Meno tasse per chi ha tre figli e per chi assume mamme: cosa cambia col quoziente familiare

Dal palco del Meeting di Rimini, i ministri del Governo Meloni hanno sfoderato uno dei loro principali cavalli di battaglia, quello del sostegno alla natalità.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Quoziente familiare per l’Irpef e Ires ridotta per le imprese che assumono donne che hanno almeno tre figli. Questo, in breve, quanto rilanciato dal palco del Meeting di Rimini dai ministri del Governo Meloni, che hanno sfoderato uno dei loro principali cavalli di battaglia, quello del sostegno alla natalità.

La promessa è di un intervento significativo in questo senso nella prossima legge di Bilancio. Stando a quanto dichiarato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo, sul tema della tassazione delle famiglie si può “valutare l’ipotesi del quoziente familiare”, un metodo di calcolo delle imposte mediante il quale l’imposta dovuta è calcolata in relazione ad un coefficiente che può essere determinato prendendo in considerazione il reddito complessivo della famiglia ed il numero dei suoi componenti.

Quoziente familiare, le parole del viceministro Leo: “Aiuteremo famiglie con 3 figli”

Ma il viceministro Leo ha pure sottolineato come – se davvero si vorrà prendere in considerazione il quoziente familiare – bisognerà “tenere conto delle risorse che si possono mettere a terra per favorire questo tipo di intervento”. Insomma, la coperta rischia di essere corta.

Dovremo fare in modo di aiutare le famiglie che hanno tre figli, che non sono numerosissime. Il tema della natalità è per noi fondamentale, e per questo dovremo cercare di individuare delle risorse per sostenere le famiglie, soprattutto quelle che mettono al mondo figli e quelle che hanno più figli”, ha aggiunto.

Dopo Leo, è intervenuta pure la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella, che ha dichiarato: “Gli esperti dicono che per aumentare la natalità dobbiamo fare sì che le coppie che vogliono il secondo figlio possano averlo. Proporrò un pacchetto di facilitazioni nella prossima finanziaria per il secondo figlio”.

Agevolazioni per le imprese che assumono mamme

Le perplessità sul quoziente familiare

Non solo. Per incentivare la natalità, oltre al quoziente familiare, si sta pensando pure ad agevolare le imprese che assumono mamme. In particolare, ha sottolineato Leo, si riflette sulle “misure che possono essere fatte per le imprese attraverso forme di detassazione, ricordando lo slogan che abbiamo usato: chi più assume meno paga”.

Tra le ipotesi, c’è la riduzione del carico fiscale Ires, “per dare dei benefici aggiuntivi soprattutto alle mamme, soprattutto con più figli, quindi dare ulteriori benefici alle imprese che assumono delle donne con nuclei familiari abbastanza consistenti”.

Se pensiamo al mondo del lavoro dipendente, su quel versante, visto che il reddito è tassato a lordo, quindi sul compenso percepito, stiamo già facendo degli interventi sui premi di produttività”, ricorda il viceministro.

Si possono fare interventi sulle tredicesime, soprattutto per le fasce di reddito più basse, e sugli straordinari che superano un certo ammontare”, ha aggiunto Leo. Poi ci sono i fringe benefit: “Nel momento in cui vengono erogati per le famiglie, avranno a disposizione maggiori risorse e l’imprenditore potrà portare in deduzione le quote”.

Le perplessità sul quoziente familiare

La delega prevede pure un taglio dell’Irpef. E, secondo il sottosegretario leghista alle Imprese e al Made in Italy Massimo Bitonci, questo punto dovrebbe essere collegato al quoziente familiare, caldeggiato sin dalla campagna elettorale dal centrodestra ma scomparso nell’attuale testo della riforma fiscale.

Il quoziente familiare, in breve, è un sistema per tassare i cittadini tenendo conto del carico familiare e quindi del numero di figli. L’intento, almeno nella teoria, è di aiutare le famiglie più svantaggiate, quelle che faticano ad arrivare a fine mese.

Ma, come hanno già fatto notare molti esperti, l’effetto rischia di essere opposto: lo sconto fiscale, infatti, risulterebbe maggiore per le famiglie più ricche. Tanto che anche il Parlamento europeo, in una risoluzione su uguaglianza di genere e politiche fiscali, ha espresso delle riserve su questo meccanismo, incentivando gli stati membri a perseguire una tassazione individuale.

Leggi anche: Via al Supporto per la formazione e il lavoro dal 1° settembre: come richiedere i 350 euro

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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