Crisi energetica: la soluzione arriva dall’agrivoltaico

Una nuova tecnologia che consente di sfruttare i terreni agricoli per produrre energia pulita. Ecco tutto quello che c'è da sapere sull'agrivoltaico.

Clarice Subiaco
Clarice Subiacohttps://medium.com/@ClariceSubiaco
Classe 1986, passato di studi umanistici e presente nel mondo dei dati. In mezzo, esperienze di lavoro come Digital PR, Content Strategist e Project Manager per startup e agenzie internazionali. Ama raccontare l'innovazione che ha un forte impatto sociale.
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Oggi parliamo di agrivoltaico. L’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime sta mettendo a dura prova il settore agricolo, che secondo i dati forniti dalla Confederazione italiana agricoltori, ha visto un aumento del +120% sulle bollette. Ciò ha causato la chiusura di circa il 10% delle aziende, mentre il 30% viaggia con ricavi in negativo, secondo Coldiretti. Le piccole e medie imprese, secondo dati Eurostat, stanno pagando l’energia elettrica il 75,6% in più e il gas addirittura il 133,5% in più rispetto alle grandi. La semina e, quindi, la produzione del 2022 è in forte discussione per molte aziende.

Questo scenario, purtroppo aggravato dal protrarsi della guerra in Ucraina, sta portando aumenti nei consumi quotidiani delle persone, che quando fanno la spesa o vanno al ristorante, si ritrovano a pagare un piatto di pasta anche il 13% in più rispetto a prima. 

Draghi: “dobbiamo accelerare le autorizzazioni per le energie rinnovabili”

Anche se il Governo ha messo in atto delle misure per contenere il caro prezzi, questa crisi ha messo in luce delle debolezze strutturali ben più grandi relative all’attuale sistema di approvvigionamento energetico. Lo stesso Premier Draghi, durante l’incontro con il primo ministro olandese Mark Rutte, ha messo in luce l’importanza di accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili:

Nello stesso tempo dobbiamo procedere sulla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, che è la cosa più rapida che si possa fare oggi, ma anche verso le rinnovabili.

Dobbiamo fare un passo avanti, rendere queste autorizzazioni che stanno fermando le nuove installazioni possibili in tempi molto molto rapidi, credo che ci sia un buon consenso nel governo, è cosa che faremo nel prossimo consiglio dei ministri o il successivo.

Agrivoltaico, la soluzione green che rispetta la terra e l’ambiente

Tra le tecnologie rinnovabili più promettenti, vi è l’agrivoltaico, ovvero la combinazione tra tecniche agricole e fotovoltaico. Questa tecnologia permette di ovviare a uno dei grandi problemi del fotovoltaico classico: sottrarre spazio necessario alle coltivazioni. 

Attualmente il fabbisogno di energia elettrica nel nostro Paese è coperto solo per il 7,5% dal fotovoltaico. Per arrivare a coprire il 60% della domanda di energia attraverso il solare, sarebbe necessario coprire di pannelli una superficie di 500 chilometri quadrati, ovvero quasi tre volte il comune di Milano.

Un ingombro del genere porterebbe a una riduzione sostanziale della superficie agricola italiana ed è per questo che l’agrivoltaico rappresenta la vera rivoluzione nel campo delle rinnovabili. Gli impianti intelligenti si integrano all’interno delle coltivazioni permettendo anche di calibrare l’ombreggiatura della terra attraverso collocazioni a diverse altezze, fornendo così il riparo ideale per quelle piantagioni che non hanno bisogno di grandi quantità di sole.

Più energia ed emissioni di CO2 drasticamente ridotte 

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, prevede un investimento di 1,1 miliardi di euro nello sviluppo dell’agrivoltaico e di 1,5 miliardi nell’agrisolare, ovvero l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici. L’obiettivo, come si legge nel PNRR è di “installare a regime una capacità produttiva da impianti agrovoltaici di 1,04 GW, che produrrebbe circa 1.300 GWh annui, con riduzione delle emissioni di gas serra stimabile in circa 0,8 milioni di tonnellate di CO2”.

In particolare la misura prevede l’implementazione di sistemi ibridi di agricoltura e produzione di energia che non compromettano i terreni dedicati all’agricoltura, e anche il monitoraggio dei dati sulla loro efficacia. 

Secondo i dati del Rapporto Solare luglio 2021 pubblicati dal Gestore Servizi Energetici, ad oggi in Italia sono in funzione circa 21,5 gigawatt di pannelli fotovoltaici, realizzati da industria, residenziale, agricoltura e terziario. Di essi, 2,5 gigawatt sono stati realizzati da imprese agricole e zootecniche.

Tecnologia e innovazione, gli ingredienti segreti dell’agrivoltaico di ultima generazione

I vantaggi di questa tecnologia sono molteplici: l’agrivoltaico permette di integrare produzione elettrica, manutenzione del suolo e della vegetazione, nonché di efficientare gli obiettivi produttivi, economici e ambientali. Tra le aziende che si stanno muovendo per andare incontro alle esigenze del mercato in questo settore, vi è la friulana Fibre Net, specializzata nella lavorazione di polimeri rinforzati in fibre di vetro e di carbonio, grazie al marchio P-Trex garantisce un ulteriore abbassamento dell’impatto ambientale ai pannelli fotovoltaici di nuova generazione che vengono, ad esempio, utilizzati a copertura dei canali di irrigazione

Il Polimero rinforzato in fibra di vetro o PRFV, nasce dalla sapiente commistione di scienza e tecnologia e permette di realizzare strutture di supporto e manutenzione dei pannelli che resistono all’umidità, al contatto con l’acqua e alle temperature elevate nonché al rischio di correnti vaganti e all’eventuale necessità di movimentazione del terreno con mezzi di sollevamento molto leggeri. Inoltre, il PRFV consente di abbattere i costi di manutenzione e ha una durata non inferiore ai 25 anni. In queste applicazioni, così come in ogni contesto industriale per cui P-Trex sviluppa la sua progettazione e produzione di manufatti in vetroresina, la vita utile del manufatto in PRFV, anche in ambiente fortemente corrosivo, è di gran lunga superiore allo stesso realizzato in acciaio zincato e in Inox.

A sottolineare la centralità dell’agrivoltaico in un momento così delicato come quello che stiamo vivendo è Cecilia Zampa, AD di Fibre Net:

 Continuiamo a fare ricerca e sviluppo per andare incontro e, anzi, anticipare le tendenze del mercato. La crisi energetica, sovrapposta al dramma bellico, sta modificando rapidamente i paradigmi produttivi. La sostenibilità non è più un argomento da salotto o da sognatori e visionari, è una necessità per la quale ciascuno deve lavorare.

Ecco perché come azienda puntiamo a sostenere tutti i comparti che accettano la scommessa dell’efficienza produttiva sposata alla massima qualità.

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