Chi è Matteo Messina Denaro, il boss mafioso arrestato oggi dopo 30 anni di latitanza

Dopo 30 anni di latitanza, il boss mafioso Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai Carabinieri del Ros nella clinica La Maddalena di Palermo

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Dopo 30 anni di latitanza, il boss mafioso Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai Carabinieri del Ros all’interno della clinica privata La Maddalena di Palermo. A dare la notizia per prima è stata l’Ansa, che l’ha appresa da fonti qualificate.

L’inchiesta che ha portato all’arresto del capomafia di Castelvetrano è stata coordinata dal procuratore aggiunto di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido. Stando a quanto riferito dal comandante del Ros dei Carbinieri Pasquale Angelosanto, il superlatitante si trovava all’interno della clinica in cui è stato arrestato “per sottoporsi a terapie”.

Arrestato Matteo Messina Denaro, Meloni: “Grande vittoria dello Stato”

Il caso vuole che l’arresto di Matteo Messina Denaro sia avvenuto proprio a 30 anni esatti da quello di Totò Riina, catturato sempre a Palermo il 15 gennaio 1993. La notizia è stata commentata con soddisfazione dagli esponenti di Governo, con la Premier Giorgia Meloni che ha scritto:

Una grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi di fronte alla mafia. All’indomani dell’anniversario dell’arresto di Totò Riina, un altro capo della criminalità organizzata viene assicurato alla giustizia.

I miei più vivi ringraziamenti, assieme a quelli di tutto il governo, vanno alle forze di polizia, e in particolare al Ros dei Carabinieri, alla Procura nazionale antimafia e alla Procura di Palermo per la cattura dell’esponente più significativo della criminalità mafiosa.

Il governo assicura che la lotta alla criminalità mafiosa proseguirà senza tregua, come dimostra il fatto che il primo provvedimento di questo esecutivo – la difesa del carcere ostativo – ha riguardato proprio questa materia.

Tra i primi a intervenire anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, che su Twitter ha scritto: “Arrestato Matteo Messina Denaro! Complimenti alle forze dell’ordine, alla magistratura, alle migliaia di persone che ogni giorno, in silenzio, lavorano per difendere la giustizia. Grazie ai ROS ed ai magistrati per il loro lavoro!”.

Alla Camera, i rappresentanti di tutti i Gruppi stanno intervenendo per ringraziare le forze dell’ordine e la magistratura del lavoro svolto. Il deputato forzista Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, ha parlato di “una giornata storica per il nostro Paese” chiedendo ora sulla vicenda un’informativa del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

L’arresto di Matteo Messina Denaro nella clinica di Palermo

I pazienti della clinica La Maddalena di Palermo, il luogo in cui è avvenuto l’arresto di Matteo Messina Denaro, hanno accompagnato la cattura con urla di incoraggiamento e applausi rivolti ai carabinieri del Ros. Dopo il blitz, l’ormai ex superlatitante è stato trasferito in una località segreta.

Messina Denaro, stando a fonti investigative, si trovava nella clinica per alcuni controlli che faceva periodicamente in quel luogo. La struttura la scorsa notte era stata messa in sicurezza con diverse decine di uomini, così da tutelare i pazienti. Quando è stato arrestato, il superlatitante non era allettato ma stava facendo i suddetti controlli in day hospital e non ha opposto resistenza.

Chi era Matteo Messina Denaro, il boss mafioso da 30 anni latitante

“U siccu” e “Diabolik”: questi erano i soprannomi con cui era conosciuto Matteo Messina Denaro, considerato il capo di Cosa Nostra. Il padre, “Don Ciccio”, fu capo della mafia trapanese ed è considerato colui che ebbe il “merito” di catapultare l’organizzazione criminale nel mondo delle imprese strappandola alla logica del feudo.

Messina Denaro era latitante dal 1993, anno in cui in un messaggio all’allora fidanzata Angela scrisse: “Sentirai parlare di me, mi dipingeranno come un diavolo, ma sono tutte falsità”. Erano gli anni successivi alle sanguinose stragi di Roma, Milano e Firenze e il boss mafioso sapeva che di lì a poco il suo nome sarebbe stato associato a quei fatti terribili.

Il capomafia di Castelvetrano è stato condannato all’ergastolo per decine di omicidi, tra cui quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito ucciso barbaramente dopo anni di prigionia. L’uomo è considerato responsabile pure delle stragi del ’92, che costarono la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e ancora degli attentati del ’93 a Milano, Firenze e Roma.

Matteo Messina Denaro è considerato l’ultimo boss mafioso “di prima grandezza” ancora ricercato. Per anni il superlatitante è stata l’ossessione di inquirenti, agenti e investigatori, che lo hanno cercato ovunque. Alla fine, però, era proprio a Palermo, ad appena cento chilometri dal suo paese natale.

Leggi anche: ‘Ndrangheta, chi è Rocco Morabito: l’ultimo rampollo della ‘ndrina di Africo

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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