Debora, dalla bocciatura ingiusta, risarcita con 10mila euro: oggi architetta affermata

Debora Chirone nonostante l'ingiusta bocciatura prosegue il suo percorso senza vittimismi, si laurea in architettura e apre uno studio. Oggi a distanza di anni ottiene la sentenza del Tar di risarcimento.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Debora Chirone, una ragazza di Savona, è stata risarcita dal Tar per la bocciatura che ingiustamente subì al liceo. Per ottenere diecimila euro, sulla cui esigua somma si discute, ha dovuto attendere ben undici anni durante i quali non si è abbattuta, facendo la vittima, ma si è impegnata fino a ottenere una laurea in architettura con il massimo dei voti.

Debora da liceale discriminata oggi è un’architetta affermata. La giovane ha raccontato la sua storia al Corriere della Sera. Ecco come ha commentato quanto disposto dal Tar:

Si sono molto contenta, è una rivalsa personale per una ingiustizia che all’epoca mi ha fatto soffrire ma che non ho mai voluto accettare.

Debora Chirone, dal non arrendersi al costruirsi una carriera

debora chirone

Una sentenza del Tar della Liguria ha stabilito che Debora Chirone, ex studentessa ora architetta, debba essere risarcita per danni economici, ritardo nell’avvio della professione e sofferenza ingiusta causati da una bocciatura oggi riconosciuta illegittima, subita quando frequentava la terza classe del liceo scientifico Orazio Grassi di Savona, nell’anno scolastico 2010-2011. Saranno il Ministero dell’Istruzione e il liceo a dover pagare diecimila euro.

La giovane fu rimandata in matematica e fisica con gravi insufficienze, pur avendo una buona media: “Avevo la media del 7,5 nonostante i voti pessimi di quell’insegnante che ci aveva preso di mira perché, secondo noi, non insegnava la sua materia e quindi doveva essere cacciata“, racconta Debora al Corriere.

Anziché lasciare la scuola, come hanno fatto le amiche ugualmente prese di mira come lei dall’insegnante di matematica con comportamenti definiti odiosi dagli stessi giudici, rimane e denuncia.

Debora può essere d’esempio a tanti giovani perché anziché rassegnarsi all’ingiustizia subita, incarnando il ruolo della vittima, ha accettato la realtà, spronata anche dall’esempio dei genitori. Non ha letto il suo passato come un alibi per giustificare i propri errori ma, nonostante la bocciatura e la rabbia accumulata, si diploma, recupera l’anno perduto, si laurea in architettura e apre uno studio con un collega.

Debora Chirone: la sentenza

La giustizia dopo tanti anni, come spesso accade in Italia, è arrivata. I giudici hanno dato ragione a Debora Chirone, considerando, oltre ai danni psicologici patiti, anche i mancati guadagni e versamenti di contributi relativi a un anno di lavoro perso. Per questo hanno ritenuto che fosse idoneo un risarcimento pari a 10 mila euro.

Si legge nella sentenza di “illegittimità rimproverabili e non scusabili“, e “disparità di trattamento, particolarmente stigmatizzabile per il suo carattere odioso, nei confronti di una ragazza minorenne“, e si sottolinea “l’afflizione, la frustrazione e l’angoscia“, che la giovane ha dovuto patire.

Riguardo a quella difficile estate Debora Chirone la ricorda così:

Era un incubo, quella professoressa ci trattava male davanti a tutti e ci assegnava voti gravemente insufficienti sulla base di parametri inconcepibili, magari perché avevamo usato un cancellino a vernice anziché una gomma.

Poi riguardo ai soldi che arriveranno del risarcimento svela che li userà per i lavori in casa.

Leggi anche: Nobel per la pace a Bialiatski e due ong, russa e ucraina: “Hanno lottato per i diritti dei cittadini”

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