Coronavirus e scuole chiuse: tutte le ipotesi per riapertura e Maturità

Martina Mugnaini
Martina Mugnaini
Martina Mugnaini. Classe 1991. Nata e vissuta a Roma, ha un forte legame con le sue origini fiorentine. Laureata in Filologia Moderna alla Sapienza e giornalista, ama scrivere di tutto quello che riguarda l’arte, la letteratura, il teatro e la cultura digitale. Da anni lavora nel campo della comunicazione e del web writing interessandosi di tutto ciò che riguarda l'innovazione. Bibliofila e compratrice compulsiva di libri di qualunque genere, meglio se antichi: d'altronde “I libri sono riserve di grano da ammassare per l’inverno dello spirito” e se lo dice la Yourcenar sarà vero.
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Ogni giorno milioni di persone si fanno la stessa domanda: cosa ci aspetta nelle prossime settimane? La risposta l’ha data il Governo: un nuovo blocco di due settimane che durerà fino al 18 aprile e poi, se i numeri del contagio lo consentiranno, una ripresa graduale. Quello che moltissime persone vorrebbero sapere è se lo stop alle attività produttive durerà molto. La risposta arriva dal premier Conte:

No, è una misura economicamente troppo dura. È l’ultima che abbiamo preso e non può essere prolungata troppo. Per le scuole e le università, però, si possono introdurre delle modifiche. Anche per gli esami e le valutazioni di fine anno, in modo da non far perdere agli studenti l’anno scolastico o l’esame universitario.

Dunque, indipendentemente dalla ripresa delle attività produttive, le scuole per ora restano chiuse.

Leggi anche: Coronavirus, la salute prima di tutto ma molta gente non sa come mangiare

La sospensione della didattica, una misura necessaria

Lo stop delle attività scolastiche è stata una misura necessaria per scongiurare il rischio di una diffusione su larga scala del coronavirus. Questo provvedimento però rischia, sul lungo periodo, di avere importanti ripercussioni negative. Un dato positivo da registrare è lo sviluppo, più o meno autonomo, di attività di didattica online. Il problema è che queste iniziative sono poco coordinate tra loro, affidate alla singola scuola, senza un piano collettivo ma soprattutto, non sono accessibili a tutti allo stesso modo. Le regioni e gli ambienti culturali più deboli offrono meno possibilità ai bambini e ai ragazzi: per fare lezione online serve un insegnante che abbia la capacità di farlo, strumenti e connessioni adeguate a seguire la didattica e la presenza di un genitore in grado di supportare.

C’è un altro fattore da tenere in considerazione ed è quello dell’influenza positiva e dei benefici che il tempo passato a scuola apporta al bambino. Il tempo passato in aula invece che a casa è importantissimo soprattutto per quegli alunni che provengono dai ceti sociali più deboli. Ma ci sono anche altri interrogativi: come faranno gli studenti che devono recuperare una o più materie, e gli esami di Maturità? Ci sono tre direzione verso le quali sarebbe utile muoversi per far fronte a questa emergenza.

Potenziare la didattica a distanza

Lasciando l’organizzazione concreta alle singole scuole, si potrebbe fornire loro un supporto maggiore sia dal punto di vista dei contenuti delle lezioni sia da quello del sostegno tecnologico. In più quello che si potrebbe sicuramente organizzare è una grande campagna di didattica in TV. Sappiamo benissimo come la televisione in questi giorni raccolga l’attenzione di tutta la famiglia per molte ore al giorno.

Il prossimo anno scolastico potrebbe durare di più

C’è un’altra soluzione da poter applicare: fare in modo che l’anno scolastico 2020-2021 sia più lungo, ad esempio dal 1 settembre al 30 giugno usando il primo bimestre – ossia settembre e ottobre – per un ripasso e recupero dei mesi precedenti. Solo dopo questo periodo poi decidere se l’alunno abbia ancora debiti formativi da recuperare o se debba essere ricollocato nella classe precedente, cioè quella frequentata nell’anno scolastico passato.

Usare gli Invalsi per l’esame di Maturità

Una buona soluzione potrebbe essere quella di sospendere l’effettuazione dei test Invalsi per l’anno scolastico 19-20, ad eccezione dell’’ultima classe del liceo: in questo caso infatti i test potrebbero essere effettuati online e utilizzati, sempre su base volontaria, come informazione di background durante l’esame di Maturità in forma semplificata – eventualmente anche on line. Ovviamente è necessario un accordo col mondo universitario, ma il test Invalsi potrebbe essere anche propedeutico, almeno in una prima fase, nei test di ammissione ai corsi universitari.

Tutte queste misure sono necessarie perché il rischio che una riapertura non razionalizzata possa far aumentare nuovamente i numeri del contagio, vanificando i risultati raggiunti fino a ora, è reale. Ma se verranno applicate queste misure per la scuola, gli alunni, e i professori, di tutte le classi potranno tirare un sospiro di sollievo.

di Martina Mugnaini

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Martina Mugnaini
Martina Mugnaini
Martina Mugnaini. Classe 1991. Nata e vissuta a Roma, ha un forte legame con le sue origini fiorentine. Laureata in Filologia Moderna alla Sapienza e giornalista, ama scrivere di tutto quello che riguarda l’arte, la letteratura, il teatro e la cultura digitale. Da anni lavora nel campo della comunicazione e del web writing interessandosi di tutto ciò che riguarda l'innovazione. Bibliofila e compratrice compulsiva di libri di qualunque genere, meglio se antichi: d'altronde “I libri sono riserve di grano da ammassare per l’inverno dello spirito” e se lo dice la Yourcenar sarà vero.
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