Cosa si nasconde dietro i suicidi dei giovani che non riescono a laurearsi

La vicenda di Riccardo Faggin è solo l'ultima di una lunga serie. Cresce il numero di suicidi tra studenti universitari che non riescono a reggere il fallimento di non dare esami e laurearsi.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Suicidi di studenti universitari. Aumentano sempre più le vicende di giovani che non riuscendo a fare esami all’Università, mentono ai propri genitori, per poi inscenare finte Lauree che culminano con suicidi in vista del traguardo immaginario. Alla base potrebbe esserci l’ansia da prestazione, alimentata inconsapevolmente anche dai genitori che, pur in buona fede, sollecitano i figli.

Ultima vicenda drammatica è quella di Riccardo Faggin, studente di scienze infermieristiche che, alla guida della sua auto, si è schiantato contro un albero il giorno prima della sua presunta Laurea, anche se in realtà non vi era nessuna tesi da discutere.

Suicidi di studenti universitari: perché si arriva fino a tanto e cosa si può fare per prevenirli

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Claudio Gentili, ordinario di psicologia clinica all’Università di Padova e a capo degli Scup, i Servizi clinici universitari psicologici, sportello di supporto cui gli studenti possono rivolgersi nei momenti di difficoltà, intervistato dal Corriere della Sera, si è così pronunciato sulla morte di Riccardo Faggin:

Le persone che inventano lauree raramente vengono da noi, perché si vergognano a parlarne con chiunque, questo impedisce anche a noi professionisti di elaborare una strategia: conosciamo pochissimi casi, non c’è un dato che ci consenta di analizzare i casi specifici.

Forse è proprio questo il problema. Gli studenti universitari vivono livelli alti di stress che andrebbero monitorati, sia dai genitori che dalle strutture universitarie, le quali dovrebbero fornire supporto psicologico, prima di tutto riconoscendone l’importanza.

Suicidi universitari: il problema dell’ansia da prestazione

Faggi ha centrato il problema che affligge la maggior parte degli studenti universitari che mentono ai propri genitori, non rivelando le loro difficoltà, ma raccontando di esami sostenuti che nella realtà non esistono:

Il problema di questi ragazzi è che immaginano scenari drammatici nel momento in cui vuoteranno il sacco, temono l’abbandono della famiglia, che i genitori smettano di volergli bene, ma questi scenari sono sempre esagerati, l’ansia aumenta le loro paure e temono che gli accadrà qualcosa di terribile, il filosofo Epitteto diceva l’uomo non è tanto preoccupato per i problemi reali, ma per l’ansia che immagina che questi problemi generino, l’ansia esagerata provoca paure esagerate, ma quelle non sono la realtà.

L’ansia per il professore sarebbe il problema del momento:

Molti di loro sono afflitti da ansia, e il trend è aumentata di molto dopo il covid, alcuni di loro si ritrovano ad affrontare percorsi di studio nei quali non si riconoscono più, e noi li sosteniamo nella decisione di fare un cambiamento, altri faticano proprio con il metodo di studio, e questo non fa che aumentare la loro paura di non farcela.

Leggi anche: Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio, 5 pregiudizi da cambiare subito

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