Svizzera, un uomo paralizzato chiede birra con i suoi pensieri usando un microchip cerebrale

Chiede birra con i suoi pensieri. La svolta in un paziente di Ginevra, affetto da SLA, è quella di riuscire a comunicare solo con la forza del pensiero.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Chiede birra con i suoi pensieri. Un uomo tedesco completamente paralizzato potrebbe essere riuscito a comunicare per la prima volta da anni dopo che i medici nel 2019 gli impiantarono un chip per la lettura della mente e del suo cervello. Tra le richieste del 36enne ci sarebbe quella di dargli della birra.

Da come riporta il Daily Mail, l’uomo soffriva di SLA, sclerosi laterale amiotrofica, malattia che colpisce il cervello e i nervi del paziente, e viveva presso il Wyss Center di Ginevra, in Svizzera. Il dottor Jonas Zimmermann, neuroscienziato del Wyss Center, ha così commentato l’accaduto:

Il nostro è il primo studio che consente la comunicazione da parte di qualcuno che non ha più alcun movimento volontario e quindi per il quale il BCI è ora l’unico mezzo di comunicazione.

Chiede birra con i suoi pensieri: la storia di un uomo paralizzato

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Chiede birra con i suoi pensieri. L’uomo è stato sottoposto a un intervento chirurgico i cui i chirurghi gli hanno impiantato nella corteccia motoria due piccoli elettrodi di 3,2 mm quadrati ciascuno. Dopo l’intervento l’uomo è stato tenuto sotto osservazione due mesi durante i quali i medici hanno monitorato la sua attività cerebrale, addestrandolo a pensare e muovere parti del suo corpo e a rispondere si o no pensando a movimenti specifici.

In seguito i medici hanno applicato il sistema a un programma di ortografia che ha permesso all’uomo di comunicare parole e idee. L’uomo avrebbe potuto digitare un carattere in un minuto usando la sua capacità di pensiero. Così ha iniziato a fare richieste per migliorare le sue cure e una volta ha chiesto anche della birra. In un’altra occasione avrebbe comunicato di amare tanto il suo bel figlio.

I genitori avevano dato il consenso ad intraprendere questo lavoro sperimentale, e lo stesso figlio 36enne, attraverso movimenti oculari.

Chiede birra con i suoi pensieri: lo studio su Nature

Chiede birra con i suoi pensieri. I medici hanno poi spiegato il successo dell’impianto pubblicando un articolo sulla rivista Nature. Lo studio, intitolato Interfaccia ortografica che utilizza segnali intracorticali in un paziente completamente bloccato abilitato tramite formazione di neurofeedback uditivo, ha dimostrato come questo sistema di comunicazione può essere utilizzato anche da remoto, tramite pc, a casa del paziente.

Si tratta del primo caso di comunicazione per soggetti che non hanno più alcun movimento volontario. In precedenza il defunto fisico Stephen Hawking, vincolato all’immobilità per una malattia del motoneurone, era riuscito verso la fine della vita a comunicare, affidandosi a un dispositivo di comunicazione controllato da un singolo muscolo della guancia.

La svolta nel paziente di Ginevra è quella di riuscire a comunicare solo con la forza del pensiero.

Leggi anche: È italiana la prima stampante 3D in grado di produrre organi umani

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