senza sostegni adeguati non potremo più riaprire.

Ci aspettavamo molto di più.

Secondo la Cgia (Confederazione Generale dell’Artigianato Italiano), i soldi a copertura delle perdite della seconda ondata arriveranno con almeno tre mesi e mezzo di ritardo.

Per i lavoratori più colpiti dalla crisi causata dall’emergenza Covid-19, l’unica nota positiva del dl Sostegni è stata l’eliminazione dei codici Ateco (ovvero combinazioni alfanumeriche di codici che stabiliscono tutti i parametri di una società o di un’attività aperta con partita Iva), mentre adesso per ricevere gli indennizzi si prenderanno in considerazione solo le perdite del fatturato. Facile intuire quanto a causa dei codici Ateco, molte categorie siano rimaste fuori.

I sostegni sono ritenuti insufficienti anche da molte associazioni di lavoratori. Emiliana Alessandrucci, presidente del Colap, associazione che rappresenta i lavoratori autonomi, si è unita al coro:

Le partite Iva sono state escluse ingiustamente dai ristori l’anno scorso e ora ci troviamo nella situazione in cui alcuni soggetti hanno preso doppi e tripli ristori mentre gli autonomi rimangono solo con questo sostegno.

Per molte microimprese che non sono rientrate tra i beneficiari degli aiuti pubblici questo contributo, che sarà intorno ai 1.000 euro, risulta assolutamente iniquo.

Profonda delusione è anche espressa dagli occupati nel settore dei catering che ritengono totalmente insufficiente quanto previsto dal decreto a fronte di aziende rimaste ferme per un anno e con una perdita di fatturato del 90%.

Leggi anche: Decreto Sostegni, Draghi: “11 miliardi entreranno nell’economia italiana nel mese di aprile”

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