Chiara Ferragni: “Viviamo in una società maschilista e patriarcale. È il momento di cambiare le cose”

A pochi giorni dalla Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne, la nota influencer lancia un importante appello.

Clarice Subiaco
Clarice Subiacohttps://medium.com/@ClariceSubiaco
Classe 1986, passato di studi umanistici e presente nel mondo dei dati. In mezzo, esperienze di lavoro come Digital PR, Content Strategist e Project Manager per startup e agenzie internazionali. Ama raccontare l'innovazione che ha un forte impatto sociale.
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L’aria compita, la tensione negli occhi, i fogli pieni di appunti. Con questi elementi Chiara Ferragni presenta ai suoi oltre 20 milioni di follower un discorso quanto mai urgente e necessario. La nota Influencer che abbiamo già visto impegnata a supporto di diverse cause nell’ultimo anno, decide questa volta di sensibilizzare la sua community su alcune tematiche portate tristemente alla ribalta da alcuni fatti di cronaca delle ultime settimane, ma ancora poco conosciute: il revenge porn, lo slut shaming e il victim blaming. E lo fa attraverso un video su Instagram, con un linguaggio semplice, chiaro e diretto per fare in modo che sia compreso da quante più persone possibile. 

Chiara Ferragni: “La nostra è una società maschilista e patriarcale”

Seppur con l’usuale grazia ed eleganza, la Ferragni non usa mezzi termini:

La nostra è una società patriarcale e maschilista, in cui le donne vengono trattate diversamente, non solo dagli uomini, ma anche dalle donne stesse che sono sempre pronte ad accusarsi a vicenda

Così l’influencer, dopo alcuni fatti di cronaca di questi giorni, decide che è arrivato il momento di rendere noti quei pregiudizi tossici verso le donne, frutto di visione obsoleta e stereotipata del loro ruolo nella società.

Il ruolo dei media nella narrazione tossica contro le donne

La Ferragni sostiene che corroborare tali pregiudizi siano spesso proprio i media, che focalizzando la narrazione su alcuni aspetti, conducono le persone a empatizzare con il carnefice dando, ad esempio, la colpa alla gelosia, a un tradimento subito, a una relazione logora. 

Questi dettagli sono assolutamente ininfluenti per il reato che è stato poi commesso. Ma cosa succede? Che le parole usate dal media ci portino a pensare che la donna in questione abbia una certa colpa di quello che le è successo, e la violenza dell’uomo passa in secondo piano ed è in qualche modo in parte giustificata

In particolare, la Ferragni si riferisce ad alcuni articoli relativi alla vicenda di Alberto Genovese, l’uomo accusato di aver stuprato una ragazza durante uno dei suoi festini, dipinto da alcune testate come una persona geniale e un imprenditore di successo.

Victim blaming: quando le donne sono vittime due volte

Alla luce di questa vicenda, molti sono stati i commenti sul web in cui ci si chiedeva cosa ci facesse una giovane ragazza ad un festino del genere, insinuando che tutto sommato se la fosse andata a cercare. Questo fenomeno in cui si tende a colpevolizzare la vittima di un reato, si chiama victim blaming. Continua la Ferragni:

È un fenomeno diffusissimo non solo dai media, ma anche dagli uomini e dalle stesse donne, che invece di aiutarsi a vicenda si danno giudizi

Nel video, Chiara Ferragni ricorda anche le dolorose testimonianze ricevute lo scorso maggio in occasione del Denim Day, un’iniziativa nata su TikTok per sensibilizzare sul tema della violenza sulle donne. Nello specifico l’evento è legato a una sentenza del 1998 in cui la Corte di Cassazione italiana annullò una condanna per abuso sessuale ad opera di un uomo di quarant’anni nei confronti di una ragazza di soli diciotto anni, perché la vittima indossava un paio di jeans aderenti al momento dello stupro. Per tale motivazione, il tribunale stabilì che l’uomo non avrebbe potuto sfilare i pantaloni della ragazza senza il suo consenso. 

Chiara Ferragni: “Molte ragazze non denunciano perché hanno paura del giudizio altrui”

Trovare il coraggio di denunciare un abuso o una violenza è difficile per molte ragazze:

non avete idea delle centinaia di messaggi di ragazze come me che ho letto in questi mesi, di persone che non hanno mai avuto il coraggio di denunciare uno stupro semplicemente perché avevano paura del giudizio delle persone, perché anche loro in primis si sentivano colpevoli di quello che era successo loro, perché magari erano ubriache o perché avevano indossato una gonna corta o perché erano tornate più tardi del previsto o da sole

Oltre alla paura del giudizio altrui e al proprio senso di colpa, c’è un altro tema che frena molte donne dal denunciare le violenze subite. Chiara Ferragni usa l’espressione “boys will be boys”, che parafrasa in italiano con “i maschi sono maschi, quindi fanno queste cose stupide e goliardiche per divertimento senza voler fare del male a nessuno”. Per questa ragione molte donne non si sentono prese sul serio, ma questo “è assurdo nella nostra società, nel 2020”, continua nel video. 

Slut shaming: il doppio standard più evidente

Infine, l’influencer porta l’attenzione su un altro fenomeno di cui si è parlato molto in questi ultimi giorni, in particolare in relazione alla vicenda della maestra di Torino, licenziata a causa di un video hard fatto circolare in rete dal suo ex-compagno, ovvero lo slut shaming

Con questo termine si indica il ritenere una donna inferiore o riprovevole per dei comportamenti sessuali che si ritengono in contrasto col proprio ideale femminile

Questo, spiega la Ferragni, si verifica perché alle donne viene applicato il cosiddetto double standard, ovvero un metro di giudizio diverso rispetto agli uomini. In sostanza, mentre un uomo può avere una vitua sessuale libera senza essere giudicato, una donna che fa la stessa cosa viene considerata una poco di buono. Ed è proprio facendo leva su questo doppio standard che si inserisce il reato del revenge porn: un atto che ha lo scopo di distruggere la reputazione di una donna.

Dietro una grande donna c’è sempre…un’altra donna

Per ammissione della stessa Ferragni, la consapevolezza che l’ha portata a diffondere questo messaggio è nata in tempi recenti proprio grazie ai social e in particolare grazie a un post di Spaghettipolitics, l’account creato dalla ventunenne Michela Grasso, studentessa di scienze politiche ad Amsterdam. Non è la prima volta che la Ferragni utilizza questa fonte: era già successo con la vicenda di Willy Monteiro Duarte, che l’influencer menzionasse l’account di Michela per diffondere un messaggio importante. Un esempio di supporto tra donne, che ci fa capire anche la forza della divulgazione a mezzo social.

Chiara Ferragni: “è una battaglia che dobbiamo vivere e combattere tutti noi insieme”

Infine, ricorda la Ferragni, che queste violenze non sono perpetrate solo dagli uomini e invita la donne al sostegno reciproco: 

Dobbiamo sostenerci a vicenda perché solo unite possiamo veramente cambiare le cose per noi stesse e per le future generazioni

E infine: 

Questo è il momento di cambiare le cose. Io mi sento in una posizione molto privilegiata per le tante persone che mi ascoltano giorno dopo giorno (…) ma penso davvero che questa è una battaglia che dobbiamo vivere e combattere tutti noi insieme.

Un messaggio trasversale, dunque, che invita tutti, donne e uomini, a essere uniti e lottare insieme per una società più equa.

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