Cos’è il patto infermiere-paziente? Quando un infermiere è indispensabile?

Mai come durante questa emergenza pandemica è stato evidente come la crisi del settore sanitario sia arrivato a trascurare, fino a negarlo, uno dei diritti fondamentali della persona: il diritto alla salute.

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Cos’è il patto infermiere-paziente e perché se ne parla? La professione dell’infermiere vive un momento di grande difficoltà. Mai come durante questa emergenza sanitaria è stato evidente quanto condotte politiche ed economiche scellerate abbiano finito per impossibilitare il lavoro in corsia, arrivando a trascurare, fino a negarlo, uno dei diritti fondamentali della persona: il diritto alla salute.

Una difficoltà che nel peggiore dei casi ha significato mancanza di assistenza ai più vulnerabili e di conseguenza la trasgressione di un patto sacrosanto, quello tra infermiere e paziente, tanto datato quanto fondamentale.

È dal 1996 infatti che la categoria si impegna a garantire la tutela e il sostegno all’utente/cittadino, definendo quello che è il suo ruolo di intermediario nel percorso di guarigione del paziente.

Purtroppo, condizioni di lavoro sempre più precarie, costringono gli infermieri a occuparsi di tutto e a fare tutto da soli, allontanandoli da quella posizione di garanti dell’assistenza. Ciò impone una messa in discussione dei principi della professione sanciti nel patto infermiere-paziente. O una riflessione sulla professione stessa.

Ma qual è il vero ruolo dell’infermiere? Approfondiamo.

Patto infermiere-paziente, al centro la tutela del cittadino

“Io infermiere mi impegno nei tuoi confronti a: PRESENTARMI al nostro primo incontro, spiegarti chi sono e cosa possa fare per te. SAPERE chi sei, riconoscerti, chiamarti per nome e cognome”.

Inizia così il testo del patto infermiere-paziente, datato 12 maggio 1996, che regola la condotta delle parti in causa.

Il patto nasce dall’esigenza di umanizzare l’assistenza sanitaria, ponendo al centro la relazione umana: “io mi impegno nei tuoi confronti a conoscerti, a chiamarti per nome”. Un approccio che rassicura, che conforta e che è in grado di migliorare il percorso di guarigione del paziente che continuerà ad avere percezione di se come persona, prima che come malato. Ma non solo.

L’infermiere valuta il bisogno della persona, pianifica una strategia d’intervento, indirizza a chi di competenza il paziente affinché si possa intervenire nel modo e nei tempi necessari. Tutela appunto, sostiene e tutela il paziente.

Si legge ancora nel testo del patto infermiere-paziente: “Mi impegno nei tuoi confronti a DARTI RISPOSTE chiare e comprensibili o indirizzarti alle persone e agli organi competenti, a FORNIRTI INFORMAZIONI utili a rendere più agevole il tuo contatto con l’insieme dei servizi sanitari, GARANTIRTI le migliori condizioni igieniche e ambientali. AIUTARTI ad affrontare in modo equilibrato e dignitoso la tua giornata supportandoti nei gesti quotidiani di mangiare, lavarsi, muoversi, dormire, quando non sei in grado di farlo da solo. INDIVIDUARE i tuoi bisogni di assistenza, condividerli con te, proporti le possibili soluzioni, operare insieme per risolvere i problemi. INSEGNARTI quali sono i comportamenti più adeguati per ottimizzare il tuo stato di salute nel rispetto delle tue scelte e stile di vita”.

Patto infermiere-paziente: chi sono i professionisti preparati per intervenire a ogni esigenza

Non ‘semplici infermieri’ allora, ma garanti. Garanti del diritto alla salute, come vorrebbe il patto infermiere-paziente. Ma è veramente così? Gli infermieri riescono a rispettare e a garantire le migliori cure al malato, ponendo sempre al centro il valore umano?

Il diritto a un’adeguata assistenza viene sistematicamente negato ogni volta che gli ingranaggi arrugginiti del nostro sistema sanitario si mettono in moto.

Staff ridottissimi, nessuna figura di supporto al fianco dell’infermiere, organizzazioni obsolete: i principi sanciti nel patto infermiere-paziente restano inapplicati e il ruolo di tutela e sostegno proprio dell’infermiere trascurato, ridimensionato dalla necessità di essere prima di tutto un tutto fare della sanità.

In questo senso diventa sempre più importante sapere di potersi affidare a servizi che operano al di fuori dalla sanità pubblica e che ancora tengono e rispettano i valori di quel patto sacrosanto. Il servizio infermieristico domiciliare si pone certamente come una valida alternativa.

Personale infermieristico qualificato e disponibile

Su territorio di Roma e provincia For Life Emergenza ha messo a disposizione un importante servizio infermieristico, ispirato e in linea con i pricipi del patto infermiere-paziente, sia per interventi in domicilio abitativo che in strutture pubbliche come ospedali o cliniche private, oppure comodamente in ufficio.

Ecco come funzionano i servizi messi a disposizione da For Life:

Il nostro servizio di infermiere a domicilio può prevedere una copertura a partire da un’ora, fino ad una copertura h 24 attraverso una rotazione dei nostri professionisti che garantisce uno standard qualitativo elevato e orientato a soddisfare le esigenze del paziente.

Il paziente, o chi per lui, sceglie il nostro servizio di infermiere a domicilio, ottiene un’assistenza one to one estremamente professionale nel comfort della propria abitazione che agevola la serenità ed il ripristino delle condizioni di benessere psico-fisiche che nessuna struttura pubblica o privata potrebbe garantire.

Un professionista dedicato inoltre, può sollevare familiari e parenti da responsabilità poco confacenti con il regolare svolgimento delle pratiche infermieristiche oltre a portare tranquillità oggettiva nella famiglia.

Si tratta di un servizio professionale e certificato, che garantisce i più alti standard di sicurezza e qualità. Per ricevere il supporto infermieristico professionale a domicilio visita il sito web di For Life Emergenza.

Leggi anche: Il rispetto della persona garantito dalle cure palliative: ecco cosa sono e come accedervi

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