Cina, bambini a scuola con cappello da un metro per il distanziamento

Catiuscia Ceccarelli
Catiuscia Ceccarelli
Catiuscia Ceccarelli, giornalista e imprenditrice, si occupa di personaggi, interviste, attualità e lifestyle. Segni particolari? Mamma di Matilde
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In Cina, dove tutto ebbe inizio, si torna a scuola con le precauzioni imposte a causa dell’emergenza coronavirus. La più bizzarra, ma probabilmente efficace per mantenere i bambini distanti almeno un metro l’uno dall’altro, è stata adottata nella Yangzheng School di Hangzouh, nella provincia di Zhejiang, nella Cina orientale.

Il cappello da un metro per mantenere le distanze

Si tratta di un cappello lungo un metro e realizzato a mano con materiali leggeri e originali, come ad esempio dei palloncini. Ogni bambino dovrà averne cura e indossarlo a scuola per mantenere la distanza sociale prevista al fine di evitare eventuali contagi da coronavirus. Il preside della scuola cinese Shao Hongfeng ha affermato che:

Il lavoro di prevenzione delle epidemie rimane fondamentale dopo il ritorno in classe, con una notevole pressione psicologica su insegnanti, studenti e genitori. Iniziando le lezioni in questo modo, gli studenti tornano a scuola felici.

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In Cina ristoranti aperti ma non ci va nessuno

Lo sblocco del lockdown in Cina non ha interessato solo la scuola ma anche la riapertura dei ristoranti. Nonostante la ritrovata seppur normata libertà, i cinesi sono poco inclini ad uscire. Al ristorante non va nessuno, preferendo il take away. Secondo Xiong Fei, ristoratore di Wuhan, epicentro della pandemia, le nuove norme non aiutano le persone ad uscire di casa, e afferma:

Chi lavora in azienda e prima veniva per pranzo, adesso riceve i lunch box in ufficio. E per cena le persone preferiscono cucinare a casa.

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Le nuove abitudini spaventano l’America

Dopo un lungo periodo di mancate attività perché costrette in casa, le persone si sono disabituate alle abitudini che avevano prima del lockdown. Ricominciare con una nuova normalità, come andare al ristorante, spaventa. David Chang, noto chef e imprenditore in America, in una intervista al New York Times ha dichiarato la sua preoccupazione per quello che potrà accadere anche negli Stati Uniti:

Non voglio incitare al panico e all’isteria, ma penso che per i ristoranti e i servizi ci sarà un tasso di mortalità altissimo. La mia paura è che i ristoranti che sopravvivranno saranno solo le grandi catene, e ci dovremo scordare il mix che rende l’America del cibo così eclettica.

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