Covid: addio a Pino Scaccia, giornalista e storico inviato Rai. Aveva 74 anni

Lo storico inviato Rai era ricoverato al San Camillo di Roma. La morte di Pino Scaccia è dovuta alle complicazioni per Covid.

Catiuscia Ceccarelli
Catiuscia Ceccarelli
Catiuscia Ceccarelli, giornalista e imprenditrice, si occupa di personaggi, interviste, attualità e lifestyle. Segni particolari? Mamma di Matilde
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Il mondo del giornalismo italiano è in lutto. È morto Pino Scaccia, storico inviato della Rai ed ex caporedattore dei servizi speciali del Tg1. Il Covid ha aggravato le sue condizioni di salute.

Chi era Pino Scaccia

Romano di origine ma marchigiano d’adozione, Pino Scaccia aveva 74 anni. Era ricoverato al San Camillo e si è aggravato a seguito delle complicazioni dovute all’infezione da Covid.
Una carriera lunghissima nel mondo del giornalismo che lo ha visto come inviato in prima linea per seguire e raccontare con professionalità e rispetto eventi come la prima Guerra del Golfo, la fine dell’Unione Sovietica, il conflitto della ex Jugoslavia fino a quelli in Iraq, Afghanistan e Libia. Pino Scaccia è stato impegnato con il suo lavoro in prima linea anche su temi delicati per il nostro Paese come la mafia e il terrorismo. Per l’Usigrai Scaccia era un cronista di razza e in una nota comunica che:

Di sicuro una grande perdita per tutta la professione.

Leggi anche: Addio a Sergio Zavoli, maestro del giornalismo televisivo

Pino Scaccia, tra libri e giornalismo

Non solo un giornalista sul campo, come corrispondente Rai ma anche autore di circa 15 libri e docente. Ha insegnato al master di giornalismo radiotelevisivo all’Università Lumsa di Roma. Caporedattore dei servizi speciali del Tg1, di lui rimarranno nella storie le inchieste e la sua voce riconoscibilissima da inviato.

Morte Pino Scaccia, il cordoglio sui social

Il mondo del giornalismo non se lo aspettava proprio. Scaccia era ricoverato ma mai nessuno avrebbe pensato che il Covid lo colpisse impietoso. Sui social scorre il cordoglio di amici e colleghi. Tra i tanti, molto toccante è il pensiero del collega e amico marchigiano Giancarlo Trapanese che con Spaccia aveva in comune l’amore per il proprio mestiere, il giornalismo, l’azienda in cui praticarlo, la Rai e la scrittura:

Un dolore forte, profondo. Un amico vero che ha condiviso con me tanti momenti importantissimi. Ci eravamo scritti 5 giorni fa, eri in ospedale per un problema serio ma facevamo progetti per vederci presto. Poi questo maledetto Covid ti ha raggiunto lì. Te ne sei andato a raggiungere tua moglie che ti mancava troppo perché questa vita che restava, forse, senza di lei e senza i tuoi reportage (eri innamorato dall’Afghanistan) questa vita senza i tuoi grandi amori ti deludeva. Ti avevo scritto l’altro ieri un messaggio che non hai letto: TI VOGLIO BENE, FORZA. Non l’hai letto.

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