Digital humanities designer, una nuova professione unisce competenze umanistiche e tecnologiche

Nasce il corso Mentoring Program Digital Humanities Design di Reginae, il primo in Italia che offre formazione per una nuova professione, quella del digital humanities designer: di cosa si occupa?

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Nasce il progetto Mentoring Program Digital Humanities Design di Reginae in collaborazione con il Ministero della Cultura, EIT Digital (UE) e Digital Lab (Università La Sapienza) che si prefigge come scopo quello di generare nuove competenze sia tra studenti sia tra neolaureati e in professionisti già affermati come manager, imprenditori, dirigenti PA, sotto la guida dei due presidenti Luciano Floridi ed Enzo Argante.

Reginae punta ad avere un ruolo di preminenza, specialmente nella formazione della figura del digital humanities designer, ovvero quel profilo che si pone come mediatore tra il mondo della cultura e dell’arte a quello digitale. In questo nuovo progetto, che prevede una serie di incontri, verranno esplorati temi come l’elaborazione e la catalogazione dei dati, la funzionalità dell’interfaccia grafica fino al metaverso e alla realtà aumentata.

Come funziona il progetto Mentoring Program Digital Humanities Design di Reginae?

La prima edizione del Mentoring Program Digital Humanities prevede 130 ore complessive ripartite in numerose attività immersive. Saranno, poi, delineati i confini della professione del digital humanities designer e il contesto in cui si forma questo nuovo profilo che si occupa della diffusione della cultura in ambito digitale.

Il programma stabilisce quali sono gli strumenti per la valorizzazione e fruizione dei beni artistici e culturali, grazie a esperienze immersive nei musei e nelle città d’arte attraverso la modalità della didattica ibrida, con corsi online e in presenza.

Inoltre, verrà illustrato anche il progetto MetaRinascimento, come la definisce la stessa Reginae, la prima pietra virtuale che propone le icone rinascimentali come personaggi, opere, musei, città, prendendo parte a mostre e partecipando ad eventi on line, incontri e attività di informazione e orientamento”. Inoltre, i discenti avranno l’opportunità di intervistare alcune personalità del mondo dell’arte nonché di collaborare con il Salone del Restauro di Ferrara.

Reginae punta sulla transizione digitale per il patrimonio artistico e culturale

Il Mentoring Program Digital Humanities ha preso il via il 20 e il 21 gennaio al Museo Nazionale Romano – Palazzo Massimo e si compone di otto tappe che toccheranno altre città italiane come Milano, Verona, Firenze, Napoli e Torino. L’ambizione di Reginae in questi appuntamenti è favorire la conoscenza del patrimonio artistico e culturale, creando opportunità per i giovani che si avvicinano al mondo del lavoro. Ecco cosa afferma il presidente Enzo Argante a “Forbes”:

La transizione digitale è la prima e vera opportunità per rilanciare il ruolo globale dell’Italia nella visione di nuovi modelli di fruizione e valorizzazione della conoscenza.

Perciò, il ruolo di Reginae è contribuire a questi processi, introducendo la nuova figura del digital humanties designer.

Anche il secondo presidente di Reginae, nonché professore di Sociologia della comunicazione presso l’Università di Bologna e direttore del Digital Ethics Center a Yale Luciano Floridi ribadisce l’importanza che questo corso assume per il mondo del lavoro:

Il digital humanities designer unisce competenze tecnologiche con quelle umanistiche e sociali per colmare il vuoto sul mercato del lavoro di figure professionali capaci di comprendere e gestire aspetti tecnici e strategici dei sistemi digitali, in modo responsabile, e imprenditoriale e innovativo.

Leggi anche: L’intelligenza artificiale avrà finalmente il suo codice etico? Ci sta lavorando un filosofo italiano

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