Coronavirus, l’inquinamento scende del 50% in Europa

Clarice Subiaco
Clarice Subiacohttps://medium.com/@ClariceSubiaco
Classe 1986, passato di studi umanistici e presente nel mondo dei dati. In mezzo, esperienze di lavoro come Digital PR, Content Strategist e Project Manager per startup e agenzie internazionali. Ama raccontare l'innovazione che ha un forte impatto sociale.
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Il nuovo Coronavirus, tristemente noto per i seri problemi respiratori che sta causando in tutto il mondo, si sta rivelando paradossalmente un sistema che ci aiuterà a respirare meglio in futuro. In che modo? Abbattendo drasticamente l’inquinamento delle nostre città. A confermarlo è l’Esa, l’agenzia spaziale europea, che con la sua missione Copernicus sta monitorando la nostra atmosfera da ormai diversi mesi. Tra i composti analizzati vi è il diossido di azoto e secondo le analisi dell’ente spaziale, le misure di lockdown adottate in tutta Europa avrebbero causato proprio una diminuzione di questo elemento, addirittura del 50% in alcuni paesi.

Inquinamento dimezzato a Parigi, Roma, Milano e Madrid

Questo drastico calo è visibile nelle nuove mappe che mettono a confronto i dati raccolti a marzo e aprile 2019, con i nuovi dati raccolti tra metà marzo e metà aprile 2020. È proprio in quest’ultimo periodo infatti che i governi europei hanno chiesto ai propri cittadini di stare a casa il più possibile per ridurre la diffusione del virus. Secondo queste mappe, la riduzione più sorprendente di diossido di azoto si è registrata nelle aree urbane. A Parigi i livelli sono scesi del 54%, a Roma, Milano e Madrid, del 45%. Il diossido di azoto è prodotto da fabbriche, impianti elettrici, veicoli e ha un impatto molto negativo sulla salute umana, causando anche disturbi respiratori molto gravi.

Un margine di errore del 15%

I suoi livelli di concentrazione nell’aria variano molto anche a seconda delle condizioni meteorologiche, perciò è necessario analizzare i dati su un lungo periodo per poter avere dei risultati affidabili. Come spiega il dottor Henk Eskes, del KNMI, il Reale istituto meteorologico d’Olanda:

Analizzare i dati su un lungo periodo di tempo ci permette di vedere in maniera più chiara le variazioni della concentrazione del diossido di azoto in relazione all’attività umana. Per questo, la mappa mostra le concentrazioni su un periodo di un mese, con un margine di errore del 15%.

Nelle prossime settimane gli scienziati del KNMI continueranno a lavorare ad analisi ancora più dettagliate sui paesi del nord Europa, che sono quelli che hanno una variabilità climatica più elevata.

La missione Copernicus Sentinel-5P

La Sentinel-5P è la prima missione del programma Copernicus dedicata al monitoraggio della nostra atmosfera. I gas tracciati oltre al diossido di azoto sono ozono, formaldeide, anidride solforosa, metano, monossido di carbonio e gli aerosol. Tutti responsabili dello stato di inquinamento dell’aria che respiriamo e di conseguenza della nostra salute e del nostro clima. Gli scienziati del KNMI, hanno monitorato i dati atmosferici degli ultimi mesi utilizzando lo strumento Tropomi, che sta per TROPOspheric Monitoring Instrument. Come spiega Josef Aschbacher, Direttore Esa dei Programmi di Osservazione della Terra:

Tropomi, a bordo di Copernicus Sentinel-5P, è lo strumento più accurato oggi per misurare l’inquinamento atmosferico dallo spazio. Queste misurazioni, disponibili a livello globale grazie alla politica dei dati libera e aperta, forniscono informazioni vitali per i cittadini e per gli organi decisionali.

Torneremo a respirare

Già lo scorso mese Claus Zehner, responsabile della missione Copernicus Sentinel-5P, aveva commentato:

Anche se potrebbero esserci minime variazioni nei dati, dovute alla copertura nuvolosa ed al cambiamento del tempo, siamo molto fiduciosi che la riduzione di emissioni che possiamo osservare coincida con la serrata in Italia che determina meno traffico e meno attività industriali.

I nuovi dati confermano questo ottimismo e se torna a respirare il pianeta, ci auguriamo che torneremo a respirare liberi anche noi. Leggi anche: Coronavirus, ha liberato dall’inquinamento le nostre città di Clarice Subiaco

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Classe 1986, passato di studi umanistici e presente nel mondo dei dati. In mezzo, esperienze di lavoro come Digital PR, Content Strategist e Project Manager per startup e agenzie internazionali. Ama raccontare l'innovazione che ha un forte impatto sociale.
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