Dati Istat: aumento degli occupati nel terzo trimestre del 2021

Secondo la nuova nota trimestrale ci sarebbero 505 mila occupati in più, un contratto a termine su tre non supera il mese, quasi due su tre non superano i 6 mesi mentre meno di uno su 100 supera 365 giorni

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Ecco i nuovi dati Istat. L’occupazione cresce nel terzo trimestre e segna un aumento rispetto al trimestre precedente (+0,5%, +121 mila). È quanto emerge dalla Nota trimestrale sull’andamento dell’occupazione che contiene i dati del Ministero del Lavoro, dell’Istat, dell’Inps, dell’Inail e dell’Anpal.

Dati Istat: la nuova nota trimestrale segnala un aumento degli impieghi

Dati Istat: la nuova nota trimestrale segnala un aumento degli impieghi

Ecco i nuovi dati Istat riportati dall’ultima relazione trimestrale. Secondo le nuove analisi le unità di lavoro equivalenti a tempo pieno dai dati di contabilità nazionale Istat sono 334 mila in più su base congiunturale (ovvero sulla base dell’aumento di questo periodo) e 845 mila in più su base tendenziale (in totale rispetto a tutto il 2020).

Gli occupati, secondo i dati Istat sulle Forze di lavoro (Rfl), sono 22.919.000 (23.280.000 le unità di lavoro equivalenti a tempo pieno). Mentre i disoccupati sono 2.325.000 in calo di 134 mila unità sul trimestre precedente e di 308 mila unità sul terzo trimestre del 2020.

Circa un contratto a termine su tre non supera il mese, quasi due su tre non superano i 6 mesi mentre meno di uno su 100 supera l’anno di durata. Sulla base dei dati delle Comunicazioni obbligatorie nel terzo trimestre 2021 il 31,2% delle posizioni lavorative attivate prevedono una durata fino a 30 giorni (il 9,9% un solo giorno), il 31,1% da due a sei mesi e lo 0,6% superiore all’anno.

Nel complesso, si legge, si riscontra un aumento dell’incidenza sul totale delle attivazioni dei contratti di brevissima durata (16,4% fino a una settimana, +2,2 punti in confronto allo stesso trimestre dell’anno precedente), di quelli da sei mesi a una anno (+2,2 punti) e la riduzione per tutte le altre durate; nel primo caso l’aumento riguarda soprattutto il comparto di alberghi e ristorazione (+5,1 punti fino a una settimana) e gli altri servizi (+5,7 punti) mentre nel secondo l’industria in senso stretto (+4,2 punti da sei mesi a un anno).

Nel settore dell’informazione e comunicazione (che include le attività cinematografiche, televisive ed editoriali) le assunzioni con durata prevista di un solo giorno incidono per il 63,5% e il 20,0% quelle da due a sette giorni. Negli alberghi e ristorazione circa la metà dei rapporti attivati durano fino a un mese (il 45,3%).

Differentemente, nei settori dell’agricoltura, dell’industria, del commercio e dei trasporti è maggiore l’incidenza di contratti con durate previste da uno a sei mesi, e nei servizi generali della pubblica amministrazione, nell’istruzione e nella sanità di quelli da sei mesi a un anno.

Leggi anche: Tampone anche ai vaccinati per i grandi eventi e super Green Pass obbligatorio a lavoro

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Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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