Polonia, muore 30enne incinta: le era stato impedito di abortire. Si riaccende il dibattito

La morte di Izabela, 30 anni, ha scatenato ancora una volta lo sdegno e la rabbia degli attivisti antigoverno, cha da mesi chiedono ormai una legge che abolisca il divieto di aborto

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
spot_img

Divieto di aborto in Polonia, continua la battaglia ai diritti. La morte di una donna polacca incinta ha riacceso il dibattito sul divieto di aborto in uno dei paesi cattolici e conservatori d’Europa. Decine di attivisti parlando della morte della donna incinta hanno affermato che si sarebbe potuta salvare se non fosse per il divieto quasi totale di interrompere le gravidanze nel paese polacco.

Divieto di aborto, donna incinta muore: migliaia di manifestanti in piazza per protesta

Le battaglie contro il divieto di aborto sono portate avanti da decine di migliaia di polacchi che sono scesi in piazza per protestare a gennaio di quest’anno quando una sentenza del Tribunale costituzionale dell’ottobre 2020, dichiarava incostituzionale l’interruzione delle gravidanze con difetti fetali.

Gli attivisti affermano che Izabela, una donna di 30 anni alla 22a settimana di gravidanza è la prima donna a essere “vittima” della sentenza emessa dal tribunale costituzionale della Polonia, che ha proclamato legge di stato il divieto di aborto.

Secondo la famiglia, Izabela sarebbe morto a causa di shock settico dopo che i medici hanno aspettato che il cuore del bambino che portava in smettesse di battere, è la prima donna a morire a causa della sentenza. Il governo polacco ha subito preso le distanze affermando che la donna non è deceduta a causa del divieto di aborto ma piuttosto per colpa di un errore clinico.

Izabela si era già recata in ospedale a settembre dopo che le acque le si erano rotte, come affermato dalla sua famiglia. I controlli fatti in precedenza avevano infatti già mostrato numerosi difetti del feto.

L’emittente privata polacca TVN24, ha riportato un messaggio che Izabela ha scritto a sua madre poco prima di morire a causa dello shock settico:

Il bambino pesa 485 grammi. Per ora, “grazie” al divieto di aborto, posso solo sdraiarmi. E non c’è niente che i medici possano fare. Aspetteranno che il feto muoia o che inizi qualcosa, rischio la sepsi.

Quando una scansione ha mostrato che il feto era morto, i medici dell’ospedale di Pszczyna, nel sud della Polonia, hanno deciso di eseguire un cesareo. L’avvocato della famiglia, Jolanta Budzowska, ha detto che il cuore di Izabela si è fermato sulla strada per la sala operatoria ed è morta nonostante gli sforzi per rianimarla.

Non potevo crederci, pensavo che non fosse vero – ha detto la madre di Izabela, Barbara, a TVN24 – Com’è possibile che le sia successa una cosa del genere in ospedale? Dopotutto, era andata lì per chiedere aiuto.

Budzowska ha avviato un’azione legale per il trattamento ricevuto da Izabela, accusando i medici di negligenza, ma ha anche definito la morte “una conseguenza del divieto di aborto”.

In una dichiarazione sul proprio sito web, l’ospedale della contea di Pszczyna ha affermato di condividere il dolore di tutte le persone colpite dalla morte di Izabela, in particolare della sua famiglia:

Va sottolineato che tutte le decisioni mediche sono state prese tenendo conto delle disposizioni legali e degli standard di condotta in vigore in Polonia – ha affermato l’ospedale.

Quando il caso è arrivato all’attenzione del pubblico a seguito di un tweet di Budzowska, l’hashtag #anijednejwiecej o “mai più” si è diffuso sui social media ed è stato ripreso dai manifestanti che chiedevano una modifica alla legge.

Tuttavia, il partito di estrema destra al potere in Polonia (PiS) respinge le affermazioni secondo cui la sentenza del Tribunale Costituzionale potesse essere la ausa della morte di Izabela, attribuendola a un errore dei medici.

Quando si tratta della vita e della salute della madre, se è in pericolo, l’interruzione della gravidanza è possibile e la sentenza non cambia nulla – ha detto venerdì il primo ministro Mateusz Morawiecki.

Gli attivisti hanno replicato che la sentenza sul divieto di aborto spaventa i medici nell’interrompere le gravidanze anche quando la vita della madre è a rischio. Urszula Grycuk della Federazione per le donne e la pianificazione familiare, in una intervista rilasciata a Reuters ha dichiarato:

Il caso di Izabela mostra chiaramente che la sentenza del Tribunale costituzionale ha avuto un effetto raggelante sui medici. Anche una condizione che non va messa in discussione, quando c’è di mezzo la vita e la salute della madre, non sempre viene riconosciuta dai medici perché hanno paura.

Leggi anche: A Malta l’aborto è ancora illegale: ecco la legge più restrittiva d’Europa

spot_img

Correlati

Stellantis, approvato il maxi stipendio del CEO Carlos Tavares: quanto guadagnerà al giorno

Il 70,2% degli azionisti di Stellantis, nata dalla fusione di PSA e Fiat-Chrysler, ha...

Zelensky dopo gli attacchi iraniani avanza una proposta agli alleati occidentali

Dopo l'attacco dell'Iran contro Israele, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avanzato una specifica...

Israele chiede all’ONU tutte le sanzioni possibili per l’Iran: qual è stata la risposta?

Secondo il segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, il Medio Oriente si trova attualmente "sull'orlo...
Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
spot_img