Covid e bambini al di sotto dei 5 anni: cosa rischiano davvero

Quanto bisogna preoccuparsi per il Covid in età pediatrica, non essendo prevista la vaccinazione per i bimbi al di sotto dei 5 anni, e quali complicazioni rischiano i più piccoli.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Covid e bambini al di sotto dei 5 anni. Sono in aumento i contagi a scuola, in particolare fra i bambini più piccoli, per i quali non è partita la vaccinazione.

Negli ultimi 15 giorni, con l’aumento dei contagi nella popolazione, c’è stato un incremento di ospedalizzazioni in età pediatrica, di bambini più piccoli al di sotto dei cinque anni.

In linea di massima la protezione migliore per i bambini resta la vaccinazione mentre per i bimbi al di sotto dei 5 anni quella dei familiari.

Covid e bambini al di sotto dei 5 anni: quanto è pericoloso

Covid e bambini al di sotto dei 5 anni_

Covid e bambini al di sotto dei 5 anni. Raffaele Badolato, direttore della Clinica pediatrica dell’Ospedale dei Bambini al Civile di Brescia si è così espresso, come riporta Il Giorno, riguardo all’argomento del Covid in età pediatrica, in particolare in riferimento alle ospedalizzazioni:

Si tratta per lo più di bambini piccoli non vaccinati perché sotto i 5 anni la vaccinazione non è disponibile e nella fascia tra i 5 e gli 11 anni è accessibile da poco tempo. Hanno patologie concomitanti, alcune anche molto impegnative dal punto di vista medico, come infezioni ossee, gastroenteriti. In alcuni casi è difficile capire dove inizia Covid e dove l’altra patologia. Di fatto il bambino sperimenta due infezioni contemporaneamente.

Rispetto alla prima ondata i numeri dei ricoveri sono di poco superiori, con la differenza, però, che a marzo 2020 venivano ricoverati tutti i bambini positivi perché non c’era la disponibilità di tamponi. Ora la situazione si è capovolta, la maggior parte di chi è positivo resta a casa, mentre qui abbiamo i casi più gravi, quindi di fatto l’incidenza dell’infezione oggi è maggiore.

Badolato sottolinea inoltre come sia sbagliato pensare che il Covid non sia pericoloso per i più piccoli e ne spiega il motivo:

A 2-3 settimane dall’infezione può comparire la sindrome multi-infiammatoria sistemica (Mis-c), con febbre e problemi cardiaci noi abbiamo 1-2 casi al mese. Ci aspettiamo un incremento di Mis-c come effetto dell’aumento dei contagi.

Sul long-Covid in età pediatrica sono esigui gli studi al riguardo e ancora oggetto di studio.

Covid e bambini al di sotto dei 5 anni: i fattori di rischio

Covid e bambini al di sotto dei 5 anni. I bambini che rischiano maggiormente sono quelli con patologie e immunodepressi. Uno studio americano ha evidenziato come anche l’obesità possa influire negativamente esponendo ad una forma più acuta di Covid19, non solo gli adulti ma anche i ragazzi e bambini.

Si tratta di uno studio condotto da ricercatori del ministero della Salute americano e dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) pubblicato sul bollettino settimanale dei Cdc (Morbidity and Mortality Weekly Report). La ricerca ha preso in considerazione i ricoveri ospedalieri in sei ospedali americani tra luglio e agosto scorso, da cui sono emersi 915 casi di Covid.

Di questo numero 25 pazienti ha sviluppato la MIS-C, sindrome infiammatoria multisistemica, che può essere considerata una seria complicanza del Covid. Inoltre più di due terzi dei bambini aveva dei problemi di salute pregressi e l’obesità era il più frequente.

I ragazzi obesi richiedevano una maggiore assistenza e rimanevano più tempo in ospedale. Un sesto dei pazienti aveva in concomitanza, al momento del ricovero, un’altra infezione virale, che nel 66,4% si trattava del virus respiratorio sinciziale, e in misura maggiore nei bambini al di sotto dei 5 anni.

Leggi anche: Omicron, dal paracetamolo al cortisone: quali farmaci utilizzare per curarsi a casa

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