Crisi di Governo, è strappo tra M5S e Draghi: le 3 strade per uscirne e gli scenari possibili

La crisi di Governo fatta scoppiare negli ultimi giorni dal M5S sembra farsi sempre più complessa ed intricata. Ecco le tre strade per uscirne e i possibili scenari futuri.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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La crisi di Governo scoppiata negli ultimi giorni sembra farsi sempre più irreversibile ed intricata. Lo strappo del M5S si è consumato sul decreto Aiuti e potrebbe non risolversi così facilmente. Il leader della Lega Matteo Salvini ha colto la palla al balzo per invocare le urne, dato che “se i 5S non votano un decreto della maggioranza, fine, parola agli italiani, si va a votare” e che “la strada è già segnata, bisogna lasciare perdere altre robe strane”.

Ieri il vicesegretario del Pd Giuseppe Provenzano aveva ammonito su una simile reazione del Carroccio alla crisi, invitando il M5S a “non fare questo regalo alla destra”. Aveva detto: “Parlare di verifica mentre si apre un confronto, sembra tradire la volontà di far saltare tutto. La destra sta provando a cogliere l’attimo: andare al voto anticipato come vogliono Salvini e Meloni, addossare la responsabilità della crisi a Conte, far saltare la nostra alleanza e provare a vincere le elezioni sostanzialmente a tavolino”.

Crisi di Governo, le 3 strade per uscirne. Berlusconi: “Avanti anche senza M5S”

Sulla crisi di Governo si è espresso pure il leader di Italia Viva Matteo Renzi, secondo il quale le opzioni per uscire da questa delicatissima fase sarebbero essenzialmente tre. La prima è il ritorno in squadra del M5S, una sorta di passo indietro considerato però “illogico”. Altra soluzione è quella di un Draghi bis senza M5S, che però troverebbe appunto il muro della destra salviniana. Per ultima, l’eventualità delle elezioni anticipate, non auspicata dal centro sinistra.

L’ex Premier ha detto: “Penso sempre che le elezioni debbano arrivare alla scadenza naturale, ma se dobbiamo andare avanti con questa tarantella, meglio andare a votare. La cosa migliore sarebbe un Draghi bis, tecnico o politico, senza i Cinque Stelle”. Poi, Renzi ha concluso: “L’importante è non perdere tempo e che Draghi non perda la faccia”.

Un Draghi bis senza M5S sarebbe possibile anche per il leader di FI Silvio Berlusconi, che ha sottolineato come “Mario Draghi sarà l’ultimo presidente di questa legislatura” e che “si può andare avanti anche senza i Cinque Stelle”. “Non è possibile che un Governo vada avanti se ogni giorno una delle maggiori forze politiche che dovrebbero sostenerlo si dissocia fino a non votare provvedimenti essenziali”, ha concluso Berlusconi.

Crisi di Governo: domani il voto sul decreto Aiuti

Crisi di Governo: domani il voto sul decreto Aiuti

Sono giorni cruciali per il Governo Draghi e si attende per domani il voto su fiducia e decreto Aiuti al Senato. Il M5S pensa all’astensione e minaccia di lasciare l’aula prima della votazione, uno scenario che comunque non impedirebbe alla maggioranza di votare la fiducia al Governo. I numeri ci sarebbero, certo, ma la spaccatura sarebbe irreversibile.

Lo sa bene il Premier Mario Draghi, che sulla crisi di Governo ieri ha detto: “Senza i 5 Stelle questo esecutivo non esiste”. Un richiamo, questo, con cui il Presidente del Consiglio ha cercato di scatenare nei pentastellati un moto di responsabilità, togliendo ogni alibi sull’ipotesi di una rottura che “lascerebbe il Paese senza governo in un momento simile”.

Crisi di Governo: cosa succederà in caso di strappo

I numeri per un Draghi bis senza M5S ci sarebbero, ma un nuovo Governo dell’ex numero uno della Bce godrebbe per ovvi motivi di una maggioranza più risicata. Nella remota eventualità che la crisi di Governo, in caso di strappo, si concluda con la mancanza di una nuova maggioranza, allora Draghi sarebbe costretto a salire al Colle dal Presidente della Repubblica Mattarella e a rassegnare le dimissioni.

A quel punto, Mattarella si troverebbe di fronte a un bivio: sciogliere le Camere e indire elezioni anticipate da un lato, oppure lasciare l’esecutivo nelle mani di un traghettatore che lo conduca fino al termine della legislatura.

Il “marinaio” in questione potrebbe essere Draghi stesso, che si occuperebbe degli affari correnti e che difficilmente potrebbe rifiutare una richiesta simile, oppure un’altra figura di alto profilo (qualcuno pensa al ministro dell’Economia Daniele Franco) che possa approvare la legge di Bilancio entro fine anno e accompagnare il Paese al voto.

Leggi anche: Addio di Di Maio, Conte: “Cercava solo un pretesto”. Cosa succederà adesso?

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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