Come funziona Twin, l’esoscheletro con cui pazienti paraplegici possono camminare di nuovo

Twin è l'esoscheletro che permette a chi ha difficoltà motorie a tornare a camminare: ecco tutte le sue funzionalità e i benefici per i pazienti.

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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È stata appena realizzata dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) insieme al Centro Protesi Inail di Budrio la seconda versione di Twin, l’esoscheletro robotico che permette a persone con difficoltà e seri deficit motori ― in seguito a traumi o lesioni midollari ― a tornare a camminare di nuovo.

Dopo circa 10 anni di ricerca il progetto innovativo è entrato nella fase di sperimentazione e manca un ultimo step affinché possa essere approvato dall’UE per una commercializzazione in ambito europeo.

Ecco cosa afferma a tal proposito Matteo Laffranchi, responsabile del laboratorio Rehab Technologies IIT ha rivelato a “Fanpage.it”:Ora ci troviamo nella fase due, ovvero quella della sperimentazione pilota, con la quale stiamo testando la qualità del dispositivo sui pazienti per verificarne l’usabilità e la sicurezza generale. Il prossimo step sarà la fase tre, il cui obiettivo sarà determinare in modo quantitativo l’efficacia clinica del dispositivo medicale”.

Qual è l’obiettivo di Twin secondo Matteo Laffranchi?

Twin già stato provato e indossato dal paziente Alex Santucci che ha assistito i ricercatori durante la fase di progettazione e il loro obiettivo viene spiegato ancora da Laffranchi: “Il progetto è iniziato nel 2013, quando Inail, ha deciso di finanziare una parte del lavoro con l’obiettivo di favorire il reinserimento dei lavoratori gravemente infortunati in contesti sociali e di lavoro“.

Grazie al sostegno dell’Inail l’IIT ha potuto testare Twin non solo su Alex Santucci, ma anche su altre persone: “Man mano che lo testavamo sulle diverse tipologie di pazienti ci siamo però resi conto che potevamo fare ancora meglio e costruire una macchina più efficace. Abbiamo così iniziato a lavorare alla seconda versione più aggiornata”.

Chi potrà utilizzare Twin e quali sono i benefici per i pazienti?

Prima di poter indossare Twin, i pazienti devono sottoporsi a una fase di training e non esiste un numero di sedute stabilito per tutti, ma, ha continuato Laffranchi:

È impossibile stabilire una durata uguale per tutti.

Alcuni pazienti con una preparazione fisica maggiore riescono a utilizzarlo con confidenza anche nell’arco di tre o quattro sedute.

Ad esempio, il nostro paziente, Alex Santucci, ha recuperato anche un uso parziale delle gambe, utilizzando l’esoscheletro, ma non è detto che questo iter è uguale per tutti.

Ora, a distanza di anni, siamo riusciti ad ampliare l’utilizzo di Twin a persone con diverse tipologie di disabilità motoria, estendendola anche a chi ha una capacità motoria residua.

Twin potrà essere utilizzato da tutti? Il responsabile del laboratorio Rehab Technologies IIT ha così dichiarato in merito:

Nello scenario che immaginiamo, il nostro esoscheletro potrà essere utilizzato dalle persone con possibilità di recuperare l’uso degli arti, che hanno una lesione parziale, ma anche dai pazienti che hanno avuto una perdita totale dell’uso delle gambe.

Anche questi potranno infatti utilizzarlo come strumento di terapia per ottenere tutta una serie di benefici sia a livello fisico che psicologico, tra questi ci sono la possibilità di ripristinare una buona funzionalità intestinale e vescicale, che per chi è in carrozzina è spesso un problema, e una maggiore vascolarizzazione e […] il potenziamento della densità ossea.

Leggi anche: Michel Roccati dopo l’incidente: “Con gli elettrodi nel midollo spinale, torno a camminare”

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