Dopo la decisione presa da alcuni brand, anche Pigna ha da poco interrotto la partnership con Chiara Ferragni e non si è fatta attendere la risposta del Codacons. La società nata nel 1839 ha spiegato i suoi motivi, affermando in una nota che “la collaborazione con soggetti terzi sanzionati dalle autorità competenti” è giunta al termine “per aver assunto un comportamento non etico, corretto e rispettoso delle leggi”.
A seguito di questo provvedimento, la stessa azienda di Chiara Ferragni, Fenice, è intervenuta in prima linea, reputandolo “un comportamento illegittimo e strumentale”. Di diversa opinione è, invece, il Codacons che rivela: “Dall’influencer dichiarazioni e contrarie alle disposizioni di legge” ed è pronta “a scendere in campo legalmente per tutelare le società che interromperanno i rapporti commerciali la sua società”.
Cosa ha dichiarato Fenice dopo la scelta di Pigna?
In seguito alle dichiarazioni di Pigna, Fenice contesta “la sua violazione del contratto in essere e la legittimità della unilaterale interruzione dei rapporti commerciali”. Non solo, in un comunicato stampa riferisce che “l’illegittimità della decisione della società è stata aggravata dalla scelta dell’azienda di comunicare al pubblico, prima ancora che a Fenice, la cessazione del rapporto di partnership” e che ora “si riserva di agire nelle sedi più opportune a tutela dei propri interessi, perché ritiene strumentale il riferimento al codice etico, anche in considerazione di una dichiarazione resa ai media in data 23 dicembre 2023 dall’Amministratore Delegato di Pigna, che aveva definito la collaborazione”.
Da che parte sta il Codacons?
Il Codacons, invece, si mostra pienamente d’accordo con la decisione presa da Pigna in quanto, rivela in una nota, è “perfettamente coerente con la funzione del contratto di sponsorizzazione, caratterizzato da un forte rapporto fiduciario tra le parti”. Infatti, “quanto accaduto nella vicenda del pandoro Balocco e relativa sanzione Antitrust costituisce inosservanza degli obblighi di buona fede, correttezza e diligenza secondo quanto disposto dagli artt. 1175 (comportamento secondo correttezza), 1176 (diligenza nell’adempimento) e 1375 del codice civile (esecuzione di buona fede)”.
Il Codacons, quindi, sostiene che vi siano “comportamenti che configurano un vero e proprio inadempimento” e sottolinea “l’atto di legittimità” di Pigna che ha deciso di interrompere la collaborazione con Chiara Ferragni e che “diversamente da quanto sostenuto dalla società Fenice, si tratta del giusto esercizio del diritto di recesso da parte dell’azienda che ha voluto isolare e separare la sua immagine da quella fortemente viziata da una pratica commerciale che è stata sanzionata”, impegnandosi a “dare vigore a valori etici altrimenti gravemente violati”.
Quale sarà la prossima mossa del Codacons? Il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori nella nota afferma ancora di voler “affiancare legalmente Pigna e tutte le altre aziende che hanno rapporti con Chiara Ferragni in qualsiasi temeraria azione legale l’influencer e le società a lei riconducibili dovessero intraprendere e nelle eventuali azioni che le aziende volessero avviare per chiedere il risarcimento dei danni economici e di immagine subìti”.
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