Covid-19, aumentano i casi tra i più piccoli e le scuole chiudono: ecco come va il rientro in aula

Con il ritorno in presenza delle lezioni scolastiche del 26 aprile, sono aumentati i casi di Covid-19 tra i più piccoli e molti istituti hanno dovuto già chiudere: ecco come procede in Italia il rientro in aula.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Come sta andando il rientro in aula? Con tutta probabilità, è da attribuire alla ripresa delle attività scolastiche del 26 aprile la risalita dei casi di Covid-19 nelle fasce 3-5 e 6-10 anni nella prima metà di aprile. L’aumento di bambini positivi al virus si inserisce in un quadro generale che evidenzia un incremento dell’Rt medio, messo in luce dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Stando ai numeri, l’indice di contagio sarebbe salito dal valore di 0,81 del periodo 31 marzo-13 aprile a quello di 0.85 nel periodo tra il 7 e il 20 aprile. In realtà, il virus circola meno tra gli adulti: i casi e le morti per Covid-19 sono calati. Ma si registra una tendenza opposta nei bambini, dove la circolazione del virus è in aumento.

Stando ai dati della Regione Piemonte, la classe d’età tra i 3 e i 5 anni ha registrato nella settimana dal 26 aprile al 2 maggio il numero più alto di contagi da inizio pandemia: l’incidenza dei casi è di 204 su centomila e la fascia più colpita è quella tra 0 e 18 anni. Un numero che i tecnici della Regione considerano ancora “contenuto”, ma da tenere sotto controllo.

Secondo il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, nella settimana tra il 28 aprile e il 4 maggio, rispetto alla precedente, i nuovi casi di Covid sono diminuiti da 90.449 a 78.309 e i decessi da 2279 a 1826. In calo anche i casi attualmente positivi, le persone in isolamento domiciliare, i ricoveri con sintomi e le terapie intensive. A preoccupare, però, è l’aumento di casi tra i bambini, da attribuire alle riaperture delle scuole del 26 aprile: stando alle parole di Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ciò contribuirebbe a far intravedere “precoci segnali di aumento della circolazione del virus”.

Come funziona il rientro in aula

Rientro in aula dal 26 aprile: Draghi ha disposto lezioni in presenza dal 50% al 75% in zona rossa, e dal 70% al 100% in fascia gialla o arancione. In questo ultimo mese di scuola, però, è responsabilità degli istituti superiori organizzare le attività in presenza, in base alla capienza delle strutture e al colore della fascia restrittiva. Secondo Tuttoscuola, il numero attuale degli alunni in classe oscillerebbe tra i 7.667.374 e gli 8.505.404, ovvero quasi il 100% dell’intera popolazione scolastica.

Dall’avvio delle attività in presenza, il Governo ha lasciato possibilità di deroga alle Regioni: con alcune ordinanze, i governatori hanno stabilito percentuali e regole diverse per il rientro in aula, che, però, non sta avvenendo senza problemi. Negli ultimi giorni, infatti, molti istituti sono stati chiusi dopo la diffusione di contagi da Covid-19 tra i banchi.

Uno studio pubblicato su Eurosurveillance, rivista scientifica online del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), ha dimostrato che le tre varianti del Sars-CoV-2 più diffuse in Europa, ovvero quella inglese (B.1.1.7), sudafricana (B.1.351) e brasiliana (P.1), stanno contribuendo a rendere i giovani più vulnerabili al virus, specie quelli in età scolare.

Leggi anche: Scuole aperte in estate: ecco il piano del Governo da 510 milioni di euro che rischia di fallire

Rientro in aula, molte scuole chiudono per contagi di alunni e docenti: la situazione nelle Regioni italiane

Rientro in aula, molte scuole chiudono per contagi di alunni e docenti: la situazione nelle Regioni italiane

Come procede il rientro in aula nelle Regioni italiane? In Lombardia, stando a quanto comunicato da Ats città metropolitana di Milano, nella settimana dal 19 al 25 aprile sarebbero stati 658 i positivi al virus nelle scuole di Milano e Lodi, di cui 536 alunni e 122 operatori scolastici. Il numero di persone isolate è 8779, di cui 8421 alunni. Non migliora la situazione nel Bresciano, dove 263 studenti della scuola media di Iseo sono in quarantena, a seguito della scoperta di un docente positivo. In provincia di Brescia ci sono classi in quarantena anche a Edolo, Montichiari e Carpenedolo.

