Chi è Biagio Conte, missionario laico di Palermo, morto a 59 anni

Biagio Conte, missionario laico, è morto a soli 59 anni. Il lascito della sua vita è una Missione di carità e speranza, avviata in tutta la Sicilia.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Biagio Conte, conosciuto come il ‘San Francesco’ di Palermo, è morto oggi a 59 anni dopo una grave malattia. Proprio come il Santo di Assisi aveva lasciato una vita agiata e l’impresa edile del padre per indossare, a 26 anni, il saio.

Noto per aver fondato, circa trent’anni fa, la cittadella dei poveri, la Missione di speranza e carità con ben dieci sedi in tutta la Sicilia.

La sua vita, dunque, spesa in favore dei poveri, degli emarginati e degli ultimi di Palermo, ha lasciato un segno indelebile all’intera città e alla Sicilia tutta.

Biagio Conte, come nasce la necessità di lasciare una vita agiata

Biagio Conte nasce nel 1963 in una ricca famiglia di costruttori edili. Lascia ben presto la scuola per iniziare a lavorare nell’impresa edile del padre, fino a quando, colpito da una profonda crisi spirituale, decide di lasciare la Sicilia per trasferirsi a Firenze. Nel 1990 sceglie di vivere come eremita ritirandosi nelle montagne dell’entroterra siciliano. Biagio racconta così questo periodo, come riporta l’agenzia Agi:

Mi addentrai tra la natura e le montagne all’interno della Sicilia iniziando un’esperienza di eremitaggio tra montagne, laghi, fiumi, sotto il sole, la luna e le stelle.

Poi successivamente cominciai a sentire sempre più Gesù.

Biagio Conte: una vita al servizio dei poveri

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Poi Biagio Conte spiega come sia nata la sua vocazione per i poveri:

Ho iniziato a camminare, da pellegrino, attraverso le regioni d’Italia fino ad arrivare ad Assisi, da San Francesco, a cui ho tanto sentito di ispirarmi per la sua profonda umiltà e semplicità e per l’aver donato la sua vita per Gesù e per il nostro prossimo.

Durante il lungo viaggio ho incontrato diversi poveri e trasandati che mi riportarono alla mente quei volti poveri e sofferenti che vedevo nella città di Palermo.

Inizialmente ha un impeto forte di aiutare e servire le persone in difficoltà delle aree più povere del mondo, come l’Africa o l’India, per poi comprendere quanto il suo aiuto fosse necessario in Sicilia. Inizia così a vivere a stretto contatto con i poveri, barboni, vagabondi, prostitute, giovani sbandati, alcolisti e separati che vivevano alla stazione aiutandoli e confortandoli, portando loro viveri e coperte per ripararli dal freddo.

La nascita della Missione di carità e speranza

Dopo questa forte esperienza Biagio Conte inizia a chiedere aiuto, recandosi anche in Curia a Palermo dal cardinale Pappalardo, il quale commosso decide di celebrare una messa per tutti i fratelli ultimi sotto i portici della stazione. Ed è proprio in questo periodo che decide di avviare una vera e propria missione che poi chiamerà Missione di speranza e carità.

Oggi le sedi della Missione, dieci in tutta la Sicilia, possono arrivare ad accogliere oltre mille persone. Ogni giorno vengono serviti tre pasti caldi, oltre a fornire assistenza medica e vestiti per i poveri che ne hanno bisogno.

La comunità palermitana, negli anni, non ha mai fatto mancare il suo sostegno con donazioni di denaro, di vestiti e altri beni, oltre alla preghiera, in particolare nell’ultimo periodo della sua vita quando ha scoperto di avere un cancro al colon. Fino all’ultimo Fratel Biagio, seppur malato, non ha mai smesso di dedicarsi ai più bisognosi.

Leggi anche: Il paradiso ritrovato di Yari Carrisi Power

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