Covid, quarta dose di vaccino: cos’è, chi può farla e da cosa protegge

Il Governo ha stilato le linee guida in caso di aumentato dei contagi, in cui si prevede anche la somministrazione della quarta dose di vaccino Covid.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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L’aumento dei contagi in Cina sta destando preoccupazione in tutto il mondo. Per questo si è iniziato nuovamente a parlare di quarta dose.

I nostri vaccini, secondo professor Carlo La Vecchia, epidemiologo della Statale di Milano, e come riportato da La Stampa, ci proteggerebbero dal boom di contagi in Cina e dalla sottovariante Gryphon, oggi maggiormente diffusa.

Cos’è la quarta dose

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Per quarta dose di intende il richiamo vaccinale Covid ed è chiamato anche secondo richiamo o secondo booster. Si tratta quindi del secondo richiamo dopo le due iniezioni del ciclo primario.

Oggi si preferisce superare il conteggio delle dosi e a chi è anziano o fragile si consiglia di effettuare un richiamo ogni 5-6 mesi.

Quarta dose, a chi è raccomandata

Secondo le circolari del Ministero della Salute, di cui l’ultima quella del 23 settembre 2022, la quarta dose è raccomandata:

  • alle persone con più di 60 anni
  • ai fragili di ogni età (si intendono nello specifico chi ha il sistema immunitario compromesso e chi ha subito un trapianto)
  • al personale sanitario
  • agli ospiti delle Rsa e alle donne in gravidanza

Non ci sono vincoli alla quarta dose perché tutti i soggetti dai 12 anni in sù possono farla. Anche se non è raccomandato, aumenta l’immunità e riduce il rischio di malattia.

I bambini invece hanno i vaccini a loro dedicati disponibili a partire dai 6 mesi di età e i richiami sono consigliati soprattutto ai fragili.

Ci si può vaccinare o prenotandosi presso uno degli hub rimasti aperti, facendosi vaccinare dal proprio medico di famiglia o presso una farmacia. Per conoscere gli hub della propria Regione sul sito è possibile consultare l’elenco. Non occorre la ricetta, ma bisogna avere con se la tessera sanitaria e indossare la mascherina.

Quarta dose: a cosa serve

I vaccini oggi utilizzati, che a volte vengono chiamati anche “vaccini bivalenti”, sono più aggiornati e adattati alla variante Omicron, sia per la versione Pfizer sia per Moderna. Entrambe contengono metà dose del vaccino originario, comparso nel 2019 a Wuhan, e metà dose del vaccino impostato su Omicron 1 oppure su Omicron 4-5. Tutti i vaccini offrono l’immunità contro la variante Omicron, quella maggiormente in circolazione nel mondo. In Italia al momento ci sono abbastanza dosi disponibili.

Subito dopo l’ingresso del virus nell’organismo aumenta il numero di anticorpi, necessari affinché il virus non si replichi in modo massiccio e mitigando la malattia. Trascorsi 4-5 mesi dal vaccino o dal contagio gli anticorpi calano ma permane la memoria immunitaria che sfrutta i linfociti T e garantisce che l’infezione non degeneri in malattia grave. Pare che questa memoria rimanga nell’organismo uno-due anni.

Leggi anche: Cos’è la variante Gryphon che arriva dalla Cina e perché preoccupa

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Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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