In Friuli-Venezia Giulia il calo generale dei casi di Covid-19 è frenato dall’aumento dei positivi nella popolazione scolastica: stando alle parole del governatore Fedriga, “l’unico aumento di contagio che si registra è quello della fascia anagrafica da 14 a 18 anni, la popolazione scolastica, fenomeno causato dalla riapertura delle scuole”. Mentre in Liguria, a Imperia, l’istituto nautico di piazza Roma è stato chiuso a scopo cautelativo dopo almeno tre casi di positivi in tre classi diverse: personale scolastico e studenti rimarranno in quarantena fino al 12 maggio.

In Piemonte, dopo la chiusura della scuola elementare di Borgofranco di Ivrea fino al 6 maggio a seguito di numerosi casi di Covid-19, tutto il plesso scolastico è stato messo in quarantena, comprese le scuole medie, chiuse fino al 10 maggio. In Veneto, stando all’ultimo monitoraggio regionale sulle scuole, 1832 studenti e 169 dipendenti sono positivi al coronavirus, mentre gli alunni in quarantena sarebbero 21657 e 1593 docenti e operatori scolastici. A Terricciola, in Toscana, le scuole primarie e secondarie sono state chiuse fino al 12 maggio, così come ad Acqualagna, nelle Marche, dove lo stop è fino all’11 maggio.

Nel Lazio, a Roma, dopo il diffondersi di diversi casi, la Asl ha chiuso la scuola elementare Piccinini. Mentre a Bella Farnia (Latina) è stata disposta la zona rossa e il sindaco Giada Gervasi ha optato per la sospensione dell’attività didattica in presenza dal 3 al 7 maggio per le scuole degli Istituti V.O. Cencelli e Giulio Cesare. In Campania, ad Avellino, le scuole superiori sono chiuse fino all’8 maggio, mentre ad Airola (Benevento) e a Sant’Anastasia (Napoli) lo stop è fino al 15 maggio. In Calabria, nei comuni in zona rossa di Careri e Delianuova, un’ordinanza regionale limita le attività scolastiche in presenza ad un massimo del 50%. No al rientro in aula fino al 9 maggio anche a Filogaso (Vibo Valentia).

In Molise, a Petrella Tifernina (Campobasso), le scuole chiudono fino all’8 maggio. In Puglia si registra una delle percentuali più basse di studenti rientrati in aula: nelle scuole del primo ciclo sta frequentando solo il 56.6% degli alunni, in quelle del secondo appena il 6,6%. Stando alle parole di Roberto Romito, presidente dell’Associazione presidi regionale (ANP), ciò dimostra “il totale fallimento della riapertura nel secondo ciclo, causa la didattica a scelta posta dall’ordinanza regionale”.

Il Sardegna, il sindaco di Carbonia ha chiuso l’Istituto comprensivo Don Milani, l’unica che era rimasta esente dai provvedimenti di chiusura dovuti al diffondersi del virus. In Sicilia, a Furci Siculo (Messina), dopo la scoperta di sette alunni positivi, sono state sospese le attività in presenza della scuola dell’infanzia, della primaria e secondaria di primo grado.

Rientro in aula, Galli: “Effetti delle riaperture tra 3-4 settimane”

Rientro in aula, Galli: "Effetti delle riaperture tra 3-4 settimane"

Massimo Galli, primario dell’ospedale Sacco di Milano, intervistato da Fanpage.it il 3 maggio scorso, si è espresso sull’aumento dei contagi dovuti al rientro in aula e ha detto:

Se i contagi aumenteranno, cosa che non mi auguro ma temo, andranno ben al di là della festa dello scudetto dell’Inter, e non lo dico perché sono interista.

Incideranno le riaperture e le scuole, cose che muovono ogni giorno milioni di persone, non i 30mila che sono andati in piazza per lo scudetto, sbagliando per carità.

Per valutare esattamente gli effetti delle riaperture bisognerà attendere 3-4 settimane, 28 giorni. Potrà anche capitare che in capo a 28 giorni non succeda nulla, e di questo potrò solo compiacermi. Lo spero, ma non lo credo.

Leggi anche: Verona, studentessa costretta a bendarsi in Dad per dimostrare di aver studiato

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