Caso Pipitone, il legale: “Niente ricatti, vogliamo gruppo sanguigno prima della trasmissione”

Sembra proprio che l'emittente russa voglia spettacolarizzare la vicenda di Olesya Rostov, giovane che si spera sia Denise Pipitone, non volendo mostrare prima della trasmissione i risultati del suo gruppo sanguigno.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Una settimana fa Olesya Rostov con il suo appello lanciato su un’emittente televisiva russa per ritrovare la sua mamma biologica, aveva fatto sperare si potesse trattare di Denise Pipitone. Determinante è stata la somiglianza con la mamma di Denise, Piera Maggio, e l’età anagrafica.

Domani sera, intorno alle 19 ora italiana, andrà in onda la trasmissione russa Lasciateli parlare sul Primo Canale e sarà rivelato il gruppo sanguigno della giovane donna russa.

Giacomo Frazzitta, il legale della Maggio, però non si fida e non vuole finire nel tritacarne mediatico. Ha chiesto quindi i risultati del gruppo sanguigno di Olesya prima della trasmissione, altrimenti non vi parteciperà.

Denise Pipitone, la speranza di ritrovarla a 17 anni dalla scomparsa

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Denise Pipitone a quattro anni il 1 settembre 2004 è sparita nel nulla mentre giocava sotto casa a Mazara del Vallo.

La madre Piera Maggio negli anni non si è mai arresa. Ha continuato le ricerche della figlia lanciando appelli nelle emittenti televisive e attraverso i diversi canali di comunicazione.

Pur essendoci state segnalazioni da parte di persone che ritenevano aver visto una bambina prima e poi una giovane somigliante alla piccola Denise nessuna di queste è risultata veritiera. Fino all’appello lanciato da Olesya Rostov che sull’emittente russa ha raccontato di essere stata rapita dai nomadi quando aveva quattro anni, la stessa età di Denise al momento della scomparsa.

La Rostov ha poi ricordato di essere finita in orfanotrofio a cinque anni, dopo essere stata sottratta ad una nomade.

Denise Pipitone, il legale: “Non vogliamo finire nel tritacarne mediatico”

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La testimonianza di Olesya Rostov è stata notata da una telespettatrice russa residente in Italia, trovando delle somiglianze interessanti con la vicenda di Denise Pipitone, che conosceva. Da lì è stato avvertito il legale di Piera Maggio, Giacomo Frazzitta, che ha raccontato di aver accettato un faccia a faccia in Tv ma che inizialmente gli accordi con l’emittente russa erano diversi.

In un’intervista a Repubblica ha espresso il suo parere e la posizione della famiglia di Denise. Ecco cosa ha detto:

Ho incontrato via Skype i giornalisti della tv russa e l’accordo era che ci avrebbero aiutati ad avere le informazioni in maniera informale e veloce.

Poi le cose sono cambiate: hanno cominciato a prendere tempo e ci hanno chiesto un confronto televisivo durante il quale sarebbe stato svelato se il gruppo sanguigno coincideva con quello di Denise.

Ma noi non vogliamo finire nel tritacarne mediatico. Se non ci daranno il risultato dell’esame del sangue, chiederemo alla magistratura di svolgere direttamente tutti gli accertamenti del caso con una rogatoria internazionale.

Il risultato del gruppo sanguigno, ha fatto sapere Frazzitta, è soltanto il primo passo. Poi si passera allo step successivo, che è quello dell’esame del Dna.

Nel confronto in Tv il legale si è detto pronto a chiedere ad Olesya di ricostruire i momenti antecedenti al suo ingresso in orfanotrofio e i particolari sulle persone nomadi che la tenevano segregata.

Leggi anche: Silvia Romano: “Sto bene, sono stata forte e ho resistito”

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