Coronavirus, la commemorazione delle vittime innocenti commuove l’Italia

Domenico Di Sarno
Domenico Di Sarno
Informatico e politologo laureato con Lode. amante dei libri di ogni genere perché fortemente convinto che la cultura sia come il cibo, ne serve ogni giorno per nutrire la mente. Appassionato di storia e diritto costituzionale.
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Il Silenzio straziante degli innocenti. Da quando è iniziata l’emergenza coronavirus, si sono visti quelli che sono i limiti della globalizzazione e, in maniera più marcata, i danni che può arrecare in contrappeso a quelli che sono i suoi vantaggi. Il momento storico che stiamo vivendo è particolarmente complesso e resterà scolpito nelle nostre memorie e in quelle delle generazioni future. Questa mattina l’associazione nazionale dei comuni italiani, l’Anci presieduta dal sindaco di Bari Decaro, ha lanciato una iniziativa. A mezzogiorno in punto tutta la penisola, litigiosa e divisa per tanti motivi con una caratteristica di divisionismo citata finanche dall’inno di Mameli, “perché noi non siam popolo perché siamo divisi”, si è unita in un momento di commemorazione delle vittime del coronavirus alle 12 in punto.

Un ascolto silenzioso, un raccogliemento commosso

Il silenzio è risuonato in tutte le principali piazze d’Italia Milano, Codogno, Bologna, Roma al Milite Ignoto, Napoli, Palermo e tante altre piazze d’Italia anche meno conosciute, tutte insieme unite dal fatto di essere italiani, di essere semplicemente umani. Militari e forze di polizia sull’attenti, in un silenzio che da solo racconta tutto accompagnato da una musica, “il Silenzio” appunto, muta che copriva le grida dello strazio generato dal dolore per la perdita di più di 11000 persone. Guardare alti ufficiali delle Forze Armate, uomini delle forze di polizia, agenti della Polizia Municipale, tutti uniti in quel gesto simbolico e solenne, stare sull’attenti. E per chi non ha il privilegio di Indossare la divisa e di servire attivamente la Patria, un ascolto silenzioso e il raccoglimento commosso. Tutto questo ha unito il popolo di questa nazione. Leggi anche: Viminale: “Sì a camminata con i figli piccoli vicino casa”

Si unisce anche la Chiesa al ricordo delle vittime

Anche la Chiesa Cattolica si è unita alla commemorazione con la campana di San Pietro che a mezzogiorno è risuonata per commemorare le vittime di questa guerra. Vedere gli uomini delle Forze Armate sull’attenti impegnati nel fronteggiare il nemico è qualcosa che tocca direttamente l’anima. L’ultima volta che si è vista una scena simile si trattava di dover combattere una guerra mondiale, uno strazio di questo genere aveva infatti colpito l’Italia nel 1918 e probabilmente nel 1945. In quelle occasioni le responsabilità militari e politiche, oggi l’unica colpa è quella del mondo globalizzato, quella economia finanziaria che ha messo il profitto al primo posto per decenni a scapito anche degli investimenti per l’assistenzialismo che dovrebbe essere tipico di uno stato civile e che è garantito anche dai principi fondamentali della nostra carta costituzionale.

Piangiamo le vittime di una guerra

Probabilmente l’Europa sarà una delle vittime illustri di questa crisi e non soltanto dal punto di vista sanitario, anche l’Europa come soggetto politico potrebbe dimostrare i suoi limiti ma se da un lato c’è chi invoca lo scioglimento della bandiera d’Europa d’altro canto Oggi si è visto un popolo unito, i comuni emblema del campanilismo, in Italia più che mai, la patria degli 8000 comuni, sono tutti uniti in questa battaglia e tutti accomunati dal pianto di una popolazione intera. Stiamo piangendo le vittime di una guerra, con le forze armate che con il privilegio di stare sotto il tricolore hanno ancora una volta l’onere di fare il necessario per la Patria e per tutti i cittadini.

Devono diventare un ricordo incancellabile

Sono vittime, nomi, donne e uomini, nonni, nonne e giovani che non avremmo dovuto piangere, non così in fretta, se non fosse stato per il virus della globalizzazione, questo nemico, il parassita “attivo” che passando di corpo in corpo cerca di separare questi dalle anime. In quel gesto simbolico, in quella canzone muta e sorda, in quel silenzio orgoglioso, solenne fatto da musica ma non di parole che però sa raccontare tutto, il popolo italiano ha mostrato tutta la sua dignità in questa immane sofferenza. Tutti ci auguriamo che questo diventi presto soltanto un ricordo incancellabile ma non possiamo negare l’altissimo valore storico di questo avvenimento e forse la giornata del 31 marzo, così come quella del 27 marzo, resteranno per molti secoli nella storia d’Italia e del mondo. Leggi anche: Viminale: “Sì a camminata con i figli piccoli vicino casa” di Domenico Di Sarno

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Informatico e politologo laureato con Lode. amante dei libri di ogni genere perché fortemente convinto che la cultura sia come il cibo, ne serve ogni giorno per nutrire la mente. Appassionato di storia e diritto costituzionale.
